Terzo Valico: dietro front, avanti march? [Controvento]

PdTruppen okdi Ettore Grassano.

Primo rilievo formale: alzi la mano il lettore comune che ha capito al volo che moratoria significa sospensione. Già in questo c’è un sapore di mistificazione burocratica un po’ sgradevole. Perché non imparare ad usare il linguaggio delle persone comuni, almeno quando si parla, appunto, di questioni di interesse comune per eccellenza?

Ma andiamo alla sostanza: chi ancora si dichiara pro Terzo Valico? Dopo che pure una serie di sindaci fino ad ora pro Tav ha tirato il freno della locomotiva ben prima che questa entrasse in galleria (anzi, prima che la galleria sia stata realizzata) viene da chiedersi perchè tutta questa gente sta cambiando direzione, e quindi che senso ancora abbia il faraonico progetto.

Sì, certo, le motivazioni tecniche addotte sono numerose, e vanno lette con attenzione. Ma la sensazione è che l’operazione iniziale di fondo, ossia isolare i No Tav, presentandoli come pericolosi sovversivi da centri sociali, gente che conta nulla e protesta tanto per esistere, sia miseramente fallita.

Complice, certamente, anche l‘exploit elettorale (e sociale) del Movimento 5 Stelle, da sempre senza tentennamenti contrario ai mega progetti legati all’Alta Velocità nel suo complesso, e nello specifico al Terzo Valico (che sarebbe comunque una linea ferroviaria solo merci, e tutt’altro che veloce: diciamolo, perché è circolata parecchia disinformazione in merito). Là dove invece i partiti a sinistra del Pd sono riusciti ad essere sempre border line: un po’ contro (ma mai del tutto), e un tantino anche pro. Per la serie: “la rivoluzione oggi no, domani neanche, ma dopo domani sicuramente!”, come diceva Giorgio Gaber.

Ma il vero retro front (avanti march?) è quello del Partito Democratico. Prima compatto nel sostenere, attraverso la realizzazione dell’opera, lo sviluppo del territorio (e di alcune grandi imprese amiche, dicono i maligni). Poi frammentato in diverse posizioni di “smarcamento”, in ordine sparso. Infine ora, par di capire, contrordine compagni: si dice stop anche al primo lotto, in cerca di così tanti approfondimenti, chiarimenti e garanzie che, diciamocelo, quella che sta arrivando è la pietra tombale sul più grande investimento pubblico destinato, da decenni, a ricadere su questo territorio.

Personalmente, il Terzo Valico mi è sempre sembrato l’equivalente di casa nostra del Ponte sullo Stretto, e mi sono sempre stupito di quante risorse pubbliche (7 miliardi di euro, più o meno) ancora questo Stato scalcinato fosse in grado di reperire (dalle nostre tasche, è ovvio) per un tale investimento.
La domandona finale però è: se il progetto del Terzo Valico (che è già costato non poco in fase di progettazione) si fermasse, non sarebbe saggio capire come destinare una parte di quelle risorse ad un rilancio vero del territorio, a partire da un sistema stradale e ferroviario (ordinario) a brandelli? Ci si rende conto di cosa saranno, fra tre anni e continuando di questo passo, le strade dell’alessandrino e del basso Piemonte?

Ulteriore riflessione: ma davvero nel frattempo continueranno gli espropri ai danni dei cittadini che hanno la sfortuna di avere terreni o case sul tragitto dell’immaginario Terzo Valico? Rsparmiamoci almeno questa farsa demagogica, per favore!

Ps: Vignetta a cura di Molotov, naturalmente!