Gruppo Riccoboni: “Facciamo un po’ di chiarezza sulla nostra mission in provincia di Alessandria”

Il Gruppo Riccoboni è presente da sedici anni in provincia di Alessandria dopo aver rilevato, nel 2004, lo stabilimento della Grassano Spa di Predosa. Nell’arco di questo periodo ha scelto di investire nello sviluppo del polo alessandrino, ampliando il numero delle lavorazioni supportate e aumentando conseguentemente l’occupazione dai 15 ai 120 addetti attualmente in forza alle sue due società con sede a Predosa. Accanto a Grassano si è sviluppata infatti Tecnoambiente: un avanzato laboratorio di analisi chimica che sovrintende anche alla ricerca e sviluppo per tutte le attività del gruppo.

Oggi il polo alessandrino rappresenta una piattaforma centrale nelle attività di Riccoboni, la cui missione è offrire alle medie e grandi imprese italiane soluzioni all’avanguardia per il trattamento dei rifiuti industriali e, a committenti pubblici e privati, una competenza completa nella messa in sicurezza, nella bonifica e nel recupero di siti e terreni contaminati.

Proprio questo secondo ramo di attività ha consentito al Gruppo Riccoboni di essere scelto numerose volte negli ultimi anni, dagli enti locali del bacino alessandrino, per condurre lavori delicati di recupero ambientale: bonifica di terreni contaminati, messa in sicurezza di aree inquinate da amianto, demolizione di impianti produttivi dismessi, trasporto e smaltimento in sicurezza di rifiuti pericolosi abbandonati.

Attualmente le due società Riccoboni Spa e Grassano Spa, in associazione d’impresa con altre realtà locali, stanno conducendo un intervento di messa in sicurezza del sito d’interesse nazionale della ex Ecolibarna per il completamento del diaframma di cinturazione dell’area contaminata il cui scopo è contenere l’inquinamento all’interno dell’area e minimizzare il rischio che il defluire di piogge e infiltrazioni possa trasportare sostanze contaminanti a valle dello stabilimento.

Copia di Coldiretti, Confagricoltura e Cia con gli agricoltori e i cittadini contro la discarica di Sezzadio CorriereAl

Nell’ambito del suo piano di espansione e consolidamento, il Gruppo Riccoboni ha presentato nel 2011 il progetto per la realizzazione di un sito per lo smaltimento di rifiuti non pericolosi inertizzati presso Cascina Borio, nel comune di Sezzadio, sul luogo di una cava in via di esaurimento. Questa scelta è stata al centro di numerose contestazioni che, a distanza di diversi anni, continuano a condizionarne la realizzazione e la messa in opera.

Il Gruppo Riccoboni desidera rimarcare il suo impegno, dal 1964, per rendere il mondo un posto più sostenibile. Un impegno che si esprime nella costante ricerca di soluzioni produttive per perseguire una green economy concreta e sostenibile così come nella sua safety vision, che mette al centro la formazione continua e l’investimento nel capitale umano. Questo stesso impegno, unitamente alle competenze maturate in oltre cinquant’anni di attività al servizio dell’ambiente, caratterizza anche l’approccio del Gruppo Riccoboni nella progettazione di ogni nuovo sito d’attività, per assicurare che il suo impatto non abbia ripercussioni sulla salute delle persone, sull’ambiente e sulle risorse naturali circostanti. Ne sono d’esempio le precauzioni tecniche adottate come migliorie d’impianto nella realizzazione dell’impermeabilizzazione del fondo e delle pareti del sito di smaltimento di cascina Borio, con la scelta di argille non autoctone che assicurano un grado di impermeabilità di 20 volte superiore rispetto alle prescrizioni contenute nell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e di 30 volte rispetto ai termini di legge. Un accorgimento che, combinato agli altri presidi ambientali previsti, è in grado di evitare qualsiasi infiltrazione di sostanze liquide dal sito nel terreno.

Angelo Riccoboni, Amministratore delegato del Gruppo Riccoboni, spiega: «Siamo un’impresa familiare da tre generazioni, con 240 dipendenti, e probabilmente alcuni degli attacchi che ci sono stati mossi in questi anni derivavano da una informazione incompleta su quello che facciamo. Ci occupiamo del trattamento di rifiuti speciali (rifiuti industriali e terre da bonifica), un tema di cui in Italia si parla ancora troppo poco, nonostante pesi per i quattro quinti della totalità dei rifiuti prodotti ogni anno nel nostro Paese. Il nostro lavoro consiste nell’avviare a recupero la maggiore frazione possibile del rifiuto che le imprese ci affidano e smaltire in condizioni di sicurezza la parte a cui non è possibile dare nuova vita. Dentro la Grassano si recuperano oli minerali esausti, metalli, filtri per auto e molti altri materiali, ottenuti dalle materie provenienti dalle maggiori realtà del bacino piemontese e dalla microraccolta praticata in oltre 550 attività sul territorio alessandrino.

Creare un sito di smaltimento finale per rifiuti non pericolosi a Cascina Borio, in un luogo bisognoso di un progetto di rinaturalizzazione, costituisce una scelta vantaggiosa per il territorio in quanto la vicinanza ad un impianto di trattamento presidiato ne agevola la gestione. Inoltre, si colloca in posizione strategica rispetto alle aree sul territorio piemontese che necessitano attività di bonifica.

Alcuni centri studi hanno recentemente segnalato, su dati Ispra, che sulle nostre strade viaggiano ogni anno 200 mila tir per trasportare rifiuti solidi urbani lontano dai luoghi di produzione, perché sul posto non esistono sufficienti siti di smaltimento. Per i rifiuti speciali non ci sono numeri raffrontabili ma creare filiere circolari di trattamento è una delle azioni necessarie per ridurre il loro impatto sull’ambiente.

Probabilmente non siamo stati in grado, fin qui, di raccontare adeguatamente le garanzie di accuratezza e salvaguardia offerte dal nostro progetto alle comunità che ci ospitano e per le quali vogliamo essere agenti di sviluppo, non avversari. Ecco perché stiamo ragionando su nuove modalità di comunicazione, che intendiamo avviare nei prossimi mesi».