Il dissesto: morale della favola

La sindaco di Alessandria, Rita Rossa, mi ricorda il comportamento di quella tale che era piena di debiti, propri ed ereditati, per truffe e anche da amici e parenti. Che fa? Fa come tutti gli altri, non sbandiera ai quattro venti di essere indebitata fino al collo, bensì tira in silenzio la cinghia, cerca di risparmiare, fa un mutuo, solidarizza sacrifici in famiglia, tutti si tirano su le maniche e piano piano ci mette delle toppe? No.

Invece mette in mostra cartelli giganti: DISSESTO, grida come una tacchina spennata che non ha più una lira. Così nessuno le presta  più un soldo, anzi la banca, i vicini di casa, i negozianti corrono a pretendere i vecchi crediti, minacciano. Così le entrate scendono e i debiti piuttosto che diminuire crescono ancora. Non ha più neppure da dar da mangiare ai figli. Cosa è costretta allora a fare? Vende tutto. Svende. Svende campi, la stalla senza i buoi che sono scappati, i gioielli della nonna, casa, mobili, pentole e coperchi, soprattutto gli attrezzi da lavoro, se potesse anche il marito. Pareggia un po’ i debiti ma resta senza alcun patrimonio. Sul lastrico. Più povera di prima. Criticata dai vicini, perché addirittura butta via  soldi mentre piange miseria. Abbandonata anche dagli amici. Morale della favola: si vendono baracca e burattini, ma i burattinai restano. Infatti ricordo che quella tale, e qui sta la differenza con l’attualità, se ne andò altrove.

Lino Balza – Alessandria