Pino [U Gnacapiöğ]

Bona Giorgiodi Giorgio Bona

Al mio carissimo amico Pino Mantelli, rinomato chef internazionale e personaggio indimenticabile in Alessandria sono legati alcuni dei momenti più comici e divertenti della mia vita. Peccato per i lettori non poter trasmettere chicche di rara bellezza, ma sono storie che non si possono raccontare perché privano il piacere della comicità e dello spirito che le ha animate.
Però una vicenda tra le tante accadute voglio proprio raccontarla.

Era il 1977, piena estate, agosto per la precisione, e ci concedemmo un periodo di vacanza a Varazze.
Quel tardo pomeriggio, davanti allo stabilimento balneare, Pino ed io ci stavamo intrattenendo con due sgargioline locali. Mentre conversavano mi accorsi che era distratto, con lo sguardo fisso verso un manifesto che annunciava una delle tante serate danzanti del liscio che imperversavano in quella zona.
Il manifesto riportava a caratteri cubitali: straordinaria serata con Pino Novelli, il re del liscio.
Cos’è il genio viene da chiedersi? Chi non ricorda in “Amici miei” atto secondo la scena con Paolo Stoppa nelle parti dello strozzino e delle feci invisibili.
Il genio è un lampo che giunge all’improvviso, compare a va senza lasciare traccia, ma qualcosa, sì, qualcosa, in quella frazione di tempo, è avvenuta.
Non posso raccontare lo stupore quando gli occhi alcuni minuti dopo mi caddero ancora sul manifesto e vidi davanti alcuni turisti che si fermavano increduli a ridere.
In pochi secondi, sottraendo un pennarello alla titolare dei bagni, Pino aveva trasformato la scritta e se la era attribuita, diciamo in una versione comico narcisista che non ammetteva repliche.
Pino Novelli, il re del liscio era diventato Pino Mantelli il re del piscio. La gente passava e rideva a crepapelle.

Quella sera medesima ci portammo a Noli, in un locale all’aperto sul lungo mare con leMantelli Pino pischelle a bere qualcosa. Io ebbi la malaugurata idea di dire al cameriere che prendeva l’ordinazione che ero in compagnia del celebre Pino Novelli, il re del liscio.
Il cameriere non fece una piega. Si avvicinò all’orchestra, chiese spazio per poter fare un annuncio e disse che il locale aveva l’onore di ospitare Pino Novelli e nel frattempo invitò Pino a fare un pezzo con la fisarmonica.
Non posso raccontare l’imbarazzo. In un certo senso si era creata una sorta di euforia e di entusiasmo e la gente invitava Pino a non fare il timido, il prezioso, lo esortava a non farsi pregare.
Eravamo chiaramente in difficoltà. Cos’è il genio? Ecco che Pino finse di avere un malore. Si accasciò sulla sedia sotto lo sguardo preoccupato di tutti. Pure io non avevo colto la recita e corsi a prendere al macchina per portarlo al pronto soccorso di Savona.
Guidai sull’Aurelia a folle velocità con una delle pischelle che teneva fuori un fazzoletto bianco per chiedere la strada, andandocene sotto lo sguardo preoccupato dei clienti e dei gestori del locale. Dopo un chilometro Pino esplose in una fragorosa risata.
“Ci siete cascati tutti. Non avevo voglia di suonare. Mi esibirò un’altra volta”.