Renzi ‘pigliatutto’ in Rai. Fornaro: “Mi dimetto dalla commissione di Vigilanza”

Fornaro microfoniIl senatore alessandrino Federico Fornaro, insieme al collega di partito Miguel Gotor, ha rassegnato le dimissioni dalla commissione di Vigilanza Rai, “in dissenso con le nomine dei nuovi direttori dei Tg fatte dal direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, e approvate a maggioranza dal consiglio d’amministrazione”.

Ecco le dichiarazioni congiunte di Fornaro e Gotor: “Il consiglio di amministrazione della Rai, su proposta del direttore generale, come era stato ampiamente anticipato nei giorni scorsi, ha ufficializzato le nuove nomine dei direttori dei telegiornali. Una decisione assunta in assenza di un nuovo progetto sull’informazione dell’azienda come chiaramente emerso nella riunione della commissione di Vigilanza Rai di mercoledì sera e che risponde unicamente a logiche di occupazione governativa del servizio pubblico, in forme per molti versi inedite e in contrasto con il principio costituzionale del pluralismo culturale e politico. ​Si sono purtroppo confermate le nostre preoccupazioni già sollevate in occasione della nomina dei vertici Rai dello scorso agosto”.

Continuano Fornaro e Gotor: “La nostra richiesta di ieri di rinviare le nomine deiRenzi furbetto nuovi direttori dei Tg, fermo restando le prerogative del direttore generale, a dopo la discussione e l’approvazione di un nuovo piano sull’informazione della Rai, non è stata messa ai voti, in modo pilatesco e burocratico, dal presidente della Commissione Roberto Fico. La nostra richiesta rispondeva all’esigenza di rispettare i ruoli di tutti i soggetti (Consiglio di amministrazione, direttore generale e Commissione di vigilanza), mentre è del tutto evidente che le nomine dei nuovi direttori generali rispondono a una logica di normalizzazione dell’informazione pubblica, alla vigilia di importanti scadenze politiche e istituzionali e nulla hanno a che vedere con il progetto di una “nuova Rai” promesso dal Pd e dall’attuale governo e oggi platealmente disatteso. In realtà, siamo di fronte a pratiche e a logiche di una gravità tale da evocare il tema della questione morale di Enrico Berlinguer, quando, nel 1981, denunciava l’occupazione da parte dei partiti di governo delle principali istituzioni dello Stato, Rai compresa”.

Berlusconi al confronto era un dilettante insomma, tocca ammetterlo. Matteo Renzi, con la nuova infornata di direzioni Rai, ‘normalizza’ l’informazione dell’azienda di Stato (che già non è che brillasse per imparzialità), e si assicura, da qui al referendum, e alle successive elezioni politiche, un coro pressochè unanime di peana, e di ‘ottimo, capo’, per citare una recente ‘perla’ di Sofrino jr, alias ‘signor Bignardi”.

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