Odiare: perché? [Psicologia in pillole]

di Sara Poggio

 

 

“Poche persone riescono a essere felici senza odiare qualche altra persona, nazione o credo”. In poche, semplici parole, Bertrand Russel riassume la complessità e la pervasività di un sentimento che sempre più sembra diventare protagonista attivo della nostra storia quotidiana, politica e sociale. Ma perché ci odiamo? E come possiamo imparare a comprendere e a gestire un sentimento che fa parte di noi tanto quanto l’amore?

Per confrontarsi su queste e altre domande il network di Alessandria dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte ha promosso l’organizzazione del convegno “Odiare: perché?”, che si terrà sabato 19 maggio dalle 10 alle 12.30 a Palazzo Monferrato (Via San Lorenzo 21, Alessandria). Un momento di incontro e confronto pensato non solo per i professionisti, ma per tutti coloro che sentono la curiosità di saperne di più su un aspetto tanto problematico quanto attuale della nostra vita.

Protagonisti della mattinata saranno il dott. Luciano Peirone, psicologo e psicoterapeuta esperto in aggressività e violenza, e alcune delle associazioni che sul nostro territorio si occupano di diritti e si battono per le integrazioni (Non Una Di Meno, Tessere le Identità, Afeva e Coop. VersoProbo). Per avere un assaggio della giornata a cui tutta la popolazione alessandrina (e non) è invitata, vi propongo l’intervista fatta al dott. Peirone, che aprirà il convegno con una Lectio Magistralis.

Dott. Peirone, lei da molto tempo si occupa di aggressività, terrorismo e odio: da dove nasce il suo interesse per queste tematiche tanto complesse quanto attuali?
Sin da adolescente sono stato molto sensibile a tutto ciò che fosse aggressione, violenza, sopraffazione, guerra e metodo scientifico, al punto tale che la mia tesi di laurea venne ispirata dai due grandi psicoanalisti Melanie Klein e Franco Fornari, risultando incentrata sui concetti di psicoanalisi, scienza dei conflitti e scienza dell’aggressività, con relativa responsabilità umana.
In seguito, a partire dalla tragedia delle Torri Gemelle e del Pentagono e in sinergia con il Prof. Philip George Zimbardo della Stanford University, ho focalizzato la mia attenzione sul cosiddetto “Terrorismo Estremo”, giungendo a curare l’e-Book LA VITA AI TEMPI DEL TERRORISMO (un’opera pubblicata senza scopo di lucro e diffusa in migliaia di copie gratuite dall’Ordine degli Psicologi del Piemonte) come pure il recente Convegno su Terrorismo, Radicalizzazione e Violenza Estremistica (Torino, 9 maggio 2018).

Qual è il contributo che la psicologia può dare per comprendere le ragioni di un sentimento che, apparentemente, non conosce ragioni?
L’odio è un disturbo della affettività, con il profondo e duraturo desiderio di far del male a qualcuno. Non va confuso con l’ira/rabbia, disturbo dell’affettività che può essere anche esplosivo ma è momentaneo e passeggero. È un sentimento (come pure un comportamento) un po’ più freddo dell’ira, decisamente “calcolato”, più “ruminato/rimuginato” silenziosamente anche per lunghi periodi, per poi esplodere in modo ancor più potente e distruttivo: una aggressività non come “iniziativa” ma come “distruzione” e anche come “piacere di fare il Male”, e quindi con un facile sconfinamento nella violenza e nel sadismo.

Questo appuntamento di Alessandria non è rivolto solo agli psicologi, ma soprattutto alla cittadinanza: perché è importante esserci?
Tutti, anche i non-specialisti, dovrebbero (devono!) conoscere almeno i più elementari principi di funzionamento della vita mentale: soprattutto la varietà e la complessità delle emozioni; in particolare il peso che hanno, nella vita quotidiana, l’aggressività, la violenza, l’odio, i sentimenti/affetti positivi e quelli negativi, quelli produttivi e quelli improduttivi o addirittura dannosi.
È importante sapere che l’odio potenzialmente risiede dentro ognuno di noi. Il dottor Jekyll e Mister Hyde purtroppo convivono nella fondamentale ambivalenza che caratterizza l’Essere Umano.
L’Essere Umano può essere Buono oppure Cattivo, e il confine che separa queste due facce della stessa medaglia risulta sottile e a volte facilmente valicabile: senza che ce ne rendiamo conto più di tanto, a causa del conflitto fra Conscio e Inconscio, come proprio la psicoanalisi ha scoperto e sottolineato.

Qual è secondo lei il sentimento che si può contrappore all’odio?
Sicuramente l’amore, ma non un generico “richiamo all’amore e alla bontà intrinseca all’Essere Umano”. Purtroppo è intrinseca anche la Cattiveria, persino la Crudeltà. Non bastano i pur validi richiami agli astratti “valori”: occorrono anche le concrete “azioni”. L’amore va costruito giorno per giorno, con pazienza e fatica. È non è cosa semplice.
Non bisogna mai dimenticare che la Vita (e con essa la Psiche) costituisce un quotidiano “luogo di scontro” fra queste due fondamentali emozioni: amore e odio. Detto con altre parole, in ogni momento dovremmo, noi tutti, nessuno escluso, saper attivare l’Amore contrapposto all’Odio, l’Eros contrapposto a Thanatos, la Pulsione di Vita contrapposta alla Pulsione di Morte. Si tratta, in fondo, di mantenere o acquisire quella sensibilità capace di produrre l’umanizzazione contrapposta alla de-umanizzazione.

L’incontro è gratuito e aperto a tutti, perché non andare?

 

Dr.ssa Sara Poggio-Psicologa, Psicoterapeuta Cognitiva
poggio_sara@libero.it
In Forma Mentis-Studio di Psicologia e Chinesiologia, Acqui Terme