La Porta Santa e il Palazzo delle Poste [Un tuffo nel passato]

di Tony Frisina

 

 

 

La cartolina che propongo oggi riguarda il Palazzo delle Poste e Telegrafi di Alessandria.

Questo, però, è il nuovo palazzo delle Poste voluto del regime fascista, creato sul sedime di almeno sei diverse costruzioni di origine medievale rimaneggiate e riplasmate nel corso del Settecento e Ottocento e sostituisce il vecchio Palazzo delle Poste costruito verso la fine dell’Ottocento all’angolo di Via Cavour con Via Faà di Bruno.

La cartolina che mostro è di formato 10 × 15, stampata dalla Ditta Vincenzo Piazza di Alessandria nel 1941 e spedita nel 1942.

Passiamo all’osservazione dell’immagine. È interessante notare sulla facciata del nuovo palazzo i segni del passato regime, a cominciare dai Fasci Littori – nella parte alta della facciata – per arrivare ad altri simboli (ne rimane uno solo su entrambe le entrate) che sovrastano gli ingressi poco al di sopra del famoso mosaico futurista di Gino Severini di cui poco si cura chi dovrebbe occuparsene e che ancora una volta sta perdendo i pezzi!

Fasci e alcuni dei simboli sono stati asportati a guerra finita.

Osservando la cartolina si intravvede solo parzialmente – sulla sinistra – un’insegna, che illustra la famosa attività che proprio in quel punto aveva sede. Si tratta della S.A.T.E.A., acronimo di Società Anonima Tessuti e Affini, negozio che vendeva stoffe e tessuti. In precedenza la ditta era denominata S.A.V.E.S e cioè Società Anonima Vitale e Sacerdote. Tra la S.A.T.E.A. ed il Palazzo delle Poste si vede la grande tenda da sole del Bar Mensi.

Dal momento che non ci piace farci gli affari nostri, diamo una sbirciata anche al verso della cartolina. Fu spedita al S. Tenente Pierino Alessio, presso il Battaglione Reclute di Imola (provincia di Bologna). Scritta esattamente il 10 settembre 1942 reca il seguente testo: “Ricevi i più distinti saluti da zii e cugino Giuseppe”. (Il timbro postale indica una data di parecchi giorni successivi a quella sopra citata. Inspiegabili i motivi quanto inutile cercarne).

 

Abbiamo parlato di facciata del Palazzo delle Poste e ora voglio parlare anche di una delle due porte che permettono, anzi permettevano, l’accesso agli Uffici.

L’ingresso che ci interessa è quello posto verso Via dei Guasco.

Da almeno tre mesi è chiuso e transennato – forse per un guasto – e non risulta vi siano operai che cerchino di risolvere i problemi da cui sicuramente è afflitto.

Dato che di tempo – dal giorno della sua inoperosità ne è passato ormai tantissimo, ho sùbito pensato che potrebbe trattarsi di una Porta Santa, seppure appartenga al Palazzo delle Poste e non al Duomo di Alessandria o ad altra chiesa della diocesi.

La Porta del Duomo, quella che si affaccia su Via Parma e che è perennemente chiusa, ultimamente ha funzionato come ingresso – come Porta Santa – e precisamente durante l’ultimo Giubileo straordinario della misericordia1 indetto da papa Francesco.

Nella Chiesa cattolica il Giubileo è l’anno della remissione dei peccati, della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale… e aggiungo io chissà quanti, in questa città, dovranno rimettere i loro peccati, ecc, ecc.

Alla chiusura (la Porta laterale del Duomo) era stata sigillata con ceralacca e in un bussolotto di vetro, accanto alla porta, è conservato il documento che certifica il fatto.

Un tempo quella era una porta secondaria del Duomo ed era usata in particolare dai seminaristi che arrivavano da Via Vochieri, per raggiungere più velocemente la sacrestia, per transitare poi dal deambulatorio posto dietro l’altare; così facendo non avrebbero potuto intrattenersi a parlare con la gente in chiesa. Questa porta laterale era anche usata dai canonici che abitavano in via Parma, nel palazzo accanto al campanile.2

A questo punto una domanda sorge spontanea.

È possibile che anche la porta chiusa del palazzo postale sia stata sigillata durante l’ultimo Giubileo?

Se così fosse temo che per rivederla aperta occorrerà aspettare il tempo in cui ne sarà indetto uno nuovo e gli alessandrini più datati non faranno a tempo a servirsene ancora, dovendo usare – giocoforza – il solo ingresso aperto; quello più vicino a Via Mazzini.

Ho provato a curiosare dalla parte interna di questa porta; oltre non a non aver visto alcun operaio lavorarci vicino non ho potuto notare i sigilli di ceralacca e neppure la teca di vetro contenente le relative motivazioni di chiusura e quindi i dubbi che mi sorgono sono di ben altra natura rispetto a quelli esposti sopra.

Dubbi che, per il momento, soltanto la Direzione delle Poste di Alessandria potrebbe togliere, assieme ai molti interrogativi ancora più importanti che riguardano l’ormai annosa questione Severini

 

1 https://it.wikipedia.org/wiki/Giubileo_straordinario_della_misericordia

2 Notizie avute dall’amico Alessandro Capra, che qui ringrazio, giovane esperto della storia della Chiesa, in particolare di quella alessandrina, di argomenti religiosi e di temi riguardanti la liturgia.