La Madonna dell’Uscetto, ovvero la storia avventurosa di un dipinto venuto a noi nel ‘500 [ Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti
Con la conclusione della pausa estiva prosegue la pubblicazione degli articolo scritti da Piero Angiolini dal 1951 al 1957. Quello di oggi riguarda la storia della cosiddetta Madonna dell’Uscetto, ossia del dipinto abbandonato sull’uscio, da quì il diminutivo “uscetto”, da certi “pellegrini” stranieri inseguiti da gente armata nel ‘500. L’uscetto era quello della vecchia torre campanaria della Cattedrale fatta abbattere da Napoleone per ampliare l’attuale piazza della Libertà.
Chi scrive, modifica alcuni passaggi relativi all’ubicazione in Duomo dello splendido dipinto. Infatti, sono da correggere alcuni passaggi scritti da Angiolini 65 anni fa riguardanti la collocazione attuale. Infatti, la Madonna dell’Uscetto non si trova più nella terza cappella a sinistra come scrive Angiolini bensì nella seconda a destra, in effetti molto più luminosa di quella descritta dall’articolo.
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In Duomo si conserva un bellissimo dipinto di Madonna col Bambino, un tempo assai considerato dal nostro popolo, ed oggi completamente dimenticato.E’ situato sull’altare della terza cappella laterale di destra, una Cappella che fra tutte, è la più buia e la meno frequentata.
La Sacra Immagine, su tavoletta di legno, è opera di autore ignoto, ma sicuramente abile; peccato che oggi solo una misera candela, residuo di vecchio lascito, illumini troppo poveramente la bella Madonna!
Eppure nel XV secolo, per il mistero da cui era circondata, quella Madonna divenne assai popolare e considerata quale dispensatrice di grazie, e di continuo visitata e ornata di ceri e fiori.
Come e quando la Madonna sia giunta in Alessandria è rimasto sempre un mistero; il Ghilini dice che venne a noi da paesi lontani, recata da un pellegrino straniero rimasto a tutti sconosciuto.
I vecchi usavano invece raccontare una storia di avventurieri giunti da Bisanzio, come conferma il genere di dipinto; costoro inseguiti da gente armata, avrebbero trovato asilo e salvezza in Duomo, dove poi lasciarono per ricompensa il prezioso carico.
Poi nel racconto si aggiunse che salvi, sentirono rimorso per le malefatte compiute in Oriente e pentiti e toccati dallagrazia, resero alla chiesa nostra, quanto avevano predato in altra chiesa lontana. Verità o leggenda, la bella Madonna comunque rimase in Alessandria e fu chiamata dal popolo dell’Uscetto in quanto rimase proprio là dove venne trovata, pesso l’usciolo della torre campanari adel vecchio Duomo.
Attirati, come sempre avviene, dal mistero che circondava il miracoloso dipinto, poco a poco i fedeli della nuova Madonna divennero folla, sicchè il Capitolo dovette provvedere a collocarla in più degna sede e precisamente sull’altare della Cappella di S. Silvestro; il passaggio al dire del Ghilini sarebbe avvenuto il 9 ottobre 1542, mentre secondo lo Schiavina in quel tempo già si trovava esposta in altra Cappella e trasferita in S. Silvestro più tardi nel 1597; è pure ricordato un testamento del 1590 che fissa un lascito speciale per una messa da dirsi nel giorno dell’Assunta.
Queste notizie confermano la effettiva notorietà della Madonna dell’Uscetto in altri tempi lontani; col tempo e col crescente favore popolare della Madonna della Salve, il culto per la Madonna misteriosa diminuì alquanto fino a cessare del tutto dopo il 1803 anno in cui fu distrutto il vecchio Duomo.
Il dipinto però fu salvato anche dalla predazione francese come avvenne per altre opere, e ritrovò posto nel Duomo attuale nella Cappella dedicata a San Giovanni Nepomuceno, detta anche la Cappella dei Canonici in quanto restaurata a loro spese nel 1875.
Invitiamo gli alessandrini a visistare in Duomo il bellissimo dipinto, e vorremmo anche invitare il Capitolo benemerito, a illuminare convenientemente la cara Immagine.