Massimo Torchio: “Non solo musica…ma quasi!”

Torchio 2di Debora Pessot

Si è esibito recentemente al Macallè di Castelceriolo in occasione della Primavera beat. Animale da palco, personaggio decisamente istrionico e carismatico, Massimo Torchio, con la sua innata simpatia ha fatto ballare e divertire tanta gente. In quell’occasione cantava insieme a Los Latin Lovers, ma Torchio è anche lo storico cantante e leader  dei Riservato.

Massimo, classe 1966, coltiva davvero molti interessi, spazia dalla poesia, alla musica, alla scrittura … fino all’ hockey. Una passione questa nata per stare con gli amici, ma oggi la squadra ha un nome e pure una maglia ufficiale: “ci chiamiamo i Lillegris (termine danese che significa maialino rosa), un gioco di parole in onore dei ‘grigi’.  – la squadra di calcio di cui è grande tifoso – La nostra maglia raffigura un maialino rosa su sfondo rigorosamente grigio” afferma sorridendo.
L’ironia e la voglia di non prendersi troppo sul serio lo contraddistingue anche nella vita di tutti i giorni. Lavora nell’impresa di famiglia specializzata nell’impermeabilizzazione, una nicchia dell’edilizia. Giusto per non contraddirsi, sul furgone della ditta spicca la scritta ‘impermeabilizziamo anche le nuvole’.
Con lui oggi parliamo del suo ‘amore’ più grande, la musica.

Massimo, quando hai iniziato ad interessarti attivamente di musica?
Le mie prime esperienze musicali le ho coltivate fin da piccolo, con gruppetti a scuola … diciamo che ho iniziato davvero a diciotto anni. Sono entrato come cantante in un gruppo, che solo successivamente ha assunto il nome di ‘Riservato’, dove suonavano tutti inediti e rigorosamente in inglese. Un giorno mi sono presentato alle prove e gli ho cantato tutti i pezzi in italiano, ma non tradotti … i testi erano completamente rifatti sulle loro melodie.

Chi sono i Riservato?
I Riservato sono: Flavio Marini (basso), Alessandro Rossi (tastiere), MarcoTorchio 1 Bellano (batteria), Massimo Torchio (voce), chitarristi ne abbiamo cambiati tanti … attualmente c’è Mauro Raviola. Quando abbiamo iniziato erano gli anni Ottanta, conoscevamo i Viridanse, i Peggio Punx … li invidiavamo con amore, insomma li ammiravamo. Pensa che il nostro batterista, quando De Bellis dei Viridanse ha smesso di suonare, ha comprato la sua batteria poi rubata infaustamente in una sala prove. Per quello che riguarda la nostra sensazione e il nostro modo di fare musica veramente, nasciamo nel 2007. Tutto ciò che abbiamo fatto dagli anni ’80 fino al 1997 alla fine ci ha fatto smettere di suonare: la ricerca, la sperimentazione e tante, troppe menate mentali, io per esempio ero tormentato …

Avevate un buon riscontro di pubblico e anche tra gli addetti ai lavori, allora perché la decisione di smettere?
All’epoca tutti i concorsi che facevamo o li vincevamo o arrivavamo in finale, soprattutto per i testi delle nostre canzoni. Abbiamo vinto il Festival di Ariccia, siamo arrivati in finale a Lignano Sabbia D‘oro, al Sim di Milano, abbiamo vinto a Latina, ad Asti e tanti altri. Ma ci mancava consapevolezza, forse c’era troppa presunzione e, come ti dicevo, tormenti giovanili. Le aspettative erano alte e si perdeva di vista il vero obiettivo di fare le cose, che non deve essere solo per puro divertimento o per la ricerca del successo…

Nel 2011, in occasione del concorso Premio Tenco, Enrico Deregibus (giornalista musicale che abbiamo intervistato recentemente), si è espresso positivamente sui vostri pezzi attuali, definendoli di livello. Avete trovato una soluzione agli struggimenti giovanili?
Quel concorso era finalizzato a valorizzare i talenti e per questo rivolto a cantautori delle province di Alessandria e Asti, noi ci siamo piazzati tra i sei finalisti. Per rispondere alla tua domanda, ti dirò che oggi a me non frega del successo, ma vivo del piacere di far ascoltare ciò che facciamo anche con un solo riscontro, come se fossimo in hit. Trovo molto più bello ciò che facciamo oggi, che è comunque tormentato, ma goduto … si alimenta anche di questo, per cui non posso che essere orgoglioso delle affermazioni di un professionista del settore come Deregibus.

Dal 1997 fino al 2007 avete smesso di suonare: come hai impegnato la tua vena creativa in quei dieci anni?
In quel lungo periodo di pausa ho fatto altro, per pura soddisfazione personale. Ho curato la regia di alcuni videoclip … e mi sono dedicato alla poesia, ho partecipato anche ad alcuni concorsi di poesia, rassegne … ma solo cose modeste, ci sono poche situazioni che si possano definire di qualità. Puoi presentarti a concorsi importanti se dietro c’è un editore oppure se hai toccato le corde giuste. Ne ho scritte molte e, chissà, forse un giorno le pubblicherò.

Cosa rappresenta per te la poesia?
Non lo so, davvero … però ne ho bisogno, di leggerla e di giocarci. Nella vita di tutti i giorni, se non cammini guardando per terra, ne trovi tanta di poesia fa parte di noi … è insita nell’essere umano, nello scambio tra esseri umani. Mi piace usare le parole, amo le parole, ma amo anche cantare.

Oltre a cantare, suoni qualche strumento?
Suono la chitarra, ma solo a casa. Non posso permettermi di farlo in pubblico per non offendere la gente – afferma ironico – ecco posso definirmi un chitarrista da spiaggia.

Che genere di musica fate con i Riservato?
I Riservato hanno sempre fatto rock. Oggi, paradossalmente, ci divertiamo a fare più new wave rispetto agli anni Ottanta, all’epoca per noi c’era solo il rock.

Torchio la gabbiaAvete realizzato un CD?
Tra gli anni Ottanta e Novanta abbiamo partecipato a diverse compilation uscite anche negli States. Dal 2007 ad oggi abbiamo registrato due CD. Il primo è registrato live e si intitola Sopra al niente, mentre l’ultimo, La Gabbia 90013, è stato registrato in studio e fa il punto di questo periodo, contiene i pezzi più salienti, modificati e rivisti. Ciò che guadagneremo dalle vendite ci permetterà di reinvestire nel prossimo. Diciamo che siamo tipo una società senza scopo di lucro, abbiamo un fondo cassa che reinvestiamo nella musica. Anche ciò che facevamo in passato lo realizzavamo grazie ai concorsi, non abbiamo mai ‘messo’ un soldo … ci mettiamo il frutto del nostro lavoro a tenere in piedi la cosa. Noi viviamo per la musica, dà più senso al nostro lavoro … è la nostra filosofia, vivere per e non di musica.

Tu canti anche con Los Latin Lovers?
Si, è un gruppo di recente formazione. Gli altri componenti sono Max Bocchio,Torchio band che suona tutto, ma con noi chitarra e tamburelli a pedale, e Alex Formica alla chitarra. Rivisitiamo canzoni degli anni ’50,’60 e ’70. Arrangiamo i pezzi con melodie country rock, rendendoli divertenti. Anche se confesso che a fare il giullare, il buffone mi diverto di meno. Con i Latin Lovers facciamo cose per puro divertimento, ma mi diverto la metà rispetto a ciò che faccio con i Riservato … so che loro non se la prenderanno per queste mie affermazioni, perché sono dei grandi!

Cosa rappresentano per te i Riservato?
Siamo una band, un gruppo di persone che vivono per la musica … siamo un nucleo, un pianeta … tra noi c’è groove e questa è la cosa più figa. Spesso tra noi c’è battaglia: i musicisti vogliono ‘spaccare’ con la K, mentre io tengo di più a fare ascoltare i testi. Ci compensiamo. Questo ci rende quello che siamo e senza di loro non potrei divertirmi così tanto.

Avete mai pensato di fare della musica un mestiere?
“Professionisti? Allora si! C’è stato un momento in cui ci si credeva. Abbiamo fatto dei provini in Rai, a Canale 5, ma eravamo molto rigidi sulle nostre posizioni e coerenti, per cui non facevamo qualcosa in cui non credevamo … fino all’esasperazione. Il nostro approccio è indubbiamente da professionisti e non da parrocchia. Quando suoniamo ce la mettiamo tutta, ma poi non ci prendiamo troppo sul serio. Ti confesso che oggi il nostro sogno è già realizzato … per i concerti, per i CD …

Massimo, cos’è per te la musica?
La musica ha la precedenza su tutto, mi tiene vivo. Pensa che vado a vedermi i concerti come quando avevo 18 anni. È un impegno, una figata, una goduria … non ci sono dubbi.