Ospedale di Alessandria agli Orti? Sto con il sindaco Cuttica. Centrali nucleari francesi e disastri sanitari italiani: ma in che mani siamo? [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Il nuovo Ospedale di Alessandria, se si dovesse fare, sono d’accordo con l’idea del Sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco di realizzarlo nella zona fiera-aeroporto, vicino ai due ospedali esistenti, all’Elisoccorso, all’Università Infermieri e futuro campus universitario. Eliminerebbe il pericolo dell’aeroporto e verrebbe utilizzata quell’area verde, che il Demanio lo tiene allo “stato brado”, ossia in semi abbandono. Un’area deserta, in cui non si vede mai nessuno a passeggiare, o fare sport: manco i cani ci portano, per evitare zecche, pulci e roba simile sia alla persona che al cane stesso, al contrario di ciò che dichiara il WWF locale. Queste le dichiarazioni dell’associazione ambientalista: “Un prato stabile antichissimo, probabilmente esempio unico in Piemonte di prato periurbano conservato in condizioni di naturalità da secolo, di grandissimo valore sia naturalistico che storico, un formidabile polmone verde per Alessandria, da sempre utilizzato dai cittadini per praticare passeggiate, sport, e attività all’aperto”. Leggete: “Nuovo ospedale di Alessandria in zona aeroporto? No, grazie!”.
Al contrario io dico “SI”, come ha detto sì il 40% di chi ha partecipato ad un sondaggio: “Sondaggio: dove dovrebbe essere costruito il nuovo ospedale di Alessandria?”I siti citati nel sondaggio sono quattro: 41% Ex fiera e aeroporto (viale Milite Ignoto, viale Michel) – 28 % Zona D4 al Cristo, verso Casalbagliano – 27% Ex zuccherificio, tra Alessandria e Spinetta – 4% Zona industriale D5 a Spinetta.
Qualcuno sostiene che l’area ex fiera e aeroporto sarebbe inidonea perché esondabile, ma la domanda è: “Ma allora noi della zona nord di Alessandria siamo ancora in pericolo come nel ’94”? Per anni ci hanno raccontato il contrario? Qualcuno sa che nell’agosto 2005 gli uffici comunali con una Delibera di Giunta hanno minimizzato i rischi idrogeologici per la città? Con quella minimizzazione hanno dichiarato che la città era in sicurezza, in effetti da allora a pochi metri dall’argine del Tanaro e in tutta la zona sono sorti capannoni commerciali, una base di elisoccorso e presto persino il campus universitario. Quest’area è in realtà la più idonea a disposizione: Cristo/Casalbagliano presenta evidente mancanza di collegamenti, dello Zuccherificio non parliamone: nel 2008 si è trovato il cromo e altro, in aggiunta va rispettata la Direttiva Seveso III (vicinanze Solvay) e idem per la zona industriale di Spinetta. Siamo seri, non arrampichiamoci sugli specchi pur di fare i bastian cuntrari con i soliti giochetti “ambientalisti” e politici.
Voto: 8

 

1) Le centrali nucleari francesi, svizzere, tedesche che fanno da ‘corona’ a Piemonte, Liguria, Valle D’Aosta e Lombardia sono a ridosso delle nostre montagne. La Francia, in particolare, è strapiena di centrali nucleari a ridosso dell’Italia: “Francia intende prolungare vita di vecchi reattori nucleari: 16 sono a meno di 200 km da Piemonte”.
Il succo della notizia che ritengo preoccupante è che la Francia intende prolungare di dieci anni l’operatività di 32 vecchi reattori, di cui 16 distano meno di 200 chilometri dai confini italiani. Tale intenzione dei francesi ha messo in allarme Greenpeace Italia che il 14 gennaio scorso sollecitò l’allora Ministro dell’Ambiente. Il Ministro inviò la richiesta alle autorità francesi per chiedere una consultazione transfrontaliera. Il direttore esecutivo di Greempeace Italia Giuseppe Onufrio ha dichiarato che queste vecchie centrali sono pericolose già adesso, e nessun miracolo riuscirà mai a portarle agli standard di sicurezza oggi richiesti. Quello che chiedono Greempeace e il Ministero è che i cittadini italiani siano parte interessata, ai sensi della Convenzione di Espoo (Valutazione dell’impatto ambientale in un contesto transfrontaliero). In particolare ci si riferisce ai cittadini di Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia, che saranno esposti con questa decisione a rischi notevoli nei prossimi dieci anni. E’ una realtà che seguo e conosco da anni, e per chi vive soprattutto in Piemonte e in Liguria si “becca le fuoriuscite” in caso di incidenti di queste centrali. Dal 2013 ho iniziato a controllare periodicamente, andando a leggere su siti francesi ciò che accadeva in tale ambito, e ho trovato la seganalazione di alcuni incidenti di cui in Italia nulla è mai trapelato. Ho smesso di mangiare selvaggina, funghi e frutti di bosco da quando nel 2013 uscirono questi dati di ARPA Piemonte: “Monitoraggio Straordinario della Radioattività Ambientale in Piemonte anno 2013”.
Molti furono gli articoli pubblicati anche nel 2014. La causa veniva imputata anche dai francesi a Cernobyl, 27 anni dopo, ovviamente da parte loro nessuna forma di inquinamento, ma guarda caso tale situazione nel Piemonte si è verificata soprattutto nelle aree montane e pedemontane del Nord-Ovest della Regione, e si parla pure del Monferrato, territori molto vicino alla Francia e un po’ meno alla Russia. E’ una pagella e non posso dilungarmi, ma in Francia a pochi passi da noi ho constatato vari incidenti, compresi quelli svizzeri e tedeschi. Chiudo con un articolo su come si sta muovendo l’Italia grazie a Greempeace: “Nucleare, l’Italia alla Francia: consultateci se allungate la vita alle centrali vicine”.
Voto: 4

 

3) Gestione italiana COVID e piano pandemico, ormai è un enorme scandalo che giorno dopo giorno si allarga sempre più, ma in che mani siamo stati messi? Seguo Report con Sigfrido Ranucci, seguo l’Arena con Massimo Giletti e c’è da vergognarsi della nostra rassegnazione: certi personaggi devono uscire per sempre dai palazzi di potere, per evitare che provochino altri gravi danni. In un anno quanti morti, quanta sofferenza, quanta povertà sopraggiunta, quanti scolari e studenti che hanno perso ore e ore di corretto insegnamento in presenza. Di fronte a denunce pubbliche ben precise, con atti e documenti emersi in queste trasmissioni televisive chiedo se possiedono una coscienza coloro che sono ai vertici del Ministero della Salute, i responsabili del Consiglio superiore della Sanità, dell’Istituto Superiore Sanità e chi era a capo del governo un anno fa. Ma anche chi c’è ora continua a tacere. DIMETTERSI NO? E il baraccone OMS? E mai possibile che noi italiani basta che non ci tolgano il calcio e i programmi TV spazzatura, vivacchiamo pur di stare tranquilli e lasciamo che facciano tutto ciò che vogliono, permettendo di toglierci tutto, compreso la vita e la salute? Qualcuno direbbe: “ma cosa faresti tu?”. Visto che sono facce di tolla con grosse ganasce e che continuano a prenderci in giro forti della nostra incondizionata tolleranza… farei la rivoluzione, quella vera, perché in questo paese tutto è fuori binario a partire dal “Colle”, e compresa l’amministrazione della Giustizia: tutto è corrotto ed inetto fino al midollo, e non mi si dica che ho torto. A maggio esce un libro edito da Feltrinelli: “Il pesce piccolo. Una storia di virus e segreti”. L’ho già prenotato, l’autore è il Dott. Francesco Zambon, ex funzionario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e autore del dossier pubblicato soltanto per 24 ore, e poi fatto ritirare dall’Organizzazione mondiale della Sanità perché “noi non si doveva sapere”: “Francesco Zambon a Non è l’Arena: Il rapporto ritirato alle 12.46, poco dopo mi è stata tolta la possibilità di tornare online”.
Francesco Zambon ospite di Massimo Giletti sul caso del Piano Pandemico: “Io pesce piccolo mi sono sentito in una bolla di vetro dell’OMS, questo è grave, l’OMS va ristrutturata, non tutela i cittadini. Sono troppi i segreti, troppi gli errori commessi, ed è troppo ciò che in un anno ci hanno nascosto: “Speranza lo sapeva da aprile. L’accusa sul dossier Oms”.
Quando si parla di aprile nell’articolo ci si riferisce ad aprile 2020, quando centinaia di italiani morivano di Covid perché il piano pandemico non era aggiornato, nessuno sapeva che fare e gli ospedali non erano organizzati per un evento simile. Mattarella tace, Draghi ha fiducia in Speranza, e a proposito di “speranza”, si spera nella magistratura di Bergamo: “Dalla zona rossa all’Oms, l’indagine a tutto campo dei Pm di Bergamo”.
Sempre che “qualcuno” non la fermi, visto che stanno indagando anche sul mistero del Piano Pandemico Nazionale.
Voto: 0