Ex Complesso di San Francesco: un progetto di recupero da 8 milioni di euro nel cuore di Alessandria

Il complesso di San Francesco sarà il vero museo di Alessandria, con il recupero non solo della Chiesa, ma di tutti gli spazi annessi, dove troveranno spazio anche uno studentato e un locale pubblico.

L’investimento complessivo sarà di quasi 8 milioni di euro, suddivisi tra risorse Por Fers della Regione Piemonte e del Comune di Alessandria, e vedrà la luce tra poco più di un anno, alla fine di agosto del 2024.

Il progetto di recupero e di allestimento avviato e fortemente voluto dall’ex sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco e dalla sua amministrazione per l’area dell’ex ospedale militare in via XXIV Maggio, alle spalle del Municipio di Alessandria, è stato presentato giovedì mattina a Palazzo Rosso dai diversi soggetti coinvolti.

Di seguito il progetto di allestimento del nuovo Museo Civico di Isolarchitetti

L’allestimento del nuovo museo civico di Alessandria deve confrontarsi con uno spazio estremamente complesso, frutto di stratificazioni e modificazioni intervenute nel corso del tempo.

L’impianto della chiesa francescana costituisce oggi la testimonianza materiale dei grandi avvenimenti occorsi negli ultimi secoli, attraverso la dismissione del complesso conventuale e la sua riconversione a uso militare, che ha comportato lo sconvolgimento dell’organismo sacro e la sua traduzione entro un nuovo disegno insediativo.

La suddivisione della chiesa per mezzo del nuovo solaio voltato al piano terreno, e la creazione del cavedio in corrispondenza della terza campata della navata centrale ci consegnano oggi un’architettura che ha incorporato la storia attraverso traumi e modificazioni radicali. Una storia della quale è oggi possibile farsi carico, per riconsegnarla al futuro attraverso nuove e più congrue destinazioni.

Il progetto di restauro stabilisce l’importante decisione di assumere la suddivisione in due piani come condizione ormai storicizzata, e al contempo di ripristinare il plan libre del livello superiore con l’eliminazione delle partizioni verticali del cavedio. È da questo punto che deve ripartire la concettualizzazione del progetto di allestimento.
Gli interventi allestitivi rispondono così a condizioni peculiari e si prefiggono un duplice obiettivo: da un lato essere site-specific, rispondendo a condizioni distributive e morfologiche singolari ai due piani dell’intervento; dall’altro garantire una continuità di lettura e di fruizione dell’intera esperienza mu
seale.

Al piano terra il museo occupa soltanto una porzione della superficie complessiva, lasciando posto sulle prime tre campate agli spazi dell’ingresso dalla strada, alla biglietteria e agli altri servizi di accoglienza del pubblico; ma anche rendendo disponibile, sulla navata laterale destra, un ambiente per le mostre temporanee.

Gli ambienti voltati del piano terreno sono marcati dalle murature che separano le tre navate, generando in questo modo tre grandi spazi longitudinali paralleli. La longitudinalità prospettica, orientata secondo l’asse maggiore della chiesa, ispira l’organizzazione dell’allestimento secondo questa medesima direzione, attraverso una sequenza di tavoli e moduli attrezzati lungo l’asse centrale e una serie di installazioni multimediali lungo le pareti. Nella navata laterale est, i moduli espositivi sono invece disposti lungo il muro che divide gli ambienti dalle campate centrali, costituendo un tavolo attrezzato denso di reperti.

Al piano primo l’intera superficie della chiesa è dedicata all’esposizione museale.

In questo secondo ambiente la spazialità aperta delle navate è marcata soltanto dai pilastri nervati, che emergono dal solaio ottocentesco.
Se da un lato le proporzioni dell’impianto gotico risultano compromesse dall’orizzontamento aggiuntivo, dall’altro, proprio grazie ad esso, è possibile camminare a mezz’aria nello spazio delle navate, a più diretto contatto con le decorazioni delle crociere.

Lo spazio del primo piano svela così caratteri al contempo maestosi, date le dimensioni di questa architettura, ma anche meno distanti dalla misura umana dei visitatori, che possono quasi toccare i capitelli alle imposte delle crociere.

L’allestimento si organizza pertanto secondo la sequenza delle campate, attraverso elementi modulari che richiamano le linee degli arredi sacri (quali panche, corali, confessionali) e fungendo da supporto discreto non soltanto per le opere esposte, ma anche per la lettura della spazialità dell’ambiente architettonico trecentesco, nei suoi elementi stratificati e nelle ricche decorazioni.

La continuità dell’allestimento, tra i due piani dell’edificio, è fondata sulla definizione di un insieme unitario di moduli espositivi, che vengono declinati secondo una combinatoria di soluzioni ad hoc per ciascuna situazione.

L’insieme degli apparati di allestimento formano così, sui due piani, un sistema modulare che scandisce il percorso e misura lo spazio attraversato dai visitatori, consentendo di cogliere dimensioni e proporzioni che definiscono la complessa architettura della chiesa di S. Francesco.