Il Politecnico scommette su plastica, ricerca e formazione. E Proplast torna ad Alessandria [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

Alessandria si conferma strategica per la plastica. E non solo per l’industria che in un’area che va dal capoluogo al Tortonese e fino agli estremi del Novese ha creato un distretto di fatto, ma anche per la ricerca e l’innovazione. Al punto che il Politecnico di Torino, per bocca del Rettore, Guido Saracco, ha annunciato di volere investire sulla ricerca proprio sull’area delle materie plastiche, in piena sinergia con il consorzio Proplast che si appresta a tornare nel capoluogo, nella sede in fase di allestimento in via Roberto di Ferro (la sede operativa è per ora ancora all’interno del Parco scientifico e tecnologico di Tortona), per dare vita «a un sistema di formazione professionalizzante».

Le parole di Saracco sono state pronunciate durante l’intervento di apertura dell’incontro organizzato nell’ambito del ciclo dei seminari “La Ricerca della Cura”, promosso dall’Infrastruttura Ricerca Formazione Innovazione, diretta da Antonio Maconi, dell’azienda ospedaliera di Alessandria. Un intervento concreto, chiaro, diretto in cui Saracco (ha guidato per otto anni la sede alessandrina del Politecnico ed è un profondo conoscitore del territorio) in cui il Rettore non ha annunciato il ritorno della didattica ad Alessandria («La chiusura dei corsi nelle sedi decentrate è avvenuta in modo perentorio, rompendo il rapporto di fiducia con i territori»), bensì ha illustrato il «cambiamento di pelle del Politecnico che sta riconsiderando i rapporti con le sedi decentrate». Quindi ha aggiunto: «Ad Alessandria c’è la forza dei distretti e dell’industria».

Il ritorno del Poli sul territorio (dove peraltro, almeno ad Alessandria, non è mai andato via, continuando a operare con laboratori e attività di ricerca di assoluta avanguardia dal valore milionario) è all’insegna delle nuove forme della didattica «che servono al territorio e alle imprese». Non mancherà un rapporto a 360 gradi anche con l’Università del Piemonte Orientale e l’azienda ospedaliera, il tutto per dare vita «a una comunità di conoscenza e innovazione» che si declinerà, e in parte sta già avvenendo, in settori come quelli dei nuovi materiali, dei farmaci, delle competenze.

Quello della formazione è il fronte su cui Saracco intende scommettere fortemente. In particolare sugli Its, Istituti tecnici superiori. «In Germania sono circa ottocentomila gli studenti che frequentano una istituzione analoga, mentre in Italia sono 13.000. C’è una distanza enorme da colmare» ha osservato Saracco. «Con la Regione Piemonte stiamo ragionando – ha aggiunto – per fare nascere un sistema professionalizzante con specifici corsi di laurea. Ma puntando in particolare sugli Its allo scopo di formare specialisti e insegnare a collaborare in modo interdisciplinare. E un processo analogo potrebbe nascere anche per il mondo orafo. Queste sono ovviamente logiche da attuare tutti insieme, con gli atenei piemontesi e in stretto legame con il sistema delle imprese perché lo sviluppo industriale deve avvenire in parallelo alla tutela del territorio e della salute».

Durante l’incontro sono intervenuti il professore Umberto Lucia con una relazione su “Termodinamica in medicina e ricerca biomedica”, la ricercatrice Monica Boffito che ha illustrato l’attività dei laboratori biomedici della sede di Alessandria del Poli, il professore Marco Actis Grande che ha tracciato il quadro delle attività alessandrine del Poli (di cui è referente) che in questa fase stanno sviluppando progetti nazionali e internazionali che valgono oltre dieci milioni di euro.

In apertura, dopo Saracco, è intervenuto anche Gian Carlo Avanzi, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale, che ha confermato la volontà di lavorare insieme e ha ricordato che il Piano Strategico dell’Upo «è basato sulla sostenibilità. Per quanto concerne i percorsi professionalizzanti – ha aggiunto – da tempo abbiamo i corsi in Infermieristica e proprio quest’anno qui ad Alessandria avvieremo il corso di Fisioterapia (si svolge da anni nelle sedi formative di Novara, Fossano e Verbania, ndr). Siamo pronti a lavorare insieme su ricerca e didattica. Ad Alessandria si potrebbe creare, con il Disit (Dipartimento di scienze e innovazione tecnologica), un nucleo interateneo di ricerca anche per intercettare fondi europei». Avanzi ha poi sfiorato il tema del rapporto con l’alessandrino, rispetto al quale non risparmia mai pubblicamente delle osservazioni. «Sono pochissime le risorse che il territorio investe sull’università e invece si chiede all’Ateneo di investire qui» ha affermato.