Della Città della Cittadella [Il Flessibile]

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di Dario B. Caruso.

Partimmo da Loano in quarantasette, giovedì scorso, con i ragazzi della Scuola Media.
Erano le dieci del mattino quando, dopo un breve viaggio, approdammo alla Cittadella di Alessandria.

Non è una partenza epica come lo è stata quella dei Mille da Quarto ma vi assicuro che l’accoglienza di due bersaglieri sul ponte della Porta Reale è stata suggestiva.
A lato un cartello: automezzi al passo, bersaglieri di corsa. Mai indicazione fu presa così alla lettera dai nostri studenti i quali dopo un centinaio di minuti di pullman hanno cominciato a scorrazzare negli spazi aperti sentendosi tutti col cappello piumato.

cittadella_flex_2Richiamo all’ordine!
I due bersaglieri, raggiunti da un terzo, fanno parte dell’Associazione Provinciale che ha la custodia e la cura del Museo dei Bersaglieri, un interessante percorso negli ultimi due secoli di storia d’Italia attraverso la ricostruzione della vita militare, la trincea, la caserma, le campagne d’Africa, quegli ambienti che si leggono sui libri di storia e che a vederli da vicino – benché nella finzione – fanno un certo effetto.

Tra un racconto di vita vissuta, carico di fiera nostalgia, e un aneddoto sulla Cittadella, carico di aspettative data la recente promessa del Ministro Franceschini, le nostre gentili guide si dirigono verso le gallerie del seminterrato. Nel frattempo ci hanno raggiunto Ettore Grassano e Andrea Antonuccio che ci accompagnano nella prosecuzione.
Le gallerie sono fredde e scure, illuminate solamente dalle frequenti ma insufficienti bocche di lupo che provano invano a catturare il sole della bella giornata primaverile. Per i ragazzi è un divertimento unico, poter girovagare in un labirinto col rimbombo del luogo e nessuno che imponga loro il silenzio. Siamo a scuola ma si impara anche così. Nel frattempo con i colleghi, Ettore, Andrea e le guide ci scambiamo informazioni sui progetti futuri, quello che si potrebbe fare del luogo, quello che si dovrebbe fare e via discorrendo.

cittadella_flexUltimi due passaggi.
Il Museo delle Armi naturalmente catalizza l’attenzione di tutti, in particolare dei maschietti che si sentono un po’ investiti di un senso di patria che via via sta dilavando.
Il Belvedere, terrazzino di epoca napoleonica da cui le bambine a bocca aperta immaginano di vedere arrivare il compagno di classe su un cavallo e chieder loro la mano.
Potenza degli undici anni.

Si fanno le 12,30.
Ettore e Andrea ci salutano, il lavoro li chiama. Credo cominciassero a divertirsi anche loro.
Il tempo per un rapidissimo pranzo che lascia spazio a novanta minuti di gioco in quel verde quadrato gigante interno alla Cittadella.
Ogni tanto qualche ragazzo mi passa accanto per recuperare la palla e mi dice “troppo bello prof qui…” e si allontana raggiungendo gli altri e portandosi via sorriso e sudore.
Le ragazze giocano a pallavolo oppure chiacchierano sedute in cerchio come in un quadro di Monet, altre provano coreografie di danza per i saggi di fine anno.

Ore 14: chiamata a raccolta!
Risaliamo sul pullman alla volta di Spinetta Marengo per visitare il Museo Napoleonico che narra le vicende della Battaglia di Marengo, difficile per i nostri piccoli studenti ma confidiamo che le ottime guide abbiano fatto breccia.
Le nozioni torneranno a galla. Quando saranno in terza media ricorderanno queste passeggiate nella storia. Per ora lasciamo che ricordino i calci al pallone, le corse, le emozioni e gli scherzi di un giovedì qualunque.

Ringrazio a nome mio, dei colleghi e delle famiglie dei ragazzi, in primo luogo Ettore e Andrea che mi hanno dato l’input, l’Assessore alla Cultura del Comune di Alessandria e la signora Daniela Sguaizer che ha brillantemente organizzato i tempi e i modi.
Viva la Cittadella!

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