Tiberti: “Altro che cabina di regia: qui ognuno pensa solo a salvare se stesso”

Tiberti 5Non le manca certo la voglia di lottare, “soprattutto oggi, che il lavoro è la priorità assoluta per tante persone in oggettiva e crescente difficoltà”. Però se le chiedi se è ottimista, e se davvero il peggio è passato, come sembrano volerci far credere alcuni imbonitori governativi e televisivi, ti guarda in silenzio, con un sorriso che è già una risposta eloquente. L’appuntamento con Silvana Tiberti, segretaria provinciale della Cgil, è di prima mattina, nel suo ufficio della Camera del Lavoro. E lei arriva già impegnata al cellulare, con auricolare, a cercare di risolvere l’ennesima emergenza. “E’ sempre così, fino a sera: e che altro possiamo fare?”. Tentiamo allora, con la “pasionaria” della Cgil alessandrina, di fare il punto su una situazione occupazionale sempre più difficile, con punte di vera emergenza. E la sensazione che la tanto invocata ‘cabina di regia’ del territorio non sia in realtà mai partita.

Segretaria Tiberti, se dal suo osservatorio getta uno sguardo ‘lungo’ sul 2014 di casa nostra, cosa vede?
Vedo quel che diciamo dal 2008, inascoltati o comunque trattati con sufficienza. La crisi del mercato del lavoro della nostra provincia non spunta dal nulla, come un cataclisma. E non  è neppure soltanto figlia della pur gravissima situazione internazionale, e italiana. E’ invece anche il frutto di errori, o più spesso di inefficienza e mancanza di progettualità.  Noi abbiamo sempre detto che si sarebbe arrivati a questi punto. Lo sa che solo qui in sede ad Alessandria i primi due giorni dell’anno si sono presentati 50 nuovi disoccupati, a chiedere aiuto? E il trend sta continuando su quei livelli….

E gli ammortizzatori sociali non bastano più…Tiberti 6
Per forza: gli ammortizzatori già sono uno strumento diseguale. C’è chi ne ha di più, chi di meno, chi per tante ragioni non riesce proprio ad averli. E poi sono pensati come misura temporanea, emergenziale. E questo sarà, in effetti, un anno con disoccupazione ancora in crescita, e tutele sempre più ridotte, e per meno persone. Stiamo anche valutando con attenzione, a livello nazionale, lo strumento del reddito di cittadinanza. Ma la questione di fondo rimane che vanno create le condizioni perché riparta l’economia, intesa come produzione di beni e servizi, e naturalmente l’occupazione.

L’altra sera un ministro in tv metteva le mani avanti: l’economia ripartirà, ma gli effetti sull’occupazione si vedranno solo nel 2015.
Credo sia un ritornello a cui i lavoratori ormai non credono più. A livello nazionale,  e ancora più a casa nostra, senza un vero progetto complessivo di sviluppo, senza idee chiare e strumenti per attuarli, dove si crede di andare? Certo, prima o poi qualche ‘rimbalzo’ in avanti ci dovrà essere, anche sul piano occupazionale. Ma è il quadro di medio lungo ad essere davvero inquietante.

L’impressione, a casa nostra nell’alessandrino, è che un numero crescente di aziende guardi altrove, o punti quanto meno a drastici ridimensionamenti di organico. A quel punto recuperare sarebbe dura, no?
Altro che: chi approfittando della crisi attua pesanti ristrutturazioni (e abbiamo casi assai significativi), poi hai un bel sperare che torni indietro. Raramente succede. E men che meno ritorna chi se ne va a produrre altrove…però cosa vediamo, se guardiamo al mercato del lavoro privato della nostra provincia?

Tiberti Gregori Ferraris 2Ce lo dica lei: che vediamo?
L’impressionante mancanza di un progetto collettivo, a partire dai soggetti da cui, in questi anni, sarebbe dovuto arrivare un contributo in termini di analisi, coordinamento, proposta. Non per niente il tavolo dello sviluppo contro la crisi proposto a suo tempo da Cgil, Cisl e Uil non se lo è filato nessuno, è rimasto lettera morta.

Facciamo dei nomi di responsabili, per non rimanere sempre sul generico…
Beh, chi dovrebbe assumersi l’onore e l’onere della cabina di regia di un territorio? In primis le istituzioni politiche locali: ma che la Provincia, dal 2009 ad oggi, abbia sostanzialmente abdicato al proprio ruolo non credo proprio di pensarlo solo io, che dice? Poi c’è naturalmente il comune capoluogo, che da due anni ormai annaspa, alle prese non solo con l’emergenza dissesto, ma con una mancanza di segnali forti rispetto al futuro che non hanno certo aiutato. Oltretutto, lo sappiamo, Alessandria è sempre stata Provincia culturalmente policentrica ‘di suo’, diciamo: avere nel capoluogo due istituzioni in queste condizioni non ha aiutato.

E le associazioni imprenditoriali di categoria?Terzo Valico scavi
Ripiegate su se stesse anche loro, assolutamente non protagoniste, a partire da Confindustria, ma non solo. Le cito due esempi emblematici di immobilismo del territorio: Terzo Valico, ed Expo 2015. Due opportunità straordinarie di sviluppo e di nuova occupazione, no? Naturalmente (e mi riferisco in particolare al Terzo Valico) al netto di tutte le analisi di rischio ambientale, di salute, e valutando bene costi e tempi, che ormai da quando è partito il progetto si sono enormemente dilatati, con cambiamento anche dello scenario. Ma il punto è: qualcuno davvero ha lavorato e sta lavorando sulle ricadute territoriali di Terzo Valico ed Expo 2015, in questa provincia? O ci si limita a rituali dichiarazioni sui giornali, e ai convegni? Lo scopriremo, ma qualche idea purtroppo già ce la siamo fatta.

Comune di Alessandria 3Tutto vero. Ma i dati dicono anche che Alessandria è provincia comunque mediamente benestante. Grazie ai risparmi dei nonni, alle pensioni, e pure al lavoro pubblico. Quest’ultimo tiene? A Palazzo Rosso, in particolare, che succede?
Noi, come sindacato, ci occupiamo di lavoro, naturalmente. E rimaniamo peraltro convinti che, se crolla il lavoro, alla lunga crolla tutto, e che una società fondata solo sui risparmi dei nonni (che non tutti hanno, peraltro) non ha futuro. Su Palazzo Rosso: a giorni dovremmo avere, come Cgil, Cisl e Uil, un incontro con il sindaco e l’amministrazione, per fare il punto, e sapere a che punto siamo, e con quali prospettive.
Sicuramente rispetto allo scenario prospettato da qualche assessore, che ipotizzava 400-500 esuberi tra Comune e partecipate, ad oggi si sono limitati i danni. Credo grazie essenzialmente al lavoro svolto dal sindacato, e naturalmente senza dimenticare tanti precari (che tali erano magari da 8-10 anni!) a cui il lavoro è stato tolto, ma anche i lavoratori del Tra, e quelli di Aspal e Costruire Insieme su cui gravano seri punti interrogativi.

Qualcuno si preoccupa anche a Palazzo Ghilini, dato lo scenario diDel Rio Grazianotrasformazione dell’ente: paure infondate?
La legge Del Rio prevede una precisa clausola di salvaguardia per i lavoratori, per cui ad oggi non abbiamo motivi per allarmarci. Anche se naturalmente i punti interrogativi non mancano.

Si parla anche molto di riforma delle regole del mercato del lavoro, in chiave soprattutto ‘renziana’: è quella la leva per far partire l’economia?
Ma figuriamoci: se così fosse, come si spiega che l’export italiano tira, e contribuisce ad evitare il crollo definitivo del sistema? Ma parlateci, con gli imprenditori, e provate a vedere quanti davvero vi citano il costo del lavoro e le tutele dei lavoratori come il loro problema principale. Il punto qui è il crollo dei consumi, e anche degli investimenti imprenditoriali, causate dall’assoluta incertezza sul futuro, e sulle regole. Per non parlare del costo folle dell’energia, e dei balzelli che cambiano forma e natura ogni due mesi, ma crescono costantemente. Sono cose che ormai sappiamo tutti, dai: altro che articolo 18, siamo seri!

In questo clima entusiasmante, la Cgil si appresta a maggio a vivere un congresso nazionale importante..
Certamente, e prima di allora ci saranno i congressi provinciali: il nostro, ad Alessandria,  sarà il 6 e 7 marzo. E parliamo di appuntamenti veri, partecipati e di confronto autentico: nel 2010, per darle un numero, abbiamo consultato 15.700 persone, certificate.

Il suo mandato, però, scade nel 2015….
Sì, sono stata eletta verso la fine del 2007, e giustamente per statuto non possiamo rimanere in carica più di 8 anni. Ma vuole la mia opinione? Sono anche troppi, nel senso che uno quel che può dare, in termini di proposta, innovazione ed entusiasmo, lo mette in campo soprattutto nei primi anni…..

Segretaria Tiberti, ci sta dando lo scoop? Se ne andrà anzitempo, magari per entrare in politica?
Per carità: a fare politica in termini classici, in un partito, non ci penso minimamente. Credo che sindacalisti e politici siano persone che pensano, giustamente, con teste e metodi troppo diversi, non compatibili. Qualcuno ogni tanto fa il salto, ma secondo me è un errore. Posso solo dirle che, quando smetterò di avere questo ruolo, non farò la pensionata, ma cercherò di dare il mio contributo, in forme ancora assolutamente tutte da definire.

Eppure oggi si parla tanto di Partito del Lavoro…Cofferati Sergio
(sospira, ndr) Posso fare un piccolo amarcord? Quel treno lì, di un grande (e non residuale) Partito del Lavoro, capace di cambiare le sorti di questo Paese quando ancora la situazione non era precipitata, ma c’erano già tutti i segnali, lo abbiamo perso nel 2002.
Con un signore che si chiamava Cofferati, e che poi naturalmente da lì in poi ha commesso anche errori politici rilevanti, ed è uscito di scena.
Ma io c’ero, il 23 marzo 2002 a Roma al Circo Massimo, e ricordo l’entusiasmo e la voglia di cambiamento vero di un popolo di giovani che arrivavano da tutta Italia. In treno una ragazza sarda mi disse parole bellissime, di speranza e di voglia di lottare, che ricordo sempre. Ma anche quella ormai è archeologia, una grande occasione perduta. Oggi bisogna battere altre strade, e certamente ridare a questo Paese, e ai lavoratori in particolare, un orizzonte e una speranza nel futuro.

Ettore Grassano