L’Alessandria non gioca: il Cuneo ci prova e sbanca il Mocca

di Jimmy Barco
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Dal Mocca – Con l’odierno turno di campionato, grazie al recupero infrasettimanale nelle terre del mare a quadretti, i Grigi si mettono alla pari con le giornate effettive per quel che riguarda le partite disputate, cosa che rende la loro classifica un po’ più realistica.

L’avversario di giornata è il Cuneo. Non si può chiamare una partita come questa un derby ma i biancorossi sono zeppi di ex, alcuni dei quali non certo rimpianti. Roberto Lamanna, dominus della situazione cuneese, è certamente fra questi. Responsabile dei primi disastri, uno al mese da quando è arrivato in quella città. Questa figura di dirigente è la dimostrazione plastica della crisi e della debolezza attuale del calcio nazionale.

Il Cuneo però si avvale in panchina di un ex giocatore mandrogno, Scazzola, che invece ha lasciato in questa piazza buoni ricordi. Il buon Cristiano ha poi cominciato la sua carriera di allenatore a Vercelli bruciando le tappe e, partendo da una Berretti, è arrivato titolare della panchina biciolana portando i bianchi in B.
Poi annate sfortunate per lui e adesso è in cerca di rilancio proprio a Cuneo, e fin qui ha lavorato molto bene, pur operando in un ambiente, come abbiamo detto, inficiato da problemi legati a una proprietà opaca, poco credibile e pasticciona.

Per l’Alessandria questa è la terza partita della settimana, sicuramente la partita più indicativa, in quanto l’avversario stavolta è alla nostra portata, al contrario delle prime due, Entella e Pro Vercelli. Oggi è fondamentale per l’Alessandria offrire una prestazione di spessore, fatta di equilibrio, coraggio e atteggiamento aggressivo, in una parola “fare la partita” e finisca come la Dea Eupalla decide.

Le squadre. Per gli ospiti di Scazzola modulo 3-5-2, confermato nonostante tre assenze pesanti.
D’Agostino ritrova Prestia, conferma il 4-3-1-2 con Fissore difensore mancino e Bellazzini che partirà da mezza punta con licenza di tagliare in mezzo per muoversi tra le linee.

Il campo. Buono, come sempre, il terreno di gioco del Mocca, arbitro della partita sarà Guida di Salerno, partiti.

Al 4’ occasione per il Cuneo con Gissi che sparacchia alto a cinque metri da Cucchietti una palla comoda arrivata bassa dalla sua sinistra.
All8’ occasione per i Grigi con un doppio, maldestro tentativo di Santini in area colpevolmente dimenticato dai difensori cuneesi.
Queste amnesie difensive sono una caratteristica costante della squadra di Scazzola che sono costate alla squadra tante difficoltà nelle prime partite di campionato, poi la situazione è migliorata ma certe incertezze, evidentemente, sono connaturate alla costruzione dell’organico che, tuttora, è smisuratamente numeroso e pieno di inutili doppioni (stile tipicamente utilizzato da Lamanna, chissà perché …).

Al quarto d’ora Cucchietti sbaglia l’uscita su un cross ben leggibile dal fondo ma il Cuneo non ne approfitta.

L’Alessandria fin qui (20’) non ha ancora messo in moto un minimo di pressing efficace, arma indispensabile per catturare palla in zone di campo interessanti per riattaccare con pericolosità.

Santini poi si muove poco rispetto al suo standard e, stazionando spesso in zona centrale, è sempre ostaggio di Ferreira e Cristini.

Al 21’ Prestia si mangia un gol fatto su assist di Talamo e sulla ribattuta (22’) va in vantaggio il Cuneo che porta in un lampo cinque giocatori in area mandrogna e su una seconda palla Castellana insacca dai dieci metri (0-1).

Il Cuneo è svelto a ribaltare il fronte e ricostruire la linea difensiva con sollecitudine, certamente aiutato, in questa fase della partita, dai Grigi poco reattivi e scollati fra i reparti.

Al 31’ Prestia ci prova da fuori area ma Marcone c’è e devia in angolo.

Fissore ammonito al 38’ a metà campo grazie al più inutile dei falli: ma la testa l’ha lasciata, come spesso gli succede, negli spogliatoi?

Dalla mezzora fino al riposo l’Alessandria non riesce ad imbastire un’azione decente o, quanto meno, un triangolo che ricordi, anche vagamente, il gioco del calcio.

Il Cuneo, squadra davvero modesta, va al riposo meritatamente in vantaggio dimostrando di avere due idee di come si sta in campo, di come ci si muove in modo armonico e organizzato contro undici cinesini vestiti di grigio dove ognuno gioca la sua partita, sempre quella sbagliata.
Adesso i prossimi 50’ ci diranno se il riposo è servito e se il mister, che certamente in settimana ha lavorato ma, evidentemente, non si è spiegato bene, sfrutterà il tesoro dei 5 cambi, visto che la formazione iniziale l’ha cannata in toto.

La ripresa. D’Agostino si ripresenta con Sartore e De Luca (ma va?), difesa a tre, cinque in mezzo e due punte decentemente assortite.

Passano due minuti e il Cuneo raddoppia, al 47’ su zuccata in area di Gissi, la palla entra ma si perde sul fondo grazie ad un buco nella rete difesa da Cucchietti. La rete viene validata e il buco nella rete ricucito, il buco della difesa mandrogna invece no e si riparte dal 2-0 per gli ospiti, roba da mani nei capelli.

Nel frattempo è arrivato il 70’ e… tutto va bene, ma solo per il Cuneo: l’Alessandria continua a giocare come un cieco in un corridoio e gli ospiti hanno fin qui controllato la partita con buona disinvoltura.

Marcone, portiere del Cuneo, in due terzi di partita, non ha ancora effettuato una parata, penso sia record anche per la squadra pavida dell’Alessandria edizione D’Agostino.

All’85’ Cucchietti, povera anima, travolge in uscita Borello: rigore ineccepibile che lo stesso Borello trasforma. 3-0 per il Cuneo e debacle senza scuse per l’Alessandria.

Così, dopo cinque mesi di lavoro a fronte di un collettivo non certo scarso fino a questo punto, urgono provvedimenti tecnici senza attendere oltre. E che si mettano al lavoro i due DS
(chissà chi dei due dovrà spiegare a Di Masi cosa fare, speriamo sia quello giusto…) e, anziché contestare la proprietà mi piacerebbe che il pubblico chiedesse al tecnico siciliano di cominciare a far giocare al calcio la propria squadra, fare cioè il suo mestiere, il mestiere per cui è pagato.