Grigi: come rovinarsi la vita e vivere felici (tanto il contratto per il prossimo anno ce l’abbiamo in tasca..)

Grigi, a Tivoli per vincere: con gli occhi puntati su Livorno CorriereAldi Jimmy Barco

 
Sono sempre stato un fissato riguardo la qualità della prestazione quando si tratta di giudicare una partita di calcio. Quindi, se analizzo il turno d’andata giocato dai Grigi a Caserta domenica pomeriggio, non posso che parlare di una buona prestazione da parte dell’Alessandria.

La buona prova mandrogna è stata in parte favorita dal gol messo a segno da Fisch mentre i locali stavano cominciando a prendere campo.

Poi i campani hanno mostrato limiti invalicabili circa un’incapacità endemica a costruire gioco con triangoli e fraseggi logici per liberare spazi o aprire corridoi interessanti per i loro attaccanti. Non a caso il gol dell’insperato pareggio della Casertana è scaturito da un errore imperdonabile di Celijak ben oltre l’ora di gioco, errore che certo non è stato indotto dalla pressione degli attaccanti rossoblu né, tanto meno, da una mole di gioco poderosa della squadra campana.

Inoltre i minuti intercorsi tra la rete del vantaggio mandrogno e il gol del pareggio dei padroni di casa ci hanno dimostrato che è stato decentemente agevole per Cazzola e compagni frenare eventuali sortite dei padroni di casa.

Questa lettura, in chiave di presentazione del match di ritorno di I Grigi e il convitato di pietra Di Masi CorriereAlmercoledì  al Mocca, porta a credere che, pur con i punti interrogativi d’obbligo, per noi mandrogni il passaggio al turno successivo sarebbe a portata di mano.

Tenuto conto che possiamo pure permetterci di pareggiare al Mocca (oltre che vincere, naturalmente) con qualsivoglia punteggio per accedere al turno successivo.

Riassumendo: abbiamo disputato una buona partita in trasferta e il regolamento ci riconosce legittimamente un vantaggio enorme per il ritorno. Quindi, nonostante la zucca stile Hallowen di Celijak, è lecito pensare di aver sfangato il nostro primo turno dei play off.

Sbagliato! In realtà di questa squadra non ci si può proprio fidare. Ormai, dopo averla vista all’opera per dieci mesi, l’Alessandria 2016/2017 ricorda una portaerei varata per essere invincibile ma che, in navigazione, denuncia difetti tipici di una bagnarola. Sia chiaro, nessun limite clamoroso bensì una serie di piccole tare a prima vista di facile soluzione.

In realtà credo che Braglia sia riuscito, nella prima parte del campionato, a mimetizzare i problemi con il suo carattere irruente, il pragmatismo e un po’ di fortuna. Poi chi aveva costruito il giocattolo non ha voluto sentire ragioni e ha voluto insistere sulle scelte originali e ha mandato la squadra in bocca al lupo. Bastava un nulla per arrivare comunque al traguardo ma per questo gruppo la forza dei nervi distesi da una parte e l’entusiasmo di gettare il cuore oltre l’ostacolo dall’altra non fanno parte del proprio DNA.

Grigi, a Tivoli per vincere: con gli occhi puntati su Livorno CorriereAl 1Al punto che, arrivando un nuovo ammiraglio (Pillon), le cose non sono cambiate sotto nessun punto di vista. E, almeno da quel che trapela da Radio Fante, i giocatori che hanno voluto più di altri la testa di Braglia, o continuano a non giocare o, se giocano, ci fanno perdere le partite o pareggiare quelle già vinte. Ho promesso che non darò giudizi sui singoli giocatori prima che la stagione sia conclusa, ma certe mie conclusioni non saranno certo condizionate dal passaggio o meno di categoria.

Almeno una cosa però la voglio dire a prescindere: ho la netta impressione che Vannucchi sia ormai divorato da dubbi e timori. Ritengo colpevole che non si sia riusciti a fargli abbassare la cresta quando si sentiva in cima al mondo ma penso sia ancora più grave il fatto che la crisi psicologica di questo ragazzo duri ormai da mesi. Per esperienza posso affermare con buona approssimazione che, dietro un periodo difficile così lungo, non risiedono situazioni personali imbarazzanti né, tantomeno, ragioni comportamentali “strane“, come qualche maligno vuol farci Dei Grigi, di Vannucchi, di Braglia, di sport, di futuro, di storia, di Eupalla e di altre cose meravigliose CorriereAlcredere. In realtà penso invece ad una gestione poco efficace dell’”uomo-Vannucchi”.

Per quel che riguarda al contrario certi nostri calciatori finti come gli stronzi di plastica di Carnevale con annesso cicalino l’unica speranza che ci rimane è quella che costoro non siano determinanti ai fini del buon esito degli spareggi.

Della serie: se abbiamo bisogno di certa gente non ce la faremo mai…