Borsalino, stop all’affitto a Camperio. E il futuro è sempre più in salita…[Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

Borsalino, il percorso delle carte bollate procede. Come d’altronde avevano ben delineato i curatori fallimentari, mentre l’intera comunità alessandrina inseguiva una solidarietà tardiva per la storica azienda. Prima il sequestro cautelativo del marchio, poi sette persone iscritte nel registro degli indagati (Philippe Camperio, che ha in affitto il cappellificio attraverso la Haeres Equita; i tre componenti del consiglio di amministrazione della società Borsalino, Marco Moccia, Saverio Canepa e Raffaele Grimaldi; tre funzionari di Mediocredito) con le ipotesi di reato di bancarotta preferenziale e bancarotta impropria sempre in relazione al marchio e alle modalità con cui è stato acquisito dall’istituto bancario per 17,5 milioni, infine l’annuncio che i curatori hanno revocato l’affitto del ramo di azienda a Camperio che era in scadenza a giugno. Ora la società dell’imprenditore italo-svizzero ha tre mesi di tempo per restituire la fabbrica, per la quale successivamente si profila l’esercizio provvisorio.

Giù il cappello. L’ombra del fallimento della Borsalino si allunga su Alessandria [Centosessantacaratteri] CorriereAl

I curatori Stefano Ambrosini e Paola Barisone lo hanno detto chiaramente prima alle organizzazioni sindacali e poi ai lavoratori riuniti in assemblea. Che ovviamente sono stati travolti dalla preoccupazione perché si profila lo scenario peggiore: una azienda che va all’asta senza però garanzie per l’occupazione e il territorio. “Noi continuiamo a chiedere di prevedere l’inserimento di una clausola sociale per i dipendenti all’atto della messa in vendita” ripete Elio Bricola della Uil (segue la vertenza insieme a Maria Iennaco della Cgil e a Claudio Cavallaretto della Cisl), ma poi non nasconde l’aumento dei timori per svolte imprevedibili. Se è vero che sarebbero fra le quindici e le diciotto le manifestazioni di interesse per la Borsalino, manifestate da grandi marchi e imprese del settore del lusso, è anche vero che non si possono avere garanzie, al momento, circa il mantenimento della sede produttiva e dei dipendenti.

Perché questa accelerazione, fra sequestro, iscrizione nel registro degli indagati e revoca dell’affitto? Sul piano legale l’evoluzione era già ampiamente prevedibile scorrendo le carte che hanno portato a sancire il fallimento della Borsalino. Sulla revoca decisa un giorno fa da Ambrosini e Barisone pare abbia pesato un ritardato pagamento di tre mensilità di affitto da parte di Haeres Equita. Una eventualità che la normativa prevede fra quelle che possono fare scattare il provvedimento. Per i curatori è quindi stato un ‘detto e fatto’ rapidissimo. Che poi i tre mesi previsti per restituire l’azienda coincidano con la scadenza naturale di giugno dell’affitto semestrale, poco importa. Ciò che conta, evidentemente, è il ribadire quanto gli stessi Ambrosini e Barisone sostengono da tempo: c’è solo un modo per mantenere Camperio in qualche modo in campo ed è quello di trovare un accordo con loro sulla cessione del marchio. Ma le posizioni sono sempre rigide e distanti. Le parti in causa sembra che proprio non si parlino. E questo non può che complicare le cose.

Quale fine per la Borsalino che intanto continua a produrre e stare sul mercato con successo? Difficile dirlo ora. Quello che è certo è che i tempi rischiano di allungarsi. E di parecchio. Il 13 marzo a Torino è in programma l’appello contro il fallimento. Ogni parte (curatori e società) hanno annunciato che faranno ricorso in Appello, in caso di sentenza diversa alle rispettive attese. Poi scatterà la gestione provvisoria, che anch’essa implica tempi lunghi.