Federico Chiodi: “mi ricandido con un programma attuabile, concreto e senza ideologismi”

#Messaggio politico elettorale – Publiredazionale# Mandatario Vittorio Savarro per candidato sindaco Comune Tortona Federico Chiodi

Federico Chiodi, classe 1978, insegnante di lingue, si ripresenta alle elezioni comunali di Tortona chiedendo di essere rieletto sindaco, con la stessa coalizione di centro destra che lo ha sostenuto 5 anni fa (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e la lista civica Fabio Morreale).

Quando gli chiediamo qual è il segreto per tenere insieme una coalizione così ampia ci confessa che “fondamentali sono stati la stima, il rispetto e l’amicizia, ma anche l’aver affrontato tante difficoltà insieme (mi riferisco ad esempio alla pandemia) ha rafforzato i legami”.

Ma parliamo del programma, come definiresti quello che presenti ai cittadini tortonesi come proposta amministrativa per i prossimi 5 anni?
Prendo in prestito questa definizione da un amico giornalista che ne ha parlato come di un documento “concreto e senza ideologismi”. Concreto perché affronta le esigenze reali dei cittadini per migliorare la loro quotidianità e senza ideologismi perché, al di là della nostra appartenenza politica, credo che fare bene a livello locale significhi (direttamente o indirettamente) fare bene per tutti e con buon senso.
Certamente lavoro, incentivi per l’economia, lo sviluppo del turismo e del commercio sono temi a noi cari e, non a caso, sono anche tra i punti più rilevanti all’interno del nostro programma. Una città economicamente florida, con i conti pubblici in ordine, è una città dove ci sono servizi per i più fragili, dove ci sono opportunità lavorative per tutti, specie per i più giovani e dove la qualità della vita è soddisfacente.
Proprio per questo abbiamo inserito proposte che puntano a far crescere vivibilità e socialità. D’altronde il nostro programma non è “calato dall’alto” ma scritto con l’attiva collaborazione dei 64 candidati delle liste che mi sostengono: persone comuni, tortonesi che vivono la loro città e ne colgono esigenze e necessità reali.

Allora scendiamo nel concreto. Cosa avete pensato per lavoro ed economia?
Molto è già stato fatto negli ultimi cinque anni e vogliamo proseguire nel solco che abbiamo tracciato: penso ai 400 mila euro del Distretto Urbano del Commercio stanziati dalla Regione Piemonte ai quali si aggiungono i circa 200 mila investiti direttamente dal Comune negli ultimi anni per il comparto, certo un intervento senza precedenti a Tortona! Ora puntiamo a rendere il DUC un tavolo permanente e un attore che può rappresentare un valore aggiunto per i negozianti, promuovendo le attività commerciali e il territorio tutto.
Per quanto riguarda il tema dell’occupazione abbiamo già creato le condizioni per i circa 800 nuovi posti di lavoro grazie all’insediamento di nuove realtà produttive nelle aree logistiche periferiche. Ora l’obiettivo è attrarre nuove attività che possano portare lavoro a vario livello, riutilizzando i capannoni e le strutture dismesse all’interno della città e avvantaggiandoci dei ridotti costi degli affitti.
Ma non vogliamo essere attrattivi solo per le aziende, bensì anche per le famiglie in fuga dalle metropoli a causa dei costi esorbitanti degli immobili e della qualità della vita inferiore. L’arrivo di una nuova classe media da Milano e Genova produrrebbe un nuovo impulso per il commercio e i servizi, oltre a introiti per le casse comunali. Come evidente questi aspetti si intersecano e si alimentano vicendevolmente.

Bisognerà però potenziare i collegamenti…
Si tratta di un processo già in atto: Tortona è oggi una fermata del treno superveloce Italo e dell’Eurocity Genova Zurigo, il completamento di grandi opere come l’Alta Velocità e il quadruplicamento della linea per Voghera consentiranno di ridurre ulteriormente i tempi per raggiungere le metropoli a noi vicine: raggiungere Milano Centrale in circa 35 minuti, praticamente nei tempi di una fermata della metropolitana, apre a possibilità tutte nuove per studenti, lavoratori pendolari e aziende e imprenditori che volessero delocalizzare uffici e attività.

Quali ricadute vi aspettate da queste iniziative?
Una città che lavora è anche una città che spende e una città più sicura, pulita e con una buona qualità della vita, una città attraente per famiglie e turisti.
Questi benefici sono interconnessi tra di loro e si foraggiano a vicenda. Non di meno possono produrre introiti per le casse comunali che sarebbero spesi in servizi al cittadino, come iniziative per l’integrazione della disabilità (penso al progetto Dopo di noi rivolto alle persone con disabilità) e interventi sulle case popolari, che continueranno ad avere un capitolo di spesa dedicato e fisso nel nostro bilancio.

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