La primavera dell’Ateneo, l’autunno della politica. E una poltrona per due (donne) [Centosessantacaratteri]

Sozzetti Enricodi Enrico Sozzetti
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Primavera all’Università. Lunedì 21 marzo le università italiane, statali e non statali, organizzano incontri e dibattiti pubblici per riaffermare “il ruolo strategico della ricerca e dell’alta formazione per il futuro del Paese”. Verranno discusse e raccolte idee e proposte da consegnare al Governo in un documento di sintesi unitario della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui).

L’Università del Piemonte Orientale (Upo) ha scelto Alessandria come palcoscenico dell’evento. Appuntamento nell’aula 208, a Palazzo Borsalino in via Cavour 84, dalle 10.30 alle 12.30. Bel riconoscimento per il capoluogo, all’avanguardia per l’attività svolta da anni con il Digspes (Dipartimento di giurisprudenza, scienze politiche, economiche e sociali), diretto da Salvatore Rizzello, e il Disit (Dipartimento di scienze e innovazione economica) guidato da Leonardo Marchese. Lunedì mattina saranno di scena il Rettore, Cesare Emanuel, il professore Menico Rizzi con “Lo stato dell’arte della ricerca all’Upt”, i ricercatori Domenico Carbone e Annalisa Chiocchetti che affronteranno il tema “Scommettere sui ricercatori”.

Ma vuoi mai che la politica si perda la ghiotta occasione di unPalazzo Borsalino nuova  palcoscenico? Non sia mai detto e, così, ecco che il primo invito ufficiale dell’evento annuncia gli interventi di una singolare coppia politica. Interverranno infatti Rita Rossa, classe 1966, sindaco di Alessandria, e il senatore Daniele Borioli, classe 1957. Il titolo dell’intervento di quest’ultimo riassume quasi tutto lo scibile umano: “Lo Stato, il territorio e il sostegno all’Università”. Entrambi del Pd e con alle spalle una esperienza amministrativa nelle giunte della Provincia che si sono susseguite senza riuscire a risolvere la cessione della ex caserma dei carabinieri (l’edificio è di proprietà dell’ente) che sorge di fronte a Palazzo Borsalino e che avrebbe potuto dare ossigeno e spazi all’attività universitaria, nella geografia interna del partito sono schierati su fronti diversi.

Lei è su posizioni fassiniane e lui della corrente di Rifare l’Italia (i ‘giovani turchi’). La coppia si è fatta notare qualche giorno fa a pranzo al ristorante ‘Il Vicoletto’ di Alessandria. Non è certo dato sapere se hanno parlato di Atm (pronta a essere liquidata), degli assetti della segreteria provinciale del Pd, dove i turchi sono in minoranza, o, ancora, delle manovre per la candidatura della Rossa che forse cerca una collocazione nuova anche alla luce dei non certo esaltanti indici di gradimento alla guida di Palazzo Rosso che però potrebbe essere, per ora, l’unica opportunità.

Tutto bene? Macché! A distanza di qualche giorno dall’annuncio dell’iniziativa di lunedì, ecco arrivare la novità. L’Ateneo annuncia l’arrivo di altri due relatori: Cristina Bargero ed Enrico Borghi, deputati del Pd. La prima, classe 1975, è di Casale Monferrato, il secondo, classe 1967, di Premosello-Chiovenda, provincia del Verbano Cusio Ossola.

Che succede? Relatori suddivisi con il manuale Cencelli – quattro universitari e quattro politici – oppure è scontro tutto al femminile? Secondo indiscrezioni raccolte sia all’interno del partito alessandrino, sia a livello romano, pare che i rapporti, mai ottimali, fra Rita Rossa e Cristina Bargero abbiano raggiunto il calor bianco. La causa potrebbe essere proprio quel ruolo di parlamentare cui il sindaco di Alessandria aspira, ma che appare precluso, al momento, in ogni modo. E tutte le alleanze che discendono potrebbero rendere sempre più difficile il salto a Roma del sindaco alessandrino.

Dal 2008, il sistema universitario italiano è soggetto a tagli lineari e progressivi delle risorse. Una scelta politica trasversale che si è tradotta nella perdita di oltre 10.000 posizioni di ruolo solo tra quelle per docenti e ricercatori. I tagli hanno significato “l’impossibilità di reclutare studiosi giovani e meritevoli, il congelamento delle carriere e delle opportunità di crescita professionale, una condizione retributiva che disincentiva i migliori a restare e allontana i giovani talenti e gli studiosi stranieri, l’indebolimento del già precario e fragile diritto allo studio che sta riducendo iscritti e laureati”.

Vale di più un Ateneo capace di alimentare ricerca, sviluppo, occupazione e ricadute economiche (basta pensare agli incubatori di imprese che peraltro ad Alessandria non ci sono) oppure una carriera parlamentare?

Appuntamento lunedì nell’aula 208 a Palazzo Borsalino.