Oggi è di moda, specialmente per quelli che bazzicano nei mondi della consulenza, affermare di aver tra i propri maestri diretti dei guru, solitamente provenienti da altri continenti, che hanno conosciuto in cartolina oppure attraverso le pagine dei loro libri.
Quando va bene, mostrano orgogliosi sui loro profili Facebook un selfie con il guru di turno, che ha generosamente elargito loro un sorriso in cambio di una vendita di un libro, di un biglietto di conferenza, di un Corso oppure di una onerosa parcella a compenso di partecipazione a un evento (viaggio compreso).
Talora, qualcuno mi chiede quali siano stati i miei libri più importanti, quale il mio autore di riferimento e quali i miei maestri più significativi.
Certo, ho avuto molti maestri nella mia vita, qualche imprenditore, un segretario di partito politico, diversi professori.
Ma se devo essere onesto con me stesso, chi mi ha consentito, quest’anno, di arrivare a insegnare anche nell’antica e prestigiosa Università dove io stesso da giovane ho studiato, il più importante di tutta la mia formazione, è uno solo.
Era un analfabeta.