di Pier L. Cavalchini
Una Alessandria che tiene testa alla terza in classifica, che si muove bene e ferma le fonti del gioco vicentino, dimostrando che la “cura Binotto” funziona. Una squadra, quella in “grigio”, che riesce anche a passare in vantaggio e a condurre fino quasi al novantesimo… Poi, però, si rompe qualcosa…. una leggerezza di Gega costringe la squadra di casa a sostenere l’ultima mezz’ora in dieci uomini e, soprattutto, l’arbitro ci mette due volte lo zampino. Prima in modo diretto, poi con una decisione errata.
Ma non vogliamo anticipare nulla e, in apertura, vorremmo essere chiari nei confronti di tutti. Per prima cosa verso allenatore e squadra che, come si dice, hanno fatto il massimo possibile con ciò che avevano a disposizione, dal punto di vista tecnico-tattico e anche psicologico. Secondariamente verso la dirigenza che, evidentemente, non può accollare al solo Molinaro un onere considerevole, soprattutto pensando alle plausibili ambizioni della piazza, da poco uscita dalla serie cadetta. In terzo luogo riguardo al pubblico che, sinceramente, ci ha un po’ deluso: abbiamo sopportato a lungo gli sfottò nei confronti dell’ex presidente Luca Di Masi, addossandogli ogni tipo di nefandezza, con il risultato di scontentare tutti. A nessuno piace essere insultato in continuazione, né ai giocatori né ai dirigenti, specie quando fanno capire in tutti i modi che la Serie B questa città di Alessandria non se la può permettere. Non ci sono le strutture adeguate, non c’è pubblico sufficiente, non ci sono abbonamenti sufficienti, non ci sono sponsor e sostenitori di peso sufficienti… Ergo…meglio stare in alto in “C” e dare l’impressione di provarci…ma senza andare oltre.
Intendiamoci, non si tratta di una assoluzione, solo di un dato di fatto che potrebbe spiegare alcuni comportamenti all’origine di mille polemiche. E se non cambia Alessandria , al massimo, si potrà permettere la Serie C.
Infine la squadra, i giocatori. Sempre alla fine della recente avventura in Serie B – è passato solo un triennio – si sono perse pedine fondamentali, dall’allenatore Moreno Longo a molti ottimi giocatori (Corazza, Mustacchio, Pisseri, Prestia, ecc.) per poi lasciarne altri per strada (per esempio Lamesta o Liverani) quasi alla ricerca di una autoflagellazione continua, come se si dovesse pagare per qualche peccato inconfessabile. Bene. Proprio questi atleti hanno dimostrato di valere parecchio e, in altre squadre, continuano a fare bella figura. Ecco… evitiamo, per quest’ultimo punto, di rifare lo stesso errore.
L’allenatore Binotto si è conquistato i galloni sul terreno, disputando e organizzando buone partite, solo parzialmente premiate dai risultati. Uomini come Pellitteri, Sepe, Rossi, Mastalli, Nichetti, Femia, Soler, Foresta, gli stessi portieri Spurio e Farroni, Pellegrini e, con un po’ di cattiveria in più, Busatto, potrebbero costituire l’ossatura base della squadra da allestire per la prossima serie D. Con Nunzella e Ciancio, se lo desiderano, pronti a supportarli per almeno un anno, che sarà di sacrificio e di passione. Guai a smontare un’altra volta questa squadra. Basta.
Si trovino i fondi per mettersi in regola, si paghino in modo corretto e adeguato i giocatori e …si giochi. Aggiungeremmo, per vincere il più possibile e tornare subito fra i professionisti.
Non sono chimere o astrusità…è semplicemente ciò che chiede una intera città, privata di un altro bene “sociale” (verrebbe da scrivere “civico”), senza un edificio teatrale di livello, senza un museo ufficiale per lo meno regionale, senza moltissime altre cose nel tempo perse o colpevolmente distrutte.
Tornando a quanto è successo nella partita tra Alessandria e Vicenza, ecco una serie di flash che potrebbero aiutare a comprendere meglio l’andamento della gara.
I vicentini fanno subito capire con quali intenzioni sono giunti al Moccagatta e già al secondo minuto, alla prima incursione seria, si troverebbero in vantaggio con Ferrari, ma l’arbitro Zoppi annulla per fuorigioco precedente. Greco, Sandon e Fanton danno sicurezza alla difesa e permettono a De Col sgroppate pericolosissime. Risponde l’Alessandria con un centrocampo regolato sul metronomo Nichetti, con Soler e Mastalli a fare interdizione. Rossi e Ciancio coprono sulle fasce e, in avanti , ci si affida al duo Femia – Busatto. Una Alessandria “nuova” che non demerita di fronte alla terza forza del campionato e dimostra, una volta di più, che la salvezza sarebbe stata “alla portata”, anche se non è più il momento delle recriminazioni.
Anche Pellitteri si dimostra all’altezza e, anche a giudizio del trainer veneto Vecchi, i Grigi si dimostrano squadra compatta e ostica. Primi venti minuti di marca vicentina, comunque, anche se senza grandi rischi per Farroni. Il primo tiro in porta è dei Grigi e lo tenta Rossi, ma fuori di due metri. Subito dopo il bianco-rosso Delle Monache ci prova dal limite e confeziona un tiro pregevole, di un metro fuori anch’esso. Un’occasione l’avrebbero, su una ripartenza lampo, Mastalli e Sepe ma si fanno bloccare dalla difesa ospite al momento del tiro finale.
Il Vicenza comunque dimostra fluidità e chiarezza nelle giocate, solitamente ariose e ficcanti. In particolar vena, nel primo tempo, si mostrano Lattanzio e Greco, pronti e veloci su ogni pallone. Proprio Freddy Greco mette i brividi a Farroni con un tiro forte ma male indirizzato. Sul rovesciamento di fronte, siamo al minuto 36, l’Alessandria passa in vantaggio. Incursione sulla sinistra di Rossi, sostegno di Soler e Femia, poi Busatto si incunea in area, cercando di divincolarsi dalla ferrea marcatura vicentina… Un piede maldestro (di Pompeu Ronaldo) lo arpiona e all’arbitro Zoppi non resta che decretare il rigore. Busatto va sul dischetto e segna. Uno a zero.
Riprende la tambureggiante pressione veneta ma solo il tiro di Delle Monache allo scadere del primo tempo crea qualche preoccupazione a Farroni. Poco prima, al quarantaquattresimo, Mastalli avrebbe sui piedi la palla del raddoppio ma, da buona posizione, sparacchia alto.
Si riprende con gli stessi uomini, tranne Della Morte al posto di Proia, e il Vicenza sembra ancor più forte e determinato nelle azioni offensive. Già al secondo minuto De Col potrebbe insaccare ma tira fuori, mentre al quarto e al quinto minuto, di nuovo il Vicenza vicino al pareggio con Greco e Delle Monache. Unica azione di rilievo dei Grigi nel primo quarto d’ora della ripresa quella che vede Femia e Mastalli duettare fino al limite ma senza la capacità e la forza di chiudere l’azione. Così riprende l’attacco dei vicentini vicini al gol di nuovo al minuto 14 con Della Morte e, in modo quasi incredibile, con Delle Monache che sbaglia a tirare in perfetta libertà e a tu per tu con Farroni. Ancora Ferrari vicino al pareggio con una conclusione di testa, di poco fuori e, subito dopo, un doppio fallo di Gega, sinceramente non da cartellino, che andrà a variare sostanzialmente gli equilibri. Siamo al minuto 28 e praticamente in modo continuativo i Vicentini, supportati da quasi duecento sostenitori correttissimi , manterranno il pallino del gioco fino al minuto 95. Solo al trentaduesimo Mastalli, su una delle poche punizioni rimediate nella ripresa, costringe Confente ad un difficile intervento sulla sua sinistra. Ma è un fuoco di paglia perché Ferrari, Talarico e compagni continuano a spingere.
E i risultati si vedono al minuto 89. Da azione partita da uno dei molti calci piazzati, Busato si trova sui piedi la palla buona e non perdona. Uno a uno, anche se il gol – secondo mister Binotto e tutti i giocatori alessandrini – è viziato da un intervento involontario dell’arbitro che modifica la traiettoria del pallone prima del tiro fatale. Gli alessandrini reclamano ma il sig. Zoppi, non eccelsa la sua direzione, convalida. Ma il Vicenza vuole vincere e per tutti i cinque minuti rimanenti non fa altro che pressare, cercare di arrivare prima dei Grigi, anche in forza dell’uomo in più. A nulla valgono gli inserimenti di Parrinello e Foresta e, sull’ennesimo corner battuto proprio sotto le gradinate occupate dai vicentini, Ferrari “sembra” subire una irregolarità da Ciancio in piena area… “Sembra” perché nessuno ha visto la spinta o l’ostruzione forzata a motivo del penalty. Anche qui lamentele a non finire, con Binotto fuori dalla grazia di Dio (tanto che apostroferà, per sua stessa ammissione, l’arbitro con un non lusinghiero “noi saremo scarsi ma lei lo è di più”) ma “rigore è se arbitro fischia”. E, purtroppo, ha fischiato. Lo stesso Ferrari si presenta sul dischetto e con un tiro non irresistibile beffa Farroni. La partita finisce qui, con la vittoria “agevolata” del Vicenza e un tripudio di canti e di cori tutti vicentini.
Fin qui la cronaca, ripetiamo, di una partita tutt’altro che mal giocata dai Grigi, che perdono ma in modo immeritato. Anche la vittoria sarebbe servita a poco ma, con il clima pesante che circonda questa società e questa squadra, una iniezione di fiducia sarebbe stata utile.
E ora….si deve attraversare l’oceano. Un “mare magnum” periglioso quant’altri mai, fatto di scogli, penalità improvvise e alcune ereditate. Soprattutto affrontato senza gli strumenti adeguati, e quando facciamo riferimento agli “strumenti” il pensiero va – prima di tutto – al denaro necessario per chiudere correttamente le incombenze di questo maledetto campionato e garantire l’avvio in condizioni di sicurezza del prossimo campionato di Serie D. Più appelli sono stati fatti alle autorità (in primis al Sindaco, sinceramente preoccupato per la situazione) e a tutti i portatori di interesse (i famosi stakeholders). Vedremo a breve i risultati.
Alessandria 1 – Vicenza 2
Marcatori: 37′ Busatto (A), 89′ Busato (V), 95′ Ferrari (V)