Casale capitale morale della Cultura…Spinetta dell’inquinamento! [Le pagelle di GZL]

Vignale e Botta: "A Casale Monferrato un campo di calcio sull'area ex Piemontese?" CorriereAldi Graziella Zaccone Languzzi

 

 

1) Casale Monferrato 2020? “comunque vada sarà festa”!… e festa è stata. Unica città del Piemonte finalista tra le dieci selezionate. Ha vinto Parma, ma Casale Monferrato, città resiliente per la sua capacità di rinascita dalle difficoltà del dramma amianto, aveva una marcia in più sulle altre per vincere. Si legge su Casalenews una dichiarazione del Sindaco Titti Palazzetti: “per qualche minuto, quando il presidente Baia Curioni ha iniziato il suo discorso parlando di resilienza, ho creduto di aver vinto. Poi non è andata così, ma la nostra è una vittoria morale. Vi assicuro che il nostro dossier e la nostra presentazione sono state le più apprezzate e, alla fine, alcuni membri della commissione ci hanno pure chiesto scusa”. Che significa tanta attenzione per Casale al punto di chiedere scusa? Cosa ha impedito allora alla giuria di promuovere Casale Capitale della cultura 2020? Bella la dichiarazione dell’assessore casalese Daria Carmi estrapolata da un giornale online di Nuoro: “Capitale cultura, le reazioni nelle città deluse”: “Oggi non abbiamo perso, oggi abbiamo affrontato la nostra sfida. Non apparteniamo alla stessa categoria di Parma, la nostra è un’altra strada. Una strada fatta di memoria, di consapevolezza e di coraggio. Abbiamo osato e siamo entrati fra le prime dieci, fra le bellissime dieci, e questo è un traguardo che abbiamo guadagnato per sempre”. Casale ce l’ho nel cuore perché ha subìto l’evento alluvione come la mia città, Alessandria. Dall’ottobre 2000 ho iniziato a conoscerla, a conoscere la sua gente e notare impegno, amore, lotta per la sua sopravivenza e per il futuro da parte di molti casalesi. Se si parla di cultura e arte, Casale è senza dubbio un importante gioiello antico della nostra provincia, uno di quei gioielli unici confezionati su misura, che vengono tramandati di generazione in generazione. Queste mie considerazioni le condivido da anni con l’amica Franca Nebbia, ‘storica’ giornalista de La Stampa che si occupa del consiglio comunale e di notizie territoriali su Casale. Con Franca abbiamo fatto il tifo nell’ultima settimana quasi ogni giorno, convinte che Casale sarebbe stata scelta per le motivazioni sopracitate, ma già a fine mattinata di venerdì abbiamo commentato la nostra disapprovazione sulla decisione della giuria. Campanilismo? Sicuramente, ma non ce ne siamo vergognate. Casale Monferrato negli anni scorsi ha orgogliosamente risalito la china dopo un lungo declino, ed entrare nelle dieci finaliste vuol dire richiamare i fari dell’attenzione nazionale, finalmente non solo per la lotta sul fronte Eternit ma per la sua importante storia, per le innumerevoli bellezze che ha saputo conservare nel tempo.
Voto: 10

 

2) “Spinetta, area ancora pesantemente inquinata” (Il Piccolo 6 febbraio pg.5 – la firma è di Politici e bonifica di Spinetta Marengo CorriereAlMonica Gasparini). Riporto le parti più essenziali: “Lo rivelano dieci anni di analisi analitiche sul suolo e acqua effettuate da Arpa (e da Solvay). L’area del polo chimico di Spinetta è ancora pesantemente inquinata. A rivelarlo sono le indagini analitiche su suolo e acque effettuate da Arpa Piemonte nel periodo 2011-2017 che hanno confermato il persistere di una importante contaminazione di suolo, sottosuolo e acque sotterranee interne ed esterne al sito. Il problema, come già nel 2008, spiegano dall’Arpa Alessandria /Asti, non è solo il cromo esavalente, ma anche di altre sostanze tra cui solventi, clorurati e fluorurati in genere che sono stati negli ultimi cinquanta anni i prodotti più utilizzati nel polo chimico. Sostanze presenti sia nel suolo sia nelle acque di falda”. Se ne parla ufficialmente dal 2008, ma già nel 2006 una mia amica si era rivolta al NOE (Carabinieri ambientali) denunciando varie autorizzazioni concesse all’interno di una “linea che delimitava l’area a rischio” in funzione della Seveso III/D.L. n.238/21.09.2005- art.8 e succ.parz. modifiche. Il NOE al tempo si era dato veramente da fare nelle indagini, “ma non ci fu proseguo” da chi era preposto portare avanti tale segnalazione! Dopo la “scoperta ufficiale” da parte di privati nel fine maggio-inizio giugno 2008, sono trascorsi dieci anni e siamo ancora qui con il dubbio che nel tempo la contaminazione del cocktail di cromo esavalente – solventi – clorurati e fluorurati si sia estesa oltre Spinetta: mal comune mezzo gaudio? Intanto: da “Il Salvagente” di febbraio 2018 – (da pag.62 a pag.65 – ancora in edicola), titolo: “ Sangue avvelenato l’incubo dei veneti” si legge da uno studio del Cnr: “Le aree a rischio nelle altre Regioni di cui il Piemonte: dalle parti di Spinetta Marengo per es. in provincia di Alessandria, uno stabilimento fabbrica prodotti fluorurati e antiaderenti potrebbe essere collegato all’alta rilevazione di Pfas” . In Veneto il Governo regionale è impegnato in misure di salvaguardia per la popolazione ma trova paletti dal ministero della salute: “Pfas, Lorenzin non vuole limiti massimi nelle acque. Il Veneto: Ministero se ne lava le mani”. Domanda: nel nostro territorio, come procede lo screening sanitario?
Voto: 2

 

Tribunale all'Ex Consorzio Agrario? Speriamo, ma attenti al piano interrato [Le pagelle di GZL] CorriereAl 33) Ritorno sull’insicurezza urbana nella nostra città. Alessandria è una città di 93.839 abitanti (dati ISTAT 01/01/2017), quindi non dovrebbe essere difficile ‘governare’ la sicurezza con controlli su chi in modo sospetto gironzola in città e sui parcheggiatori abusivi. Per chi non è in regola, niente foglio di via: va portato in Prefettura dove il cosiddetto “Governo sul territorio” si dovrebbe attivare nel “recapito” nei luoghi preposti, sotto il controllo del Ministero degli Interni. La Prefettura ha i mezzi governativi legali per farlo, almeno si spera. La mia può sembrare una richiesta troppo populista, razzista o fascista ma a dir il vero la cosa non mi tocca, con me certe “paturnie” da parte dei “politicamente corretti” non attaccano. Sono una persona pragmatica e i continui gravissimi accadimenti a causa di immigrazione tenuta allo stato brado e con un’accoglienza in gran parte incontrollata, si viene a conoscenza di situazioni non certo tranquille. Ma per timori di rivolte ci viene pure taciuta la piena verità. La supposta” mafia nigeriana” in Italia (che da alcuni giorni ‘emerge’ attorno alla tragedia di Pamela a Macerata) non dovrebbe far fare sonni tranquilli a chi ci governa. A tal proposito leggete l’intervista al Prof. Alessandro Meluzzi: “Pamela, bevuto il sangue. I Pm tacciono”. Meluzzi choc sulla mafia nigeriana”.
Quindi è facile da comprendere, le frontiere dei paesi oltralpe sono blindati! Chiedo: chi abbiamo accolto ad oggi, senza controllo adeguato, lasciato in libertà a fare quel “cavolo” che gli pare? Nessun corteo per Pamela e per ogni vittima di queste “risorse”, che ritengo avariate di brutto. Nessun corteo per le nostre Forze dell’Ordine ferite,umiliate e volte uccise. Per finire e far capire che c’è poco da stare tranquilli, due titoli di casa nostra: “Alessandria, aggredisce gli agenti durante un controllo: arrestato”. Chi ha assistito racconta della violenza del nigeriano nei confronti della polizia nel parcheggio Berlinguer. Altro titolo: “Sorpresi in piazza Gobetti con droga e una pistola carica. Arrestati”. Due marocchini che giravano armati e con droga. Per certa politica queste sono risorse? E in che numero ne disponiamo qui in città?
Voto: 2