Cartier crescerà a Valenza? Dopo Bulgari (che aumenta lo spazio produttivo) e Damiani, ora tocca a un altro brand internazionale, mentre Giappone e Cina…[Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

Nel giorno in cui i Comuni di Valenza e Pecetto annunciano di avere messo a punto “la bozza di protocollo d’intesa sulla richiesta di incremento di una superficie produttiva sul confine intercomunale” circola con sempre maggiore insistenza l’indiscrezione di una operazione che vedrà prossimamente protagonista Cartier, che potrebbe dare vita a una importante operazione nella città dell’oro. Cartier è già presente con un laboratorio ed è uno dei soci più recenti della Fondazione ‘Mani Intelligenti’.

Durante l’evento organizzato a marzo, e dedicato alla formazione, Silvia Verduzio, responsabile delle risorse umane di Cartier Pgi Spa, aveva illustrato il percorso di consolidamento in Italia, un territorio «che esprime una eccellenza formidabile, attraverso un polo e partner esterni a Milano, Torino e Valenza. Abbiamo fatto una operazione di sistema e di rete guardando a un mestiere che è cambiato molto e che richiede manualità, ma anche grandi competenze e creatività». Sugli sviluppi futuri c’è il massimo riserbo, ma quello che conta è che, a distanza di diversi mesi dall’annuncio, il progetto stia procedendo in modo spedito. Confermando quanto i brand internazionali riconoscano, forse più degli stessi valenzani, l’alta capacità qualitativa del distretto orafo.

Intanto le due amministrazioni devono approvare nei rispettivi Consigli comunali il provvedimento che consentirà al marchio di proprietà del gruppo francese Lvmh di ampliare lo stabilimento. Il polo produttivo è nato intorno alla storica “Cascina dell’Orefice”. «Stiamo assistendo, per iniziativa di importanti imprese private, titolari di brand prestigiosi, a un’attenzione positiva e importante che rende il territorio attraente a nuovi insediamenti e a continui investimenti» dice Gianluca Barbero, sindaco di Valenza. «Il Comune di Pecetto – aggiunge il primo cittadino, Andrea Bortoloni – con particolare riferimento alla frazione Pellizzari si è reso disponibile, pur nel rispetto e nella salvaguardia della propria autonomia, a collaborare con le istituzioni, le imprese e le categorie degli imprenditori, dei professionisti e dei lavoratori della vicina città affinché il rilancio del distretto orafo determinato dall’insediamento di prestigiosi marchi di gioielleria, possa determinare una positiva ricaduta in termini di opportunità occupazionali con particolare riguardo alle nuove generazioni di lavoratori del settore, nonché nei conseguenti fenomeni di indotto per nuovi insediamenti nel settore dei servizi. Valuto positivamente il lavoro di rete con il Comune di Valenza».

La storia della “Cascina dell’Orefice”, fulcro dell’insediamento inaugurato nel 2017 da Bulgari, ha radici lontane e risale all’arrivo, nel 1817, del vogherese Francesco Caramora, commerciante in preziosi, che apre una bottega a Valenza in Contrada Maestra, registrando il marchio. In meno di dieci anni raccoglie risorse sufficienti per acquistare una cascina ai Piani di Pecetto (oggi è la frazione Pellizzari) che sarà poi individuata nelle mappe di fine Ottocento con il nome di “Cascina dell’Orefice”. La storia economica e  produttiva dei due Comuni torna a intrecciarsi nuovamente perché lo sviluppo dell’insediamento Bulgari interessa un’area compresa fra i territori dei due Comuni. L’edificio originario è stato ricostruito e ampliato, grazie a una struttura interamente in vetro che riprende in chiave contemporanea la sagoma originale della vecchia cascina. Di fronte a Bulgari c’è l’area dell’ExpoPiemonte, acquisita da Damiani e che dal 2022 sarà sede di un nuovo polo del lusso, di un museo e di un centro di formazione.

Ma non è tutto. Massimo Barbadoro, assessore al lavoro, attività economiche, formazione e pubblica istruzione del Comune di Valenza, annuncia che a ottobre arriverà a Valenza una televisione giapponese per effettuare un servizio sul distretto orafo e sulla città, mentre per novembre c’è la possibilità di esporre alcune decine di pezzi della gioielleria valenzana in una location esclusiva a Shanghai, oltre all’opportunità di avere un desk, sempre riservato al distretto, nell’ambito di un evento organizzato per promuovere scambi culturali ed economici fra Cina e Italia.