[BlogLettera] Pioggia di soldi italiani sulla “scuola padana”

Mentre predicava la razionalizzazione della Scuola e dell’Università, tagliando ad esse i fondi indispensabili per il sostegno, per la mediazione culturale, per la ricerca; mentre imponeva agli insegnanti italiani, i peggio pagati d’Europa, il blocco dei contratti e degli stipendi, il governo Berlusconi lasciava che sulla scuola padana della moglie di Bossi “piovessero” dallo Stato 800 mila euro tra 2009 e 2010, a fronte di una popolazione scolastica di poco superiore alle 300 unità.

Un numero che, dalle nostre parti e secondo i parametri imposti dal Governo e dalla Regione Piemonte equivale a meno di un terzo di quello necessario a giustificare l’esistenza in vita di un’autonomia scolastica. Ma che nel caso della moglie di Bossi, “maestra di scuola elementare di lunga esperienza”  secondo il sito web della sua scuola, ma in realtà baby-pensionata dal ’92, a 39 anni, bastava a giustificare un’elargizione ciclopica, che la gran parte delle scuole italiane non può neppure sognare.

Una storia di ordinaria follia, che costituisce una delle pieghe più cupe della torbida saga di nepotismo e familismo con la quale si è avviata alla conclusione la parabola politica dell’ex capo leghista. Una piega che appare particolarmente intollerabile se si hanno presenti le difficoltà che oggi incontrano gli operatori della scuola pubblica per far fronte alle più elementari esigenze nel loro lavoro di formazione dei nostri figli.

Una storia che illumina di una luce ulteriormente sinistra gli anni del tardo berlusconismo, anni in cui Pdl e Lega, probabilmente convinti della loro inamovibilità dal potere, si sono permessi di fare scempio delle regole più elementari, trovando in ministri e funzionari incompetenti, ma molto ubbidienti ai “capi” indiscussi, zelanti esecutori di ordini dissennati.

Viene naturale domandarsi: quelli che ora invocano pulizia, dove tenevano la “ramazza” al tempo in cui si consumavano queste nefandezze, forse l’avevano smarrita tra il Viminale e Palazzo Chigi, o forse l’avevano deposta, insieme al “cappio” degli anni ruggenti, nelle soffitte del potere occupato con prepotenza per tutto il decennio, o in qualche sgabuzzino dei Ministeri burla aperti presso la Villa Reale di Monza.

Maria Assunta Orsi
Responsabile Scuola PD

Daniele Borioli
Segretario Provinciale PD