Regionali: candidature agli sgoccioli, politica latitante [Controvento]

Consiglio regionale Piemontedi Ettore Grassano

Siamo davvero agli ‘sgoccioli’. Dopo settimane di discussioni, trattative sotto banco, tentativi di sfilarsi o di inserirsi, è arrivato ormai il momento, per tutti i partiti, di mostrare le proprie carte, e di mettere sul banco i propri assi (o i tre di picche, ognuno valuterà) sul fronte delle candidature alle regionali piemontesi.

Elezioni, ricordiamolo, scaturite dalla decisione giudiziaria di ‘invalidare’ il risultato delle urne del 2010 (dopo quattro anni: che straordinaria immagine di inefficienza!), mandando a casa Cota, giunta e consiglio regionale un anno in anticipo.

A poco più di un mese dal giorno del voto (25 e 26 maggio), i contendenti ‘di peso’ ufficialmente in corsa per la presidenza della Regione Piemonte sono due soli: Sergio Chiamparino per il centro sinistra, e Davide Bono per il Movimento 5 Stelle. Situazione ‘specchio’ peraltro, se ci pensate, di quella nazionale, in cui al potere di Renzi sembra al momento contrapporsi il solo contropotere di Beppe Grillo.

E il centro destra piemontese che farà? Davvero si presenterà alle urne come vittima sacrificale, con tre o quattro diversi candidati, pronto a consegnare la Regione “armi e bagagli” a Chiamparino (‘grillini’ permettendo, naturalmente)?

Oppure in queste ultime ore assisteremo ad una ‘ricucitura’ in extremis, e dal cilindro di Berlusconi e dintorni uscirà un candidato, se non davvero autorevole, quanto meno unitario, in grado di evitare una Waterloo da tanti temuta, e da qualcuno peraltro (sempre all’interno dello stesso centro destra) forse invece addirittura auspicata?

A vederla dalla provincia mandrogna, la corsa più che ad esserci sembra a sfilarsi,Barosini nuova anche se naturalmente, mancando  le ‘quaterne’ ufficiali, siamo ancora al gossip: però pare proprio che i nomi più forti del centro destra alessandrino (a partire dagli assessori uscenti Cavallera e Molinari: ma sarà vero?) non giocheranno la partita, e che in particolare il capoluogo rischi una sorta di ‘sparizione’, a livello di rappresentanza territoriale in regione. Eccezion fatta forse per la figura di Gianni Barosini, che zitto zitto nei giorni scorsi è diventato segretario regionale dell’Udc, e che ora i bene informati danno non solo in pole position nelle candidature della lista unitaria Ncd-Udc, ma anche interlocutore diretto dei leader politici nazionali e torinesi, e determinatissimo a far ‘pesare’ Alessandria ai tavoli delle trattative regionali. Magari pensando già alle elezioni comunali di Palazzo Rosso: che sono programmate, è vero, per il 2017, ma in politica non si sa mai…

Filippi Paolo 1E il centro sinistra? Su quel fronte, non sono pochi a pensare che il Pd tutto sommato dovrebbe dire grazie a Paolo Filippi: senza le polemiche legate alla vicenda della sua (non) candidatura, in fondo, anche da quelle parti la provincia di Alessandria vivrebbe in un cono d’ombra, che sembra peraltro ad oggi la ‘cifra’ principale di questa sonnecchiante campagna elettorale. Ma attenzione: Filippi ha scelto il giorno di Pasqua per tornare ‘a piedi uniti’ nella competizione elettorale. Non più da potenziale candidato, ma da commentatore, pubblicando sul suo profilo facebook frasi come “ho già visto delle pubblicità elettorali patetiche. Forse a non candidarmi mi han fatto un piacere. cmq nei prossimi giorni qualcosetta dirò”, e “Prossimamente primo capitolo. Titolo: la precaria piu’ pagata d’italia: naturalmente…candidata”.

La campagna elettorale si consumerà dunque soltanto sul fronte del brutale “regolamento di conti” personale, o qualcuno proverà anche a mettere in campo proposte politiche serie,  e a presentare ai cittadini piemontesi progetti concreti?