Paladini della gnuranteira [U Gnacapiöğ]

Bona Giorgiodi Giorgio Bona.

L’è meij spartì con in delinquent che con in gnurönt dice un vecchio detto mandrogno ben comprensibile fuori dai nostri confini.
A volte, sempre a detta mandrogna, la gnuranteira è un’arma che molti usano in propria difesa e allora diventa una via d’uscita dire passo da ignorante per non pagare dazio o per non pagare il sale.

In un mondo di furbi o dove molti, la maggior parte, si credono tali diventa facile dare il titolo di ignorante al prossimo senza mai guardare se stessi. Tante volte, nella mia gnuranteira, mi sono trovato a farlo e a volte riesce anche bene perché si passa inosservati se non ci sono ricadute che ti mettono all’angolo.
Per dirla in breve vale sempre: il corvo disse al merlo come sei nero.

Sono riflessioni che vengono fatte a voce alta, addirittura scritte, ma vorrei portare chi le legge a un attimo di attenzione sul tema.
Dopo i risultati delle elezioni politiche sarà capitato a molti sentire un certo ragionamento di basso profilo del tipo: gli italiani sono fondamentalmente ignoranti perché hanno votato per Tizio, Caio e Sempronio e ancora una volta non hanno capito nulla. In realtà è un gatto che si morde la coda. Partiamo dal presupposto che ignoranti in questo caso siamo tutti sullo stesso piano, forse, perché deleghiamo con il nostro voto un potere di furbastri che ha consolidato una casta (vedi PD e PDL) e comincia ad andare dietro al richiamo delle sirene (vedi Grillo e Movimento Cinque Stelle).

I furbi quindi sono altri, noi forse siamo quelli che credono di essere furbi nascondendo una percentuale di gnuranteira latente che potrebbe mettere al tavolo analisti di fama mondiale per cercare di capire il fenomeno.

A proposito di gnuranteira pochi giorni fa mi è capitato di vedere una signora di unaSuv sulle strisce certa età che stava attraversando la strada sul passaggio pedonale. Come potete ben immaginare il passo di un anziano non è poi così scattante e veloce come quello di una gazzella. Un signore molto distinto alla guida di un Suv in compagnia di un bambino che probabilmente doveva essere il figlio è stato costretto a una brusca frenata. Tirando giù il finestrino ha incominciato a inveire contro la malcapitata signora, insultandola. Questa, certamente allibita, gentilmente e garbatamente si è ancora scusata. In quel momento ho cercato di intervenire in difesa della signora, ma l’auto è ripartita subito sgommando e lasciando due dita di copertone sull’asfalto.

Mi sono chiesto come potrà crescere quel figlio, con quali valori e con quale educazione con un padre del genere. C’è l’eccezione che conferma la regola, buon sangue non mente, da in pum la nas nent ‘na brigna, se tei gnurönt a quendeš tei gnurönt a quarönta.
Chissà se la gnuranteira ha tare ereditarie? Nella globale gnuranteira latente proviamo a riflettere.