Piccoli comuni, grandi amministratori [Controvento]

Elezioni 2014di Ettore Grassano

Travolti dalla grancassa della campagna elettorale per le europee e per le regionali, e dal loro (inevitabile?)  ‘codazzo’ di polemiche e veleni, rischiamo forse di considerare le elezioni per il rinnovo dei consigli comunali in programma il 25 2 26 maggio come evento ‘minore’.

Ma così non è, per tanti diversi motivi. Al di del fatto che, in provincia di Alessandria, si vota in ben 149 dei 190 comuni del territorio (a partire da 4 centri zona: Casale Monferrato, Tortona, Novi Ligure, Ovada), coinvolgendo quindi un numero assai significativo di elettori, ciò che più appare rilevante è che proprio lì, nei piccoli comuni, la politica si giocherà ancora quel poco di credibilità che altrove, almeno in questa fase, sembra aver perso.

Chiunque viva in un piccolo o piccolissimo centro sa che fare l’amministratore locale non è certo questione di potere, o di carriera, ma di prestigio personale sì, eccome. Quel prestigio che deriva dall’impegnarsi (gratuitamente: perché sindaci, assessori e consiglieri comunali a quei livelli ricevono rimborsi neanche sufficienti a coprire le spese che inevitabilmente vengono affontate: non certo a ripagare l’impegno profuso) per la propria comunità, e dalla soddisfazione di riuscire a risolvere problemi collettivi, e a far fare passi in avanti al proprio paese, nonostante i tempi difficili.

In questi anni abbiamo avuto il piacere di conoscere, e spesso intervistare, numerosi sindaci e amministratori di piccole realtà, e non c’è ragione di schieramento o partito che tenga: quando li senti ragionare, capisci subito che pensano al loro paese in termini di interesse generale, non di simbolo di partito (di cui pure spesso sono espressione, se non altro a livello di lista civica più o meno orientata).

E capisci anche che, ormai, essere primo cittadino di un comune anche molto piccolo significa studiare, e prendere confidenza con leggi, direttive e normative che non possono essere ignorate, pena l’incorrere in gravi sanzioni, per l’ente e per se stessi.

E poi c’è stata, in questi anni, la complicazione di tributi locali ‘scriteriati’, spesso incassati solo come esattori, per conto dello Stato. E poi quell’altra follia del patto di stabilità, per cui un comune piccolo e finanziaramente ‘virtuoso’, ossia con i conti in regola, non può decidere di spendere magari xxx mila euro per un’opera pubblica necessaria, perchè bisogna rispettare normative generali, pensate ‘ad hoc’ per i bilanci in profondo rosso delle amministrazioni più grandi, a partire dalla capitale e dalle città metrolitane.

Insomma, piccoli comuni e grandi amministratori davvero spesso non è solo una battuta, ma una verità che va riconosciuta. E a quanto pare, mentre ad esempio in Francia durante le recenti elezioni amministrative in non pochi comuni non si è riusciti a trovare chi volesse candidarsi come sindaco, a casa nostra il senso civico, e di appartenenza, sembra ancora prevalere sul cinismo e la voglia di ‘lavarsene le mani’. Insomma, a maggio le elezioni comunali saranno davvero, delle tre in programma, le più importanti. E i cittadini se ne rendono conto perfettamente.