Popolare [Lettera 32]

Giuliano Beppedi Beppe Giuliano

 

Ha dunque giocato per l’ultima volta con la maglia della Roma, l’unica mai indossata, Francesco Totti.

Quando un grande giocatore smette (ok, lui probabilmente non smette, ma è come se fosse così) si finisce sempre per fare un bilancio della sua carriera.
Se la si giudica del numero di vittorie, di certo Totti non sta in cima a nessuna graduatoria. Se si giudica la carriera di un calciatore sulla base delle vittorie, allora un Bubu Evani, o un Furino, per citare i primi che mi vengono in mente, starebbero in graduatoria davanti a lui.
Qui però parliamo di gioco del futból, e allora proprio stiamo in un’altra Popolare [Lettera 32] CorriereAlcategoria, dove Totti è coi grandi.

Certo mi ha colpito che il post della Roma per celebrare i suoi migliori dieci gol mostri solo reti fatte nel campionato italiano, anche contro squadrette come Sampdoria o Empoli. Insomma un giocatore di grande talento che non ha quasi mai frequentato i palcoscenici internazionali.

La sensazione è che in fondo a Totti sia importato di più, per esempio, “purgare” la Lazio nel derby che non alzare un trofeo europeo o vincere (quasi) mai.

Comunque, lui se ne va da grande, ed è uno dei pochi che sono davvero popolari tra tutti i tifosi. Conta la sua classe ma conta anche la simpatia di un ragazzo (anzi, ormai, un uomo) che ha saputo rendersi popolare, anche prendendosi in giro, con una spontaneità che per esempio non riesce a un altro fuoriclasse come Buffon, nonostante tutti gli sforzi dei media (soprattutto Sky).

A proposito di media e di popolarità, sia andando a vedere “dal vivo” la partenza della tappa nella splendida Castellania, sia vedendo le tappe in tivú ho avuto la conferma di quanto sia ancora genuinamente popolare il ciclismo.

Nonostante il ridimensionamento degli spazi sui media, che da parecchi anni hanno scelto di dare molta più attenzione ai capricci di, che so, Puzzello della Vibonese che si rifiuta di rinnovare perché il suo agente lo vuole portare a giocare la serie B cinese, piuttosto che al duello tra tre splendidi atleti come Dumoulin, Quintana e Nibali, per rimanere all’attualità di questo bellissimo Giro d’Italia (e mentre scrivo queste righe, prima della decisiva cronometro, ancora non si sa chi dei tre vincerà, ammesso che non lo faccia il quarto incomodo Pinot, a rafforzare il fascino della corsa rosa e dello sport del pedale).

Il che, peraltro, la dice lunga sullo stato dei nostri media, non del ciclismo (o di altri sport che pure loro faticano a trovare titoli sulle prime pagine di giornali che intanto vendono sempre meno copie).

Popolare [Lettera 32] CorriereAl 1Così come continua a colpirmi, comunque, quasi un secolo dopo la sua nascita e quasi sessant’anni, che non sono pochi, dopo la morte, la popolarità di Fausto Coppi che certo è entrato nella leggenda oltre che per le vittorie, per il destino tragico (e difatti resta popolarissimo un altro campione dal destino tragico, il pirata Pantani, la cui memoria supera di molto gli aridi numeri degli albi d’oro).