Camera di Commercio, “11 milioni e mezzo di euro per le aziende alessandrine”: il bilancio di mandato 2013-2018

Sette pietre d'inciampo a ricordo di altrettanti deportati alessandrini CorriereAlSi è svolta giovedì 26 l’ultima seduta del Consiglio della Camera di commercio prima della costituzione del nuovo ente che nascerà dall’accorpamento di Alessandria e Asti. Il presidente Coscia, a conclusione del mandato quinquennale, ha voluto ringraziare la Giunta e il Consiglio, i Revisori dei Conti e il Segretario generale per il contributo che hanno assicurato.

Il presidente ha voluto presentare alcuni elementi che ha definito “utili per valutare serenamente e con oggettività la nostra capacità di governare la rotta dell’ente camerale in una stagione di grandi difficoltà strutturali e di ulteriori criticità apportate dalle decisioni con cui la riforma del sistema ha influito sulla nostra capacità ed efficacia di intervenire a sostegno del mondo economico provinciale”.

Uno sguardo sul contesto
“Per quanto riguarda lo scenario economico provinciale – ha esordito Coscia – possiamo dire di aver operato – e spero anche influito, per la parte di nostra competenza – in UN CONTESTO DI RIPRESA. Nei cinque anni dal 2013 al 2017 il valore aggiunto della provincia di Alessandria è cresciuto del 6%, passando da 10,164 miliardi a 10,779, con un aumento di 600 milioni di euro. La produzione industriale è cresciuta del 2,4%, risultato buono anche se leggermente inferiore alla media piemontese. L’export, vera riserva di ricchezza per la nostra provincia, è aumentato del 20%, passando da 5,411 miliardi a 6,504. I settori in maggiore crescita sono stati la gioielleria (+132%), i prodotti chimici (+47) e i prodotti in materie plastiche (+10%). Rispetto al quinquennio precedente, anche il numero degli occupati è tornato leggermente a crescere (+ 1,3%), con un incremento da 168.900 a 171.000 unità, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto stabile intorno all’11%. Seguendo una tendenza nazionale, è diminuito solo il numero delle imprese (- 6%), da 46.027 a 43.292: questo fenomeno ha interessato soprattutto il comparto agricolo, con un -18,4%, e poi le costruzioni (-8,7) e le manifatture (-7,1%). Il calo numerico puro e semplice si è accompagnato peraltro a una importante ristrutturazione della tipologia aziendale che è espressiva di un consolidamento complessivo del sistema produttivo, con una crescita delle società di capitale (+10%), e un ridimensionamento delle società di persone (-8,7%) e soprattutto delle imprese individuali (-9,6%).

Le principali voci di bilancio
Se guardiamo alle modalità con cui la Camera di commercio ha potuto operare in questo contesto, e La fusione? Rinviata. E gli enti camerali restano a guardare…[Centosessantacaratteri] CorriereAlquindi prendiamo in esame le principali grandezze di bilancio, il primo dato che balza evidente su scala quinquennale è LA CONTRAZIONE DELLE ENTRATE, con l’introito del diritto annuale che è calato da 9,8 milioni di euro a 4,6 come effetto del taglio previsto dal governo per il triennio 2015-18. A fronte di questa situazione, si è cercato di operare privilegiando il contenimento delle spese di funzionamento (ridotte nei 5 anni da 3,065 milioni di euro a 2,202) e quelle per il personale (passate da 2,667 a 2,431): la spending review interna ha consentito quindi di recuperare energie da restituire al territorio. Inoltre, le riserve messe da parte dai nostri predecessori con l’oculatezza del buon padre di famiglia in vista di periodi difficili, ci hanno permesso di attingere a risorse che in altre Camere erano inesistenti. Di conseguenza, nonostante il dimezzamento dei proventi, in questi anni la nostra Camera è riuscita ad assicurare al sistema economico provinciale un importo pari a 11,538 MILIONI DI EURO PER GLI INTERVENTI ECONOMICI. Di queste risorse, 4,451 milioni sono andati direttamente alle aziende sotto forma di contributi a bando.
Secondo le linee guida elaborate nel 2013 dal Consiglio e dalla Giunta (e riaggiornate ad ogni esercizio), le principali direzioni di spesa hanno riguardato:

– il sostegno alle imprese provinciali impegnate nell’export (circa 3,1 milioni di euro, attraverso gli strumenti del Centro Estero per l’Internazionalizzazione del Piemonte, i Progetti integrati di filiera e di mercato, i tavoli BtoB); il supporto per chi ha partecipato a fiere e mostre internazionali ha comportato contributi per un valore complessivo di 1,3 milioni di euro, indirizzati a 750 imprese beneficiarie;

– il sostegno alle imprese per l’accesso al credito (1, 95 milioni di euro, con 676 aziende che hanno ricevuto contributi per le spese relative ai costi delle pratiche, e vari consorzi fidi la cui azione è stata sostenuta in favore delle ditte alessandrine di tutti i settori); questo filone di intervento, peraltro, si è dovuto sospendere a partire dal 2016, a seguito delle nuove prescrizioni normative;

– il supporto economico alle imprese impegnate nella formazione dei propri dipendenti (con un importo di contributi pari a soli 400 mila euro, ma con una capacità di intervento che ha toccato 1259 aziende beneficiarie)

– la promozione del territorio e dei prodotti (con un impegno di 5,5 milioni di euro), attraverso un ventaglio di strumenti molto ampio che ha interessato centinaia e centinaia di soggetti dell’agricoltura, del commercio, dell’industria e dell’artigianato, ma che si è concentrato intorno all’operatività dell’Azienda speciale della Camera di commercio (vero motore della promozione delle produzioni di qualità, a cominciare da quelle agroalimentari) e alla nuova capacità di dar vita alle attività di Palazzo del Monferrato (mediante l’organizzazione di mostre, eventi, convegni e, più di recente, con la creazione del Museo “Alessandria città della Bicicletta”).

Nel tentativo di razionalizzare le risorse dedicate al sostegno di progetti terzi (controllandone gli effetti mediante un’azione di costante verifica dei risultati), uno strumento efficace si è rivelato il ricorso alle capacità progettuali espresse dalle ASSOCIAZIONI PROVINCIALI DI CATEGORIA: si citano qui, a puro titolo di esempio ma in modo esemplificativo di tanti altri, gli interventi a sostegno del grano alessandrino, di lotta alla flavescenza dorata e di sostegno ai consorzi di tutela dei vini doc e docg (per il settore agricolo); i progetti denominati “scuola imprenditoriale” e “adotta un monumento” (per il settore artigiano); i tanti progetti, che hanno visto sovente la collaborazione tra le associazioni di categoria e i Comuni dei principali centri della provincia per la rivitalizzazione commerciale dei centri storici. Si ricorda infine la progettualità realizzata sia con le associazioni del comparto industriale sia con quelle di tutela del consumatore.

Premio Marengo Doc: premiati i vincitori della 43esima edizione. Coscia: “I nostri vini fra tradizione e innovazione”. Livraghi: “Mercati esteri in crescita costante” CorriereAlIn sintesi, i dati del bilancio di esercizio 2017 ci dicono che andiamo a consegnare alla nuova Camera di commercio UNA SITUAZIONE FINANZIARIA SANA: il bilancio chiude con un lieve avanzo, raggiunto senza ricorrere al fondo di stabilizzazione delle erogazioni, la cassa è positiva per 7,152 milioni (fatto che consente di non fare ricorso ad anticipazioni). Infine, il patrimonio netto dell’ente si mantiene al di sopra dei 20 milioni di euro (esattamente 21.842.530 euro, con un incremento nel quinquennio di 1.003.712 euro in valore assoluto e del 4,8% in percentuale). Tra le voci che costituiscono il patrimonio, una particolare attenzione è stata dedicata in questi cinque anni alle partecipazioni dell’ente: in questo senso alcune future dismissioni potranno assicurare importanti sopravvenienze, utili per accrescere l’efficacia della nostra azione.

Tra presente e futuro
Un ulteriore ambito di impegno che si è aperto a partire dall’approvazione del decreto legislativo 291/2016 (il testo di riforma del sistema camerale che continua a produrre i suoi effetti), è stato quello dei nuovi ambiti di operatività collegati alle FUNZIONI AGGIUNTIVE che la riforma ha assegnato ai nostri enti: il riferimento, chiaramente, va ai tre settori del sostegno all’innovazione digitale, all’ambito del turismo e cultura, e al tema dell’orientamento al lavoro declinato in primis attraverso lo strumento dell’alternanza scuola-lavoro. A questi nuovi compiti, che hanno visto una parte considerevole dei 6000 dipendenti del sistema camerale entrare in una serie di percorsi formativi, sono già state dedicate risorse finanziarie che nell’arco del triennio 2017-19 ammonteranno per il nostro ente a poco meno di 2 milioni di euro.
Tra le nuove frontiere che ci attendono nel prossimo quinquennio si aggiungono dunque rispetto al recente passato, sul piano del digitale strumenti come lo sportello unico delle attività produttive (SUAP) messo a disposizione di tutti i Comuni, il fascicolo elettronico d’impresa, il cassetto digitale dell’imprenditore, il sistema personale di identificazione digitale (SPID); sul piano dello sviluppo turistico, il progetto per la promozione turistica del Monferrato come destinazione di turismo enogastronomico, storico culturale e di sport all’aria aperta (sui tre filoni del cicloturismo, del camminare e del golf); sul piano dell’alternanza scuola-lavoro, la creazione di efficaci percorsi di alternanza costruiti in reale spirito di collaborazione tra mondo aziendale e mondo scolastico.

In questo contesto, infine, occorre tener ben presenti TRE ULTERIORI ELEMENTI DI QUADRO: l’uno, il ruolo di coordinamento che vari soggetti pubblici hanno riconosciuto in questi anni alla nostra Camera; il secondo, il rilievo mantenuto dal Registro imprese, legato alla tradizione storica delle Camere di commercio; il terzo, la prospettiva dell’accorpamento, che ci orienta invece verso il futuro.

In varie occasioni (si pensi soltanto alle attività preparatorie in vista dell’Expo 2015, alla promozione del Monferrato, alla questione cruciale dello sviluppo della logistica), importanti soggetti locali, regionali e nazionali hanno riconosciuto e attribuito al nostro ente un ruolo di “cabina di regia” territoriale che sovente è stato assegnato in virtù di un’autorevolezza e capacità di rappresentanza capillare del sistema delle imprese che ha talvolta anticipato i contenuti della riforma.

In questi cinque anni il Registro imprese è stato oggetto di cure continue, di una “manutenzione” informatica ma anche gestionale che non si è mai interrotta e ha assorbito importanti energie sul piano sia delle risorse umane che di quelle economiche. Perché il registro, e con esso il rafforzamento della funzione anagrafico-certificativa svolta dalle Camere, è il tronco intorno a cui si è consolidato il nostro sistema. Non si tratta di un obiettivo fine a se stesso, ma che deve essere giocato per la crescita del sistema imprenditoriale italiano e, più in generale, del nostro Paese e del miglioramento della Pubblica Amministrazione.

La prospettiva dell’accorpamento, – con il passaggio a 60 Camere e la fine (per molti versi ricca di criticità e rimpianti) del nostro ente e dei suoi 155 anni di storia – ci orienta comunque a rivolgere lo sguardo verso il futuro: lo sforzo dovrà essere quello di cogliere gli elementi di crescita insiti in un ampliamento territoriale che si inserisce in una visione di area vasta. Nasce un nuovo sistema economico di quasi 100.000 imprese che ci costringe a ripensare le nostre metodologie di presenza e d’intervento, e che, insieme agli inevitabili elementi di incertezza, apre prospettive importanti per la nostra comunità economica e sociale.
Nel dibattito sono intervenuti anche i vicepresidenti Piero Martinotti e Adelio Ferrari, che si sono associati al ringraziamento del presidente Coscia nei confronti del Consiglio, ricordando che i risultati conseguiti sono tanto più importanti in quanto si consideri la condizione di difficoltà in cui la riforma ha portato ad operare le Camere.