Maffiotti (ARPA): “Ecco come organizzeremo i controlli sul Terzo Valico. Ma Provincia e comuni facciano la loro parte”

Maffiotti AlbertoIl tema è decisamente di quelli caldi, e sotto i riflettori. Dove, come e con quale livello di controlli pre e post saranno collocati i materiali di scavo del Terzo Valico? Quanti saranno ‘a regime’ i siti di produzione, e quanti sono ad oggi i siti di stoccaggio definitivo individuati, nella nostra provincia? Nei giorni scorsi, durante l’infuocato incontro pubblico di Bettale, l’impressione è stata che l’utilizzo delle cave alessandrine, ma anche la realizzazione stessa del Terzo Valico, siano questioni tutt’altro che ‘risolte’. Per cercare di capire un po’ meglio, dal punto di vista tecnico, quale sarà l’iter dei controlli (anche qui, se ne sono sentite ‘di tutti i colori’, e spesso con notevole dose di improvvisazione), e in particolare quale ruolo verrà svolto da ARPA Piemonte, abbiamo incontrato Alberto Maffiotti, direttore provinciale della sede alessandrina dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente.

 
Direttore, i materiali ‘estrattivi’ del Terzo Valico, le loro destinazioni e iTerzo Valico lavori meccanismi di controllo sono in questi giorni al centro di discussioni e polemiche. Ci aiuti a fare un po’ di chiarezza: come stanno davvero le cose, e qual è e sarà il ruolo di ARPA?
Non tutto è ancora chiaro e definitivo anche per noi, ma proviamo volentieri a fare il punto, per evitare equivoci. Parliamo di un percorso complesso, innanzitutto, in cui esiste una parte di prevenzione, e una di controllo. E primi pareri come ARPA abbiamo cominciato ad esprimerli nel 2004, quindi ben 11 anni fa: ma su un progetto che non era quello di oggi, per cui non è detto che tutte le valutazioni siano ancora valide, essendo mutato il quadro di riferimento.

Partiamo con qualche numero: quanto terreno dovrà essere estratto dall’Appennino, complessivamente, e che fine farà?
La realizzazione del Terzo Valico è prevista in 6 anni, a partire da questo 2015, e con il 2014 come una sorta di anno zero. Se i tempi saranno rispettati, si vedrà. Noi sappiamo, dai documenti in nostro possesso, che si parla di estrarre 7 milioni e mezzo di metri cubi di materiali. Una montagna di terreno, letteralmente, che andrà ovviamente gestito con un iter rigoroso. Comunque il progetto parla di 15 siti di produzione di terra e di roccia, e ad oggi di 12 siti di stoccaggio definivo, in provincia di Alessandria. L’altro versante, quello genovese, è altra faccenda, ma con dinamiche analoghe.

Terzo Valico nuovaI vostri controlli come funzionano?
Per pianificare controlli in divenire dobbiamo poter ragionare su un piano complessivo e dettagliato dei lavori, che non abbiamo. Sul fronte delle cave alessandrine, per ora c’è stato un nostro parere in merito alla cava Bolla, richiestoci una prima volta nel 2008, e poi ribadito nel 2015. Sugli altri siti attivabili, alessandrini e non, il monitoraggio avverrà via via che riceveremo piani di dettaglio. Ad oggi è operativo un solo sito di produzione, a Voltaggio (dove si sta scavando per predisporre la galleria ‘di servizio’, ndr), mentre si stanno predisponendo le strumentazioni per procedere anche ad Arquata. La procedura prevede che il materiale estratto venga stoccato, provvisoriamente, in siti temporanei, sul posto. Dove può rimanere fino a 12 mesi, e dove i nostri tecnici effettuano la prima fase dei controlli: in base alle sostanze riscontrate (e alle percentuali dei singoli materiali) si stabilisce se il materiale è idoneo ad essere stoccato in siti definitivi ‘ordinari’, o se deve essere oggetto di trattamenti, ed eventualmente destinazioni, particolari.

A quel punto parte la fase del trasporto? Anch’essa molto temuta, per una serie di motivi intuibili…..
Allora: di tutta la procedura è naturalmente responsabile il Cociv, che ne risponde. I rischi legati al trasporto su camion vengono naturalmente tenuti sotto controllo, e minimizzati. Non solo i camion devono seguire (pensiamo al caso delle cave alessandrine, ad esempio) un percorso standard obbligatorio, sia a livello autostradale, che di tangenziale, che di ‘ultimo miglio’, diciamo così. Ma i camion devono anche viaggiare coperti con appositi teloni, e usare accorgimenti di pulizia per i preumatici. Insomma, la normativa è rigorosa.

Una delle obiezioni di chi è assolutamente contrario all’utilizzo delle caveTerzo Valico Alessandria 2 alessandrine è: “chi ci garantisce che, una volta dato il via libera all’utilizzo delle cave stesse, non ci vadano a scaricare anche altro, magari di notte? Qualcuno se ne accorgerebbe?
Innanzitutto, ripeto, esiste sempre un responsabile di tutto ciò che viene portato nelle cave, che è il Cociv. Dopo di che, certo, noi effettueremo controlli costanti, in numero significativo, per verificare via via che quanto viene ‘stoccato’ corrisponda effettivamente a quanto dichiarato. Tenga conto che giorno per giorno i titolari del progetto Terzo Valico sono tenuti ad inviarci, in via elettronica, un piano dettagliato della situazione, e di quel che faranno il giorno successivo.

 

Arpa_piemonte_sede_torinoPerò, Dottor Maffiotti, da tempo si parla, per ARPA Piemonte, di tagli delle risorse, e conseguentemente ci si chiede: come farete a garantire qualità e quantità dei controlli negli anni, e al contempo a continuare a svolgere le altre vostre attività, certamente tutt’altro che marginali? Basti pensare alla situazione del polo chimico a Spinetta, o all’Eternit a Casale.
Il problema risorse, in merito all’attività complessiva di ARPA, esiste certamente, e lo affrontiamo non da oggi, con un processo di razionalizzazione degli impegni, del personale e delle sedi.
Ma vorrei essere chiaro sul fronte Terzo Valico: per le attività di monitoraggio sul posto (dalle verifiche dei materiali estratti, al rumore, alla qualità delle condizioni di lavoro degli addetti, agli eventuali rischi per la popolazione residente), là dove si scava, esiste un’apposita convenzione tra RFI e ARPA Piemonte, per cui ad ARPA viene corrisposto un forfait di 200 mila euro l’anno. Ad occuparsi del monitoraggio sarà un team composito, per competenze e preparazione, di circa 15 tecnici. Queste persone non faranno solo quell’attività, ma in maniera costante effettueranno prelievi e rilevamenti, mentre tutti gli esami verranno poi effettuati nei nostri laboratori di Alessandria. E il monitoraggio potrà essere effettuato anche in maniera congiunta, collaborando con il personale delle aziende che lavorano al Terzo Valico.
Poi ci sono i controlli, che saranno centinaia ogni anno, naturalmente a nostra discrezione. Ma anche lì RFI e Cociv sono tenuti a contribuire ai costi di campionamento e analisi.

Ma saranno controllati tutti i camion, uno per uno, come ha chiesto qualcuno?Palazzo Ghilini nuova
Ecco, qui bisogna chiarirsi. Per quanto i controlli possano essere numerosi e rigorosi noi, con il nostro personale e le nostre risorse, non saremo mai in grado di effettuare controlli così capillari: è semplicemente impossibile. Per questo è opportuno che comuni e Provincia (enti a cui compete comunque una parte dell’attività di controllo) prendano al riguardo decisioni precise: confrontandosi con noi, e mettendo però a disposizione anche risorse, e personale là dove possibile. In caso contrario, diciamolo chiaramente, ARPA da sola non potrà certo garantire 25 o 30 controlli quotidiani, per i prossimi 6 anni, e forse più.

 

Ettore Grassano