A Casale fuori i non vaccinati dalla chiesa? Gesù accoglieva i lebbrosi. Ho il green pass, ma vi dico che….[Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Mi passano tra le mani tantissime informazioni, questa pubblicata il 30 luglio su un organo di informazione di Monza non la lascio cadere visto che tratta una curiosità su Casale Monferrato. Da “La Nuova Bussola Quotidiana” giornale cattolico online di Monza, si legge: “Fuori dalla chiesa i non vaccinati. Comincia Casale Monferrato”.
Sulla porta della centralissima Chiesa di San Paolo Apostolo (di fronte al municipio) i fedeli hanno trovato sul portone principale un cartello che recitava tale divieto: “Chi non è vaccinato costituisce grave pericolo, non è gradito in questa chiesa”. A deciderlo non è stato un semplice parroco, ma Don Paolo Busto rettore della chiesa, direttore del bisettimanale diocesano “La Vita Casalese” che già dalle colonne del giornale si era scagliato con invettive contro chi non si vaccina. La redazione di La Nuova Bussola Quotidiana stava cercando quale diocesi in Italia avrebbe dato il via al “fuori i non vaccinati dalla Messa” e dopo qualche tentativo isolato di alcuni parroci, la risposta non è tardata: Casale Monferrato, in Piemonte, è arrivata prima. Sull’articolo di apertura de “La Vita Casalese” (il giornale Diocesano di cui Don Busto è direttore) del 15 luglio, veniva invocato l’obbligo vaccinale esortando il Governo in tal senso, accompagnato da dure invettive contro chi sceglieva di non vaccinarsi come ad esempio: “Chi non si vaccina non abbia contatto con persone a rischio e se si ammala paghi lui l’ospedale. Riottosi, ignoranti e fanatici mettono a rischio la campagna vaccinale del nostro Paese”. La redazione di Monza ha provato a contattare Don Busto per capire le sue ragioni, ma lo stesso ha agganciato il telefono senza rispondere. Ho fatto il sunto della prima parte dell’articolo ma consiglio di leggerlo per intero. A seguire, la redazione di Monza ha tenuto un aggiornamento sulla vicenda, infatti si legge in data 31 luglio che “… il “famigerato” avviso, è stato rimosso dalla porta della chiesa di San Paolo” . Curiosa come sempre, ho interpellato la redazione di Monza per sapere come avevano avuto notizia e foto, e il Direttore del giornale Riccardo Cascioli mi ha risposto che la segnalazione con foto è arrivata da un lettore casalese del giornale di Monza che è passato davanti alla chiesa al mattino e ha inviato la notizia, e così è stato il giorno dopo quando ha comunicato che il cartello era stato rimosso. Questa notizia è balzata sul web diventando virale, e nei primi giorni di agosto è stata ripresa da tutta l’informazione alessandrina. Mi chiedo: Don Busto ha dimenticato che Gesù con i suoi discepoli stava fra i lebbrosi? Ed è informato che la Presidenza CEI insieme a una lettera dei Vescovi, ha specificato che il green pass non è richiesto per messe e processioni?
Concludendo cito i numeri impressionanti dell’abbandono dei fedeli: “La gente non va più a messa. Quale avvenire per la Chiesa?”Poichè quasi tutte le chiese offrono grandi spazi, esiste insomma la possibilità del distanziamento, ma soprattutto “la chiesa deve camminare, edificare”, sono le parole di Papa Francesco.
Voto: 3

 

 

2) A proposito di green pass, il “lasciapassare” che da venerdì scorso crea un solco tra cittadini di serie A e Serie B. Diciamo le cose come stanno, guardando ai fatti che sono la realtà in un periodo dove la libertà di pensiero ed opinione conquistata sta scemando rapidamente a causa di pressioni sociali, censure e autocensure precauzionali. Il timore ci obbliga ad esprimerci con mille cautele per non disturbare i poteri forti, i prepotenti di turno, gli interessi particolari. Un’isteria legata a ciò che va detto e ciò che può solo essere pensato limita la libertà. Diceva Martin Luther King: “Per farsi dei nemici non è necessario dichiarare guerra, basta dire quello che si pensa”. Diceva bene, e mai come in periodo di vaccini e green pass si rischia di “lasciarci le penne” se il pensiero non è allineato ai potenti, e ai loro tanti ‘ripetitori’, ben indottrinati da un sistema mediatico pervasivo e allineato.
Io però in questa pagella vorrei dire ciò che penso sulla realtà che vedo atorno a me. Spero sia ancora consentito, e comunque me lo consento da sola. Sto osservando ciò che accade nel mio contesto personale, non solo familiare ma fatto di tante amicizie e conoscenze con il loro vissuto in epoca Covid tra timori, vaccini e green pass. Inizio da qui: mi sono vaccinata ma senza convinzione, anzi con dubbi sulla reale efficacia del vaccino stesso, ma soprattutto con legittimo timore sugli effetti collaterali nel futuro: che nessuno è in grado di escludere, al punto che lo Stato esige che sia il cittadino a firmare una ‘liberatoria’ al momento della somministrazione del vaccino stesso.
Comunque ho il green pass, quindi dovrei sentirmi una cittadina di serie A, mentre chi non ce l’ha da venerdì sta in serie B, e va incontro a limitazioni e restrizioni di ogni tipo, che andranno certamente a crescere.
Eppure si sa che il vaccino e il green pass non garantiscono immunità dal Covid, ci viene costantemente ripetuto in tv e su tutti gli altri media, con interventi di ‘esperti’ che dichiarano tutto e il suo contrario. Conunque per chi è vaccinato sono sempre d’obbligo precauzione e mascherina, per difendere se stessi e gli altri. C’è un proverbio che dice: “vivi e lascia vivere”: i nostri vecchi lo conoscevano e praticavano, e oggi sarebbero inorriditi e disgustati da questo nostro mondo, non credete? Si sta alimentando un clima di odio sociale e di denigrazione costante verso chi per vari motivi (dal semplice scetticismo ad oggettivi rischi legati a specifici stati di salute)
sceglie di non vaccinarsi.
Il conduttore tv o il conoscente al bar che chiedono, con arroganza neanche autopercepita, a tizio o caio se sono vaccinati ledono gravemente la privacy sanitaria delle persone (assai più importante di quella fiscale, o di qualche foto rubata sul web), eppure tutti zitti, a far finta che sia giusto così. E’ questa la nuova disgustosa normalità che ci attende?
Eppure vaccinarsi non è un obbligo, e chi non lo fa non può essere punito per legge. Però viene e verrà sempre più ghettizzato, marginalizzato, spinto fuori non solo da bar,cinema e mezzi di trasporto, ma forse anche dai posti di lavoro. Ma vi pare normale un mondo così? Vi piace?
Tutto questo accade contro la Costituzione, che dovrebbe tutelare il diritto al lavoro e pure alla salute,
compresa quella dei cittadini che non vogliono (o non possono) vaccinarsi.
Prendo atto che il Governo, i partiti, la politica hanno trovato il modo di rendere obbligatorio il vaccino mascherando l’azione con il green pass, contro i diritti di libertà personale e contro la Costituzione. Il Governo sta permettendo una caccia alle streghe che ci proietta in un nuovo mondo: pieno di incognite, e di brutture. In bocca al lupo a tutti noi.
Voto: 3

3) Scuola in presenza o didattica a distanza? Lo sapremo già a inizio ottobre. Se ho fatto bene i conti, mancano da oggi solo 35 giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico. La domanda è: il Governo ha utilizzato i mesi estivi per approntare tutto ciò che occorre per garantire che le scuole di ogni ordine e grado possa riaprire in presenza? I nostri ragazzi non possono subire altri mesi di lezioni a distanza, la scuola in presenza deve essere in assoluto la prima scelta. Il Governo e il Ministero non possono pensare che tutto si risolva con le sole vaccinazioni. Chiedo: si stanno creando spazi sia pubblici che privati se necessario per moltiplicare le aule e ridurre il numero degli alunni per classe? E’ stato adeguato l’organico educativo? E’ stato affrontato il problema dei trasporti? Insomma, dopo le esperienze passate è stato fatto ogni sforzo per aprire le scuole a settembre in condizioni di sicurezza per studenti e lavoratori della scuola? Dopo un anno e mezzo di pandemia e due cicli scolastici affrontati nel peggior modo che conosciamo, non dovremmo ritrovarci al punto di partenza. Il risultato è stato certamente la perdita di apprendimento e socialità, sono accresciute le disuguaglianze con la DaD nella disponibilità di dispositivi, inadeguatezza di molte abitazioni, nelle capacità di sostegno da parte dei genitori, nella qualità e disponibilità di relazioni. E’ assurdo pensare di ripercorrere i passi già compiuti, oggi sarebbe irresponsabile, per chi ha il dovere di dare un futuro a questo Paese. L’ISTAT in data 18 giugno ha analizzato gli effetti della didattica a distanza, e denuncia che nonostante gli sforzi delle istituzioni scolastiche, dei docenti e delle famiglie, l’8% dei bambini e ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado è rimasto escluso da una qualsiasi forma di didattica a distanza e non ha preso parte alle video-lezioni con il gruppo/classe, quota che sale al 23% tra gli alunni con disabilità.
Il risultato è che a una generazione di giovani mancano due cicli di istruzione, una base importante che non recupereranno mai più. Mi viene il dubbio che il peggioramento educativo produca generazioni di nuovi ignoranti, cittadini facilmente manipolabili e orientabili: e qui ci sarebbe da scrivere un tomo. A pensar male a volte ci si azzecca.
Voto: 4