La Corporazione del Dardanello [Il Citazionista]

Ferruccio_Dardanello_Unioncameredi Andrea Antonuccio.

«Eliminazione dell’obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio. Piccolo risparmio per le aziende, ma segnale contro ogni corporazione. Funzioni delle Camere assegnate a Enti territoriali pubblici»
Matteo Renzi, Jobs Act, parte A, punto 5.

E’ bastato che nel suo Jobs Act quel discolaccio di Matteo Renzi mettesse in discussione l’obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio, che subito si è levato lo scudo protettivo del presidente di Unioncamere, il Grand’Ufficiale della Repubblica Italiana dottor Ferruccio Dardanello (nella foto).

«Penso che la questione non sia stata valutata nella sua completezza – ha dichiarato l’esterrefatto Dardanello di fronte a cotanta spregiudicatezza- perché l’iscrizione al Registro delle Imprese significa certezza, trasparenza e garanzie per le aziende».

Fermo restando che, almeno per alcuni, l’iscrizione al Registro delle Imprese è una gabella utile solo a tenere in piedi le Camere di Commercio (sedi, dipendenti, convegni, etc. etc), va detto che la reale impudenza (o imprudenza) di Matteo Renzi non è stata certamente quella di reclamare a gran voce l’eliminazione dell’obbligo di iscrizione, oneri compresi.

renzi11-960x638Non ci vuole molto a capire che la vera cattiveria del punto 5 della Parte A del Jobs Act è stata l’aver definito le Camere di Commercio “corporazioni”. Testualmente: «[…] Piccolo risparmio per le aziende, ma segnale contro ogni corporazione». O Dardanello non se n’è accorto, e ha cercato di difendere la mera entrata di pecunia; oppure (secondo me è andata così) il presidente di Unioncamere è un uomo di mondo e ha fatto finta di niente.

I politici passano. Le corporazioni restano.