Piazzetta della Lega #4 [Un tuffo nel passato]

frisina_caldi Tony Frisina.

In tutte le collezioni ci sono belle cartoline. Alcune sono giudicate gradevoli per l’angolo ritratto mentre altre sono sensazionali per la loro rarità. Quella che presento oggi non è una rarità in quanto illustra un angolo molto fotografato della città di Alessandria seppure, questo pezzo in particolare, non sia di semplice reperimento.

Questa particolare angolazione è un poco più insolita rispetto alle classiche vedute della Piazzetta. Per i non alessandrini devo aggiungere che ci troviamo nel cuore della città, dove il commercio, il passeggio e lo scintillio delle vetrine erano elementi dominanti della bella Piazzetta della Lega Lombarda.

Il sapore del tempo – la patina misteriosa fatta di arte e di nostalgia – è ormai scomparso per sempre lasciando una sorta di amaro in bocca a noi che – fra gli alessandrini – siamo forse tra i più romantici e (forse) fra i più nostalgici.

Le cartoline d’epoca enfatizzano oltre ogni limite il tempo perduto, quello che se n’è andato portando via molti elementi d’arredo (anche di un certo pregio) che ora non possiamo vedere più, se non in queste rappresentazioni fotografiche.

Quando guardo queste scene d’altri tempi non posso non pensare con una certa nostalgia anche e soprattutto alle persone – immortalate forse a loro insaputa – che il tempo ha accompagnato con sé in un viaggio senza fine…

La cartolina – questa come altre – è lo spaccato temporale di un momento, di un giorno, di un’ora qualunque. Il fotografo ha bloccato nel loro movimento persone che in questa città vivevano e di cui non resta forse neppure la memoria del nome.

Siamo intorno al 1915 e la città è stata colta all’improvviso dall’opera di un raro fotografo. L’ingombrante macchina fotografica col soffietto, munita del caratteristico drappo nero per riparare l’operatore dalla luce del giorno dev’essere stata notata con un certo stupore dai signori che si trovavano a transitare da questa zona.

Tornando ad osservare l’arredo dei negozi non può passare inosservata la grande aquila[1] che, minacciosa ed incombente, sta sulla sommità di un’insegna dell’antica… Drogheria Moderna, pronta a spiccare il volo da quell’improbabile vetta.

Questo esercizio commerciale – d’angolo con via Andrea Vochieri – per quanto suggeriscono le scritte della grande insegna sovrastante l’ingresso vendeva – oltre alle spezie, ai generi alimentari varî e ai prodotti casalinghi – anche colori, lane, cotone, filati e certamente mille altri prodotti, come facevano tutti i negozi di questo genere.

Lanciamo ora un’occhiata alla Piazzetta, all’obelisco ancora completo di tutti i fregi e dei pilastrini con catene, alla piccola edicola a pagoda. I tempi lontani non producevano molti giornali e riviste e per questo motivo poteva andar bene anche una rivendita di piccole dimensioni.

Apro ora la solita parentesi polemica, non potendola più trattenere.

Anni or sono, qualche genio dell’urbanistica e mago della politica locale avrebbe voluto fare sloggiare l’edicola dalla Piazzetta facendola slittare su Corso Roma e addirittura avrebbe voluto riposizionare l’obelisco sul vertice della Piazzetta, quello più vicino all’osservatore guardando lo scorcio che oggi presento.

Cose da pazzi! direte voi… Cose da pazzi! dico io.

Questo è uno dei motivi per cui non bisogna mai abbassare le difese in questa sfortunata città dove tücc i còn i meinu ra coua e tücc i semu i disu ra soua.

Per il resto, per concludere, posso dire che per quel che dalla cartolina si può osservare non sia cambiato gran ché… fatta eccezione per la pavimentazione, per la vettura tramviaria, per le teste dei politici nostrani.

Nulla è cambiato, tranne ciò che è cambiato.

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La vendita del sale – Alcuni nostri lettori abitanti in C. Roma, Via Trotti, ecc. (verso i giardini) ci scrivono lamentandosi che le due tabaccherie di C. Roma sono escluse dalla vendita del sale, per cui debbono recarsi nello spaccio di Piazzetta della Lega e alla domenica, quando quest’ultimo è chiuso, debbono compiere addirittura il… giro di Alessandria per trovare un po’ di sale.
Troviamo la protesta più che giustificata per cui la giriamo all’egregio Intendente di Finanza perché voglia provvedere. 

[IL PICCOLO (Settimanale di cronaca) – Anno III – N. 39 – Alessandria, 1° Ottobre 1927]
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[1] Interessante ascoltare l’attore alessandrino Massimo Bagliani che racconta di una mitica Aquila.