Nuovo protocollo tra ASL, tribunale e magistrato di sorveglianza

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È già esecutivo l’accordo siglato il 17 febbraio scorso dal dottor Gilberto Gentili, Direttore Generale ASL AL, dalla dottoressa Sandra Casacci, Presidente del Tribunale di Alessandria, e dal Magistrato di Sorveglianza di Alessandria.

Si tratta di un protocollo d’intesa tra le tre istituzioni responsabili per legge della gestione dei percorsi dei  pazienti psichiatrici autori di reato, che si inserisce nel complesso di azioni messe in campo a livello nazionale e regionale (vedi Convenzione stipulata in data 14.12.2015 tra la Regione Piemonte e la Procura Generale presso la Corte di Appello – Torino), nell’ambito della riorganizzazione della medicina penitenziaria, dopo la chiusura definitiva degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

Se, prima di questo provvedimento legislativo, la persona riconosciuta colpevole di reato, che mostrasse in qualche misura incapacità di intendere e di volere e/o un determinato grado di pericolosità sociale, veniva inserita in O.P.G., ora la legge prevede che il suo percorso, a fronte di una valutazione tecnica sul disturbo psichiatrico, espressa dal perito incaricato dal Tribunale come CTU, sia determinato in collaborazione con i Servizi Sanitari territoriali, tenendo conto delle esigenze cliniche  specifiche della persona.

“Con questo protocollo concordato a livello provinciale – dichiara il dott. Gentili –  si intende promuovere intensificandolo il dialogo tra le tre istituzioni coinvolte nel processo decisionale, ferma restando l’autonomia della giurisdizione, e si sposta l’orientamento del percorso dalla misura prettamente contenitiva, a quella prevalentemente orientata alla cura e riabilitazione del soggetto.”

In pratica, si crea una rete tra servizi pubblici – la Struttura di Salute Mentale ASL AL diretta dal dott. Giorgio d’Allio, il Dipartimento di Patologia delle Dipendenze ASL AL diretto dal dott. Luigi Bartoletti, il Tribunale di Alessandria ed il Magistrato di Sorveglianza di Alessandria.

Nei casi in cui il giudice riscontri la presenza delle componenti di pericolosità sociale, di disturbo della personalità, che in molti casi è  associato a dipendenza patologica, la presa in carico viene concordata collegialmente sotto forma di percorsi clinico-riabilitativi residenziali e semiresidenziali, con continuo monitoraggio da parte del personale sanitario in sinergia con gli organi della Magistratura.