Borgoglio: “La multiutility può ancora essere la gallina dalle uova d’oro per Alessandria: ma per farne cosa?” E sulle elezioni del 2017….

Borgoglio nuovaSe gli ricordi che “lui l’aveva detto”,  sorride con ritrosìa. Noblesse oblige: da politico navigato, Felice Borgoglio ragiona ‘in campo lungo’ e guarda avanti. Sulla soluzione ‘multiutility unica’, con ‘incorporazione’ di ATM in AMAG, si limita a ricordare “ci hanno messo quattro anni: ma meglio tardi che mai. Ora però è decisivo il come”.

Eh già, perché il diavolo sta sempre nei dettagli, e l’ex sindaco di Alessandria e parlamentare del Psi sa bene che un conto è caricare sulle spalle della partecipata che già gestisce acqua, gas e raccolta rifiuti (non lo smaltimento, sempre appannaggio di Aral) la sola ‘zavorra’ del trasporto pubblico locale su gomma, ossia un servizio destinato a vivere, o meglio sopravvivere, di trasferimenti regionali e comunali sempre più ‘magri’, altro è inglobare anche il lucroso (se gestito con competenza) business dei parcheggi, più altre varie ed eventuali. Ma l’aria che tira a Palazzo Rosso, su questo e altri temi, pare piuttosto confusa.

Nonostante alcuni chiarimenti ‘di metodo’ circolati negli ultimi giorni, si è ancora nella fase esplorativa per l’affitto dei rami d’azienda di AtRavetti nuovam da parte di Amag, e in tanti, soprattutto a sinistra ma non solo, si chiedono quale sia la reale visione che sta dietro l’affermazione del sindaco Rossa “Il comune deve essere una holding”,e se un progetto complessivo che guarda al futuro della città davvero esista.

Del resto, proprio la settimana scorsa dalle colonne ‘virtuali’ di questo giornale un esponente autorevole del Partito Democratico, il consigliere regionale Mimmo Ravetti, lo ha detto chiaramente: tocca ai sindaci dei centri zona della provincia farsi motore del rilancio del territorio: “o sette giganti, o sette nani”. 

Di questo e altro discutiamo con Felice Borgoglio, con lo sguardo già pienamente proiettato sulla scadenza elettorale del 2017, e sui possibili conseguenti scenari.
Comune Alessandria basso altoOn. Borgoglio, nell’intervista della settimana scorsa Mimmo Ravetti dice: “non viviamo tempi di gestione ordinaria, ma di necessaria rapida trasformazione: e tocca ai sindaci fare da capofila di questo cambiamento”. Condivide?
Sì, completamente. Se sono in grado di farlo naturalmente, ma quella è la strada obbligata. Il nostro territorio, in termini provinciali, attraversa una fase di forte declino, e la situazione è già di emergenza, e rischia di precipitare. Penso all’economia, naturalmente, ma anche all’ambiente. Due macro aree in cui, senza un progetto comune e condiviso, e la messa a punto di un disegno che abbia un orizzonte medio-lungo, non si va da nessuna parte.

Intanto ad Alessandria sta succedendo quel che lei predica da anni: ossiaAmag sede alessandria si va verso un’unica multiutility che pare ingloberà anche il trasporto su gomma. Soddisfatto?
Mica tanto: prima di tutto si sono persi 4 anni. Questa operazione andava fatta subito, nel 2012, e l’acuirsi di tanti problemi si sarebbe evitato. Ma soprattutto occorre guardare avanti, e chiarire quale sarà il ruolo di questa multiutility. Che in sé è solo un contenitore: tutto dipende da cosa ci metti dentro, ma anche e soprattutto da come la gestisci, in quale prospettiva e con quali progetti. Certamente la multiutility può ancora essere la gallina dalle uova d’oro del comune di Alessandria, ad alcune condizioni.

AtmQuali? Partiamo dal caso ATM….
Il trasporto pubblico è un elemento essenziale all’interno del piano di mobilità urbana, ma lo devi ‘incastrare’ all’interno di un disegno chiaro, fatto di scelte precise in termini di Ztl, parcheggi, qualità della vita e dell’aria nel centro di Alessandria, e ovviamente sviluppo economico e commercio. ATM deve offrire servizi di qualità, commisurati alle esigenze di oggi, che non so più quelli degli anni Settanta o Ottanta. E in questo quadro ciò che può rendere, come la gestione dei parcheggi, lo devi tenere in house, non pensare di appaltarlo all’esterno.

Il timore tra le maestranze è alto: si aspetta solo che venga calata laDe Capitani Stefano mannaia, per dimezzare gli occupati. Le parole del presidente di Amag, De Capitani, sono del resto state chiare al riguardo, ma i sindacati per ora tacciono….
Anche lì serve chiarezza: bisogna saper offrire più servizi, ovviamente remunerati, ossia che portino introiti. In quel modo avrai anche la possibilità di non licenziare, ma impiegando le persone in maniera diversa: meno scrivanie, più servizi. Lo dico da qualche anno….però chi ci sta amministrando presenti un progetto vero, se ce l’ha.

 

Teleriscaldamento lavori quartiere CristoLei sì è anche molto battuto contro il grande progetto di teleriscaldamento cittadino: lì a che punto siamo?
Attendiamo sviluppi, ma soprattutto ripensamenti. Quel progetto per il gruppo Amag sarebbe assolutamente nocivo, porterebbe ad un forte ridimensionamento della sua quota di mercato, senza peraltro, per tanti motivi che da anni elenchiamo, generare significativi benefici per gli alessandrini. Oltretutto anche le modalità con cui è stato predisposto il bando sono penalizzanti per la stessa Amag: spesso si ha l’impressione che, a Palazzo Rosso, la mano destra non sappia cosa fa la sinistra. E questo non è tranquillizzante.

Ma la multiutility, a suo giudizio, deve rimanere alessandrina, o aprirsi al mercato, con il rischio di finire poi ‘inglobata’ da qualche player di maggio peso? I nomi girano da anni…
Non si può escludere a priori di reperire risorse, e quindi anche soci, sul mercato. Deve essere chiara però la volontà e scelta politica di mantenere la testa e il controllo della multiutility in Alessandria. E poi c’è la parola chiave, che va non solo enunciata, ma praticata, che si chiama innovazione. Basta documentarsi, guardarsi attorno, attingere da altre esperienze, italiane e straniere. Dai rifiuti ai trasporti, alla viabilità cittadina e non: penso solo, per fare un esempio, agli strumenti per illuminare le strade, ma anche al contempo per controllarle: oggi esistono tecnologie davvero nuove, a bassissimo consumo e ‘intelligenti’, che si ripagano da sole, in brevissimo tempo, e consentirebbero davvero di fare un salto in avanti epocale. Occorre investire, ma investire bene, appunto.

Intanto, onorevole Borgoglio, tra qualche mese (con un paio d’anni diPonte Meier 4 ritardo) dovrebbe esserci l’inaugurazione del ponte Meier, e entro fine anno con un po’ di fortuna anche il rifacimento di piazza Santa Maria di Castello: saranno due biglietti da visita elettorali di peso?
Francamente non credo, anche se comprendo che ci possa essere il tentativo di provarci. Il ponte è un progetto addirittura del sindaco Calvo, e ci abbiamo messo vent’anni o quasi a realizzarlo: e con una serie di scelte e di responsabilità collettive che ci porterebbero lontano. Piazza Santa Maria di Castello aspettiamo di vederla, naturalmente: io ricordo che anni fa ci fu uno splendido progetto dell’architetto Testa, purtroppo scomparso nel frattempo, che ero tutto orientato al verde, all’acqua, al recupero ambientale e alla valorizzazione della chiesa. Peccato sia stato ignorato.

A proposito di professionisti e professioni: ad Alessandria non ci sarebbe bisogno di un loro maggior coinvolgimento nella messa a punto di progetti che rilancino il territorio? Associazioni professionali, del commercio, della cultura. I famosi stake holders che fanno, insomma?
Il mondo delle professioni oggi ad Alessandria soffre più di altri, e più che altrove. Peraltro anche perché poco abituato a soffrire, probabilmente. Certamente anche lì serve uno scatto d’orgoglio, una maggior voglia di partecipare e contare davvero. OBarberis sciarpa Alessandria ritrova la sua identità, e la voglia di essere capoluogo e di lavorare sul futuro, o il drammatico declino che stiamo vivendo andrà accelerando, e diverrà autentica emergenza. In questa inversione di tendenza serve però che la politica giochi un ruolo centrale, e sono d’accordo con Giorgio Barberis quando dice che, pur con alcuni pregiudiziali fondamentali, oggi è tempo di pensare ad un progetto che abbia un respiro trasversale, senza pregiudizi ideologici.

 

Di Masi esultaBarberis cita anche, sia pur come battuta, il presidente dei Grigi Di Masi come possibile prossimo sindaco…
(sorride, ndr) Non so se può essere interessato, ma certamente qualsiasi alessandrino oggi associa il nome Di Masi ad un momento bello, ad un progetto di orgoglioso rilancio di Alessandria, che con lui è tornata a brillare non solo a casa nostra, ma in tutto il Paese, addirittura con rilanci internazionali. Così come qualsiasi alessandrino associa il nome dell’attuale sindaco di Alessandria Rita Rossa al dissesto, e al degrado della città.

 

Doppio accostamento che non passerà inosservato onorevole, si prepari.Partecipazione democratica Quindi Partecipazione Democratica sta preparando, per il 2017, un candidato ‘col botto’, alternativo al PD, e puntando ad alleanze trasversali?
Il Partito Democratico ha tante anime diverse, che non sono tutte uguali. Certamente, a partire dal suo premier Renzi, commette un grave errore se pensa di poter ignorare che la sinistra italiana non è, non potrà mai essere solo PD. Noi ad Alessandria potremmo essere nel 2017, come già capitò altre volte in passato, un laboratorio importante, che anticipa certe dinamiche nazionali. In questa fase non conta però il nome del candidato sindaco (che non c’è ancora, davvero: e comunque non lo direi), ma la capacità di coagulare forze, competenze, capacità, entusiasmo. Pensando appunto non solo ai partiti di sinistra in senso classico, mai ai ceti produttivi, al mondo delle professioni e del commercio, a tutti coloro che hanno a cuore Alessandria, e non si rassegnano a vederla nelle condizioni di decadenza e disagio in cui è precipata.

Polizia sicurezzaA proposito di disagio, onorevole, non possiamo ignorare la questione sicurezza dei cittadini. Tanti gli episodi recenti, anche eclatanti: dal ragazzo derubato in pieno giorno ai giardini della stazione, alla giornalista Emma Camagna imbavagliata in casa. Fingere che gran parte di questi atti siano compiuti da stranieri è ipocrita, e significa solo inasprire l’animo della popolazione, e il disagio diffuso.
Uso un termine chiaro: tolleranza zero verso chi compie questi atti. Che si tratti di stranieri o italiani non importa nulla. Occorrono pene severe, interamente applicate e scontate. Così come non si può ignorare che grandi concentrazioni di stranieri (nel centro storico di Alessandria siamo ormai ad un terzo della popolazione), senza adeguate e concrete politiche di integrazione, generano per forza situazioni di disagio, di tensione, di pericolo. Anche qui, serve la politica seria e responsabile: Alessandria ha una grande tradizione di accoglienza, che non deve venir meno. Ma accoglienza significa appunto avere un progetto, e capacità di programmazione e controllo. Che oggi indubbiamente mancano, o sono insufficienti.

Ettore Grassano