5 domande a… Episcopio

Coniglio_Episcopiodi Andrea Antonuccio

Puntuale come la varicella, e più “prezioso” di Antonio Conte, torna con una riflessione a tutto campo il nostro editorialista (per ora a riposo, poi chissà…) Episcopio, un coniglio con pochi peli sulla lingua. Lo abbiamo intervistato in questi giorni nel suo buen retiro toscano, dove si sta godendo qualche meritato giorno di riposo. Sentiamo allora che cosa ha da dire il nostro Epi, su Alessandria e dintorni. Buona lettura!

1) Caro Episcopio, dalla nostra ultima intervista che cosa è cambiato ad Alessandria?
Eh, bella domanda… non mi sembra sia cambiato molto, a dire il vero. C’è anche da dire che in questi casi si tende a partire dalla politica e dai suoi rappresentanti, per stilare la solita classifica dei buoni e dei cattivi. A me interessa invece capire se sta cambiando qualcosa nel tessuto sociale, nelle aggregazioni, nei gruppi. E la risposta, francamente, non è positiva. Sono convinto che nella nostra città ci sia la tendenza a pensare che sia la politica a dover risolvere i problemi, sempre e comunque. A mio modesto avviso, invece, la politica dovrebbe supportare e non creare ostacoli a chi ha voglia di fare. Ma oggi c’è ancora qualcuno che ha voglia di fare, qui da noi? Mi sembra questa la domanda reale che tutti noi dovremmo farci.

2) Siamo veramente una città “grigia”, come da stereotipo?
Non voglio girarci intorno: sì, siamo una città grigia, con qualche zona colorata. Siamo indietro su molte cose, e questo chi gira un po’ lo sa. E soprattutto ci manca l’elemento che fa la fortuna di altre zone d’Italia e del mondo: ci manca il senso di appartenenza e l’orgoglio di essere alessandrini. Senza questo, dissesto o non dissesto, non andremo molto lontani.

3) E come si può recuperare questo orgoglio?
Smettendola innanzitutto di piangerci addosso, sempre e comunque. In secondo luogo, valorizzando le eccellenze della nostra città. Guarda che questo è un aspetto un po’ “complicato”, perché scatenerebbe (e scatena) l’invidia e il rancore dei mediocri. E tu sai bene quanto la nostra società (non solo alessandrina) sia strutturata per salvaguardare il mediocre. In terzo luogo, se fossi un amministratore locale, andrei a vivere qualche mese in una città simile ad Alessandria, in Italia o all’estero… questo per imparare come si valorizza quel poco o tanto che si ha. Forse qui da noi i nostri “capoccioni” pensano di sapere fare loro, senza chiedere un aiuto agli altri. Poveri illusi, loro e noi!

4) Sei scatenato… Qual è allora il più grande difetto degli alessandrini?
Guardarsi l’ombelico, pensando che la vita sia quella che scorre tra Tanaro e Bormida! Ti faccio un esempio: il mondo è in fiamme, da un momento all’altro potrebbero accadere cose catastrofiche… ma secondo te, a quanti alessandrini interessa veramente? Chi ne parla, al bar o nei luoghi di lavoro? Quale parte politica prende sul serio questi temi, senza farne una bandiera pro o contro qualcuno? Ecco, questa miopia molto alessandrina credo sia il più grosso difetto dei miei concittadini. Non proprio di tutti, ma certamente di molti.

5) Ultima domanda: chi nomineresti “Alessandrino dell’anno”?
(solleva gli occhi dal cocktail alla carota, e si fa serio) Ti faccio alcuni nomi, ma ti avverto che escluderò politici e amministratori. La mia è una classifica per così dire “di simpatia”, e spero che nessuno si offenda se non viene citato. In ordine sparso: Tony Frisina, un amico grande e sincero che con il suo blog ogni settimana mi fa conoscere un pezzo di storia di Alessandria; Simone Lumina un irriducibile lottatore e un fantastico “cazzaro”; Massimo Brusasco, uno che sa ancora ridere e far ridere; la signora Graziella Zaccone Languzzi (alias GZL), inesauribile e indispensabile “martello pneumatico”; Ettore Grassano, un vero professionista oltre che amico dai tempi del liceo, che ha messo in piedi un giornale online (lui lo chiama magazine, perché fa figo) che fa veramente opinione. E infine (qui Epi si commuove) vorrei ricordare Paolo Zoccola, che ha fatto parte della squadra di CorriereAL con l’intelligenza e l’umiltà che solo i grandi uomini sanno avere. Come ti ho detto, ho evitato i politici… di loro si parla fin troppo. Buon ferragosto a tutti!