Fortunati gli ovadesi: ci vorrebbe un assessore Capello in ogni città! [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

Capello Sergio 11) A Sergio Capello, assessore ai Lavori Pubblici- Servizio Idrico e Viabilità del Comune di Ovada. E’ da una vita che non sento parlare di cantonieri soprattutto comunali: ebbene, a Ovada l’assessore Capello ne sta rilanciando l’importante funzione e suppongo ne controlli personalmente il lavoro. Questo deve essere il suo segreto di buon amministratore: in prima linea per rendere la sua città un luogo accogliente. Un amministratore così ci vorrebbe in ogni città sempre che gli venga data la possibilità di esprimere la sua voglia di lavorare. Per abitudine leggo molto anche sulle vicende delle diverse città della nostra provincia, e da mesi sono stata colpita da un assessore ovadese abituato a ‘spendersi’ in prima persona sulle deleghe assegnate. L’assessore Capello, oltre a comparire spesso sul quotidiano ligure nelle pagine del basso Piemonte, a volte è anche intervistato dalla nostra TV locale 7/Gold, che mi ha portato a scoprirne le qualità. Non lo conosco personalmente, ma caspita quanto è attivo, e sforna pure buone e semplici idee che riesce a mettere in pratica. Non deve essere un tipo in giacca, camicia inamidata, cravatta, pantaloni con risvolto stracadente sulla calzatura e scarpe lucide che paiono appena uscite dal negozio, e neppure lo immagino consumare la cadrega della scrivania. Sergio Capello è ancora un politico di un tempo, perché vorrebbe più cantonieri a disposizione per tenere in ordine il verde, i rii alla periferia della città, i fossi, ed effetturare lo sfalcio degli alberi che coprono i cartelli segnaletici. L’utilizzo dei cantonieri come una task force di uomini muniti di badile per aprire passaggi e liberare dalla neve la rete dei vicoli e scalette tipiche del centro di Ovada non è male, il lavoro dell’uomo è sempre più efficace in certe situazioni di un mezzo meccanico. Interessante quando ho letto che per salvaguardare gli alberi che oscuravano i punti luce di un viale, Capello ha escogitato il sistema di far abbassare i pali senza toccare il verde. In questi giorni sta lavorando per sistemare strade, aiuole ma c‘è molto di più e mi devo fermare. Con un po’ di invidia concludo: ovadesi siete fortunati.
Voto: 10

 
3) Alla Sindaca di Alessandria Rita Rossa. Un brutto voto, certamente indiretto,Rossa Rita 23perché non saprei a chi destinarlo se non a chi è responsabile della cura del verde e dei nostri monumenti. Quindi ci sarà un assessore, un dirigente di area, funzionari vari, dipendenti, consiglieri di maggioranza che potrebbero suggerire a chi preposto ciò che vedono tutti i giorni in giro per Alessandria. Sarà la signora sindaca, se vuole, a decidere chi sollevare dalla “cadrega”. Argomento: lo stato di degrado in cui versa uno dei pochi monumenti di questa città, ossia quello dedicato alle vittime dell’alluvione del 1994, al Parco Carrà in viale Milite Ignoto. Sono consapevole che abbiamo avuto una calda estate, ma in quel piccolo triangolo di verde due secchi di acqua (anche del Tanaro, che è gratis) ogni tanto cosa sarebbero costati, se non una minima fatica di qualche addetto? In quel modo perlomeno si sarebbe riusciti a mantenere in vita il ciuffo della piantina centrale, e un minimo di cura per la siepe. Siamo a metà ottobre, fra venti giorni Monumento alluvione Parco Carràricorrerà il 21esimo anniversario di quella disastrosa alluvione. Forse quindi a qualcuno degli uffici del Palazzaccio rosso verrà in mente di mandare a riordinare quel monumento, ma poi? Capisco che sono passati già 21 anni, ma scurdammoce ‘o passato non dovrebbe diventare una regola, unita al degrado in generale di cui sta soffrendo la città. Non funziona così, ritengo che quella tragedia non debba mai essere dimenticata. Quel fatidico 6 novembre 1994 l’alluvione e lo straripamento del fiume Tanaro misero in ginocchio la città, in quella che ancora oggi è ricordata (purtroppo solo da alcuni) come una delle pagine più brutte di Alessandria. A quelle tante vittime innocenti, forse anche del maltempo, ma pure di errori umani, si deve rispetto e non solo nel giorno dell’anniversario.
Voto: 3

3) Al potere politico monocratico.
Mi è stata posta questa domanda: “ma perché ce l’hai sempre con quella poveraRenzi bullo donna? E perché ce l’hai sempre con i partiti che compongono il centro sinistra?”. Ecco la mia risposta: “oh bella, con chi me la dovrei prendere se le cose non vanno, con chi non governa ed è all’opposizione?”
Al momento e fin che dura, la “povera donna” che sarebbe la sindaca del Comune di Alessandria è anche la presidente della Provincia, quindi Palazzo Rosso e Palazzo Ghilini sono entrambi nelle mani di Rita Rossa, del PD e dei partiti che compongono il centro sinistra. Un centro sinistra impropriamente considerato progressista, ma che oggi nulla ha a che fare con tale definizione, perché progressita significa sostenere il progresso e lo sviluppo democratico della società, ma a quanto pare la “democrazia” e il “progresso” se lo sono perso per strada, e mai come adesso la distanza tra le istituzioni dette democratiche progressiste e le persone è diventata abissale. Partendo da casa nostra, la politica della “povera donna” è puntualmente contestata anche dai suoi, e in particolare dai Moderati e da SEL. Alcuni buoni assessori sostituiti, cambio di segretari in soli tre anni, e sulla “povera donna” mi fermo sperando di aver chiarito sul ripetersi dei voti negativi delle pagelle. Adesso proseguiamo con il centro sinistra, per rispondere a chi mi accusa di attaccare quella parte politica. A Roma abbiamo un presidente del consiglio che Giampaolo Pansa, in una spassosa intervista su Sette/Corriere della Sera definisce “Ganassa, uno spaccone che si occupa principalmente di piazzare i suoi sulle poltrone giuste”. Ma il “dem progressista” Renzi e la sua squadra, a mio parere, si stanno dimostrando per niente democratici e poco progressisti.
Poi c’è la Regione Piemonte: un Chiamparino piazzato anzi imposto per quella poltrona, anche lui con grane in merito a firme sospette in campagna elettorale (per ora salvato a luglio dal TAR), e che sta tagliando su sanità, trasporti etc. Poco interessato alla condivisione democratica anche con gli esponenti del suo partito in un territorio ritenuto marginale come l’alessandrino. I sindaci di casa nostra e le segreterie locali del PD sono molto arrabbiati per le scelte che il potere regionale riserva alla nostra provincia. Ecco spiegato dunque: il mio non è accanimento ma valuto i fatti, e la mancanza di trasparenza e democrazia.
Voto: 2