Sfortunate coincidenze. Un po’ ‘pelose’? [Controvento]

Napolitano Berlusconidi Ettore Grassano

E all’improvviso arriva il dramma delle carceri sovraffollate. Sacrosanta emergenza che esiste da decenni, ma che esplode proprio ora, in piena coincidenza con ‘l’affaire Berlusconi‘. Naturalmente il nesso tra l’imperativo morale che anima il presidente Napolitano e ne agita il sonno, e la difesa ‘particulare’ degli interessi del Cavaliere nel Palazzo la vedono solo i Grillini, che sono gente gretta e sempliciotta, del popolo. Del resto la vicenda i nostri vecchi, sempliciotti pure loro, l’avrebbero liquidata con un sorriso, e la frase “Vogliono farci credere che Gesù è morto di freddo“, per poi tornare ad occuparsi degli affari propri, della vita vera e quotidiana.

Il punto è che questo maledetto web ha complicato terribilmente le cose a lorsignori, e le articolesse ‘sussiegose’ e col ditino puntato di Repubblica o della Stampa ormai le leggiamo in pochi, per lo più per sfizio e per riderci su, come un tempo si faceva con Cuore. Mentre il ‘sentiment’ popolare, quello che un tempo pulsava nei bar sport e in piazza, oggi corre in rete.

E il ‘sentiment’, c’è poco da fare, dice che cane non mangia cane, e che vogliono scarcerare diverse migliaia di delinquenti per evitare ad una figura, illustrissima e controversa, “l’onta” del gabbio, o pene simbolicamente equivalenti.

Fa bene allora Annamaria Cancellieri, ex ministro dell’Interno e ora ministro della Giustizia, a precisare che “E’ una falsa idea. Quali dovranno essere i reati da inserire nell’amnistia e quali togliere, lo decide il Parlamento. Mi limito a osservare però che mai i reati finanziari e fiscali sono stati cancellati da un’amnistia”. Fine del discorso, dice il ministro, e noi appuntiamoci queste parole.

E, naturalmente, rispettiamo il sincero travaglio di Giorgio Napolitano, per il quale “alleviare la situazione nelle carceri delle condizioni di vita al limite della tortura nelle quali vivono 64.758 detenuti in spazi che hanno la capienza per 47.625, è un imperativo morale”.
Verrebbe da ricordare, ma sono dettagli, che Napolitano è classe dirigente del Paese dal 1948, e magari ha qualche responsabilità in più, su questo tema come sul fallimento in corso del Paese (si veda alla voce Telecom, Alitalia ecc) dei beceri Grillini.

Insomma, ‘i dannati della terra’, come diceva la campagna pro carcerati di Lotta Continua negli anni Settanta (quarant’anni fa, quando Napolitano già c’era, e comandava: e Grillo era un cabarettista), sono un problema vero. Ma tirarlo fuori dal cilindro proprio ora, beh….Ccà nisciun e fess, presidè!