Il cambio degli armadi [Il Flessibile]

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di Dario B. Caruso.

Finisce una stagione e ne segue un’altra.
Normale, diremmo tutti, se non fosse che c’è un momento in cui si presenta – innocente e minacciosa – una domanda: amore, facciamo il cambio degli armadi?

Per chi ama il cinema esiste un filone che corre lungo tutto il Novecento partendo da Bela Lugosi passando per Alfred Hitchcock attraversando George Romero, Dario Argento, Linda Blair, John Carpenter, Freddy Krueger, Sam Raimi e così via.
Ma quella domanda…

Quella domanda rappresenta il meccanismo dei film thriller che ti fa saltare sulla poltrona, l’angelico volto dell’amico che si deforma e improvvisamente si tramuta in essere infernale e diabolico. Chi trova un amico trova un tes-horror!

cambio_armadi_flexAmore, facciamo il cambio degli armadi? lo dicono le mogli almeno due volte l’anno. In autunno e in primavera, quando i primi raffreddori per incauto abbigliamento incominciano ad imperversare a casa, a scuola e nei luoghi pubblici (altro che vaccinazione obbligatoria: basterebbe un cambio armadi tempestivo).

Al mattino presto, preferibilmente il sabato o la domenica, si procede all’operazione.
Ed è a metà dell’opera che si giunge al quarto mistero di Fatima: come cioè sia possibile che una persona alta venti centimetri in meno occupi con i propri abiti il 75% del volume dell’intero armadio.
Fin da ragazzini ci insegnano che conoscendo le tre dimensioni di un solido se ne possano ricavare sia la superficie totale che il volume del solido in questione.
Ci viene insegnato a scuola. O sbaglio?
Allora, cari i miei studenti, siete autorizzati (voi ancora distanti dal cambio dell’armadio – ma si sa, meglio prevenire….) a contestare il prof di geometria oppure a praticare un brain storming nell’ora di religione: poiché se la scienza matematica non è in grado di spiegare questo fenomeno, dobbiamo appellarci al trascendente.
A far buon peso c’è poi che se si deve buttare qualche abito ormai consunto, quell’abito appartiene alla minoranza (meno male, amore! non sapevo più dove mettere le mie cose…).

La flessibilità della coppia è una bella esperienza.
Indispensabile.