Coldiretti: “Vendemmia 2015? Ottimi presupposti per un’annata da ricordare”

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Le condizioni climatiche hanno creato le condizioni per una vendemmia ottima dal punto di vista qualitativo con un produzione stimata in aumento dal 5 al 10 per cento rispetto ai valori minimi dello scorso anno.

In provincia di Alessandria la situazione è ancor più rosea rispetto al quadro nazionale: l’uva nonostante il grande caldo non ha subito rallentamenti nel proprio sviluppo mentre i parassiti fungini sono stati contenuti con grande facilità.

Le uve si presentano quindi sane, ricche in zuccheri e, al  momento, si può già affermare, di colore e non si stima che questa situazione possa venir particolarmente ribaltata da un improvviso peggioramento delle condizioni atmosferiche.

E’ quanto afferma la Coldiretti che nel tracciare un bilancio a quasi un mese dall’inizio della vendemmia in Italia che attiva un motore economico che genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da occupazione a 1,25 milioni di persone. Ci sono le condizioni per una annata da ricordare nel settore del vino che ha fatto segnare un valore record nelle esportazioni con un incremento del 6 per cento in valore delle esportazioni, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi 5 mesi del 2015.

“Anche se molto dipenderà dal mese di settembre nel corso del quale si concentrano le operazioni di raccolta. – sottolinea il presidente Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino – Le condizioni climatiche con il grande caldo hanno accelerato i processi e anticipato la raccolta che si classifica come la seconda più precoce dal dopoguerra, seconda solo a quella del 2003, l’anno di una storica siccità, quando iniziò il 2 agosto”.

In Italia la vendemmia è partita con le uve pinot e chardonnay in un percorso che sta proseguendo con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone.

“In provincia di Alessandria si stanno ultimando le vendemmie del Dolcetto mentre ha avuto avvio la raccolta del Grignolino. – ha proseguito il direttore Coldiretti Alessandria Simone Moroni –  Si prevede per l’ultima decade del mese di settembre l’inizio anche della raccolta delle Barbere più precoci. Auspichiamo in un clima settembrino ancora mite su tutto il nostro territorio alessandrino che detiene una superficie vitata di circa 11 mila ettari e, che nel 2014, ha registrato una produzione di oltre 1 milioni di quintali di uva da vino”.

Le stime della Coldiretti dunque saranno progressivamente definite perché molto dipenderà dalle prossime settimane in cui si inizierà a raccogliere tutte le altre uve e dall’andamento climatico del settimane precedenti la raccolta. In ogni caso lo stato fitosanitario dei vigneti è in tutta Italia molto buono con assenza di situazioni di criticità e la qualità attesa è ottima.

Se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.

“Per la provincia di Alessandria – ha aggiunto Alberto Pansecchi, tecnico vitivinicolo Coldiretti Alessandria – sono previsti incrementi di produzione attorno al 10 per cento in più rispetto alla produzione 2014 ma ancora al di sotto di quella che è la produzione di un’annata normale”.

“L’andamento stagionale fin qui favorevole e i rilievi che si stanno facendo inducono all’ottimismo sulla qualità del prodotto di quest’anno. A favorire tale situazione anche un cambiamento del modus operandi in viticoltura – ha aggiunto Paravidino – al diserbo chimico sta subentrando sempre più la lavorazione meccanica per il controllo delle infestanti e la lotta ai parassiti avviene attraverso l’utilizzo della lotta integrata che vede notevolmente diminuito l’uso dei fitofarmaci.

Al momento ci sono tutte le condizioni per un’annata da ricordare e per far sì che il vino Made in Piemonte, grazie ai suoi alti standard qualitativi, continui ad essere molto richiesto anche all’estero: il mercato statunitense, in particolare, assorbe oltre il 30% dell’export di vino piemontese  e nel 2014 le esportazioni negli USA hanno raggiunto i 200 milioni di Euro.

L’unica incognita è, ovviamente la grandine: è questa, infatti, in questo periodo, la più temuta delle avversità per i danni irreversibili che provoca ai grappoli, deprimendone irreversibilmente lo standard qualitativo.