Presentata a Tortona la cooperativa sociale agricola Il Terzo Giorno

Il Palazzo municipale di Tortona ha fatto da teatro mercoledì alla presentazione del “Il Terzo Giorno – Cooperativa Sociale Agricola”, che si è posta come la Cooperativa che dà vita all’evoluzione del sistema di welfare locale.

«La cooperativa – ha spiegato la dott.ssa Superti – nasce dal desiderio personale e professionale dei soci fondatori e del cda di promuovere l’agricoltura Sociale nel territorio locale/diocesano partendo ognuno dalle proprie esperienze e dalle proprie progettualità senza dimenticare il “bene comune”, ossia il rispetto e il desiderio di supportare e sostenere l’altro nella sua fragilità temporanea e/o esistenziale.
Il Terzo Giorno è costituito da soggetti diversi, appartenenti a mondi differenti ma che hanno in comune la visione che il disagio sociale così come il mondo della disabilità possano essere affrontati mediante lo sviluppo e l’attuazione di percorsi educativi/formativi/lavorativi che partano da un lavoro di rete con le Istituzioni e le realtà presenti sul territorio. Infatti il lavoro comune, ognuno con le proprie competenze e risorse, è uno dei principi fondatori della cooperativa.
In sintesi, l’obbiettivo è quello di creare una rete per un nuovo sistema di welfare a 360°, attraverso una progettualità e un offerta di servizi individualizzati, mediante azioni formative finalizzate a percorsi di inserimento, reinserimento ed avviamento al lavoro in ambito agricolo.

La cooperativa – prosegue il Presidente – si rivolge a tre categorie di beneficiari:
– Disabili psichici
– Disagio sociale: adulti in difficoltà per la perdita del lavoro
– Disagio sociale: ragazzi/e diciottenni che escono dalle comunità minori ma non hanno una famiglia dalla quale rientrare o hanno comunque bisogno di un sostegno educativo e formativo per inserirsi nel mondo del lavoro
Così il rapporto con le piante e con gli animali consente la presa in carico e l’assunzione di responsabilità in ambienti dove la tolleranza e la disponibilità alla prova ed all’errore è più ampia; questa possibilità rafforza quindi percorsi di apprendimento, di autostima e di partecipazione nelle persone coinvolte. La possibilità di muoversi in spazi aperti, l’interazione nei gruppi di persone, la partecipazione a processi che hanno un esito evidente, diretto e comprensibile, facilitano l’acquisizione di sicurezze e capacità di soggetti a bassa contrattualità. Da sempre in agricoltura esiste una predisposizione naturale per la valorizzazione delle persone di tutte le età e tale attitudine consente di alimentare un welfare locale inclusivo più umano e rispettoso delle fragilità. La prossimità e la relazione sono, infatti, valori antichi e da sempre presenti nel mondo contadino così come la solidarietà, il mutuo aiuto, la cura e l’assistenza di membri all’interno di una cerchia familiare “allargata”.

Per questo la cooperativa Il Terzo Giorno offrirà un rilevante contributo allo sviluppo del territorio e delle comunità rurali locali, in quanto si creeranno nuove opportunità di reddito e di occupazione, offrendo concrete prospettive di inclusione sociale per soggetti vulnerabili, generando servizi per il benessere delle persone e delle comunità, migliorando la qualità della vita nelle aree rurali e periurbane: si creano beni “relazionali”.>>

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“ La cooperativa sociale non esiste più” così l’incipit molto provocante del direttore in pectore della cooperativa Piero Bonferoni. “ Non esiste più l’antica concezione di fare cooperazione sociale; se sino a qualche anno fa la cooperativa era intesa come soggetto che poteva esistere come terapia occupazionale, disinteressandosi dell’andamento economico, oggi la situazione è radicalmente mutata. Oggi e questo è l’indirizzo della riforma del terzo settore, è forse più corretto parlare di impresa sociale. Si intenda che la cooperativa va gestita e condotta come una azienda. Questa è la vera scommessa che stiamo portando avanti. Logiche profit che si combinano con il no profit per garantire una opportunità a persone svantaggiato o anche solo meno fortunate.
La scelta di operare non settore agricolo, ovviamente, non è casuale. Crediamo, così come anticipato dal presidente Superti, che coniugare la ricchezza del nostro territorio con il sistema di micro welfare sia una scelta giusta. Tutto questo con attenzione agli aspetti economici per restituire alla comunità un soggetto che sia in grado di auto mantenersi.
Se sia possibile vincere questa sfida lo vedremo nel prossimo futuro, certo è che tutti i soci fondatori portano la propria esperienza personale in questa nuova cooperativa. La base è solida, le esperienze professionali e le aziende agricole cha hanno aderito a questo progetto garantiscono sin da ora la possibilità di inserimenti lavorativi.
I nuovi progetti, che ragionano in ottica di medio periodo, dovranno costituire l’asse portante della cooperativa agricola.