Abonante: “Nei prossimi due anni e mezzo dobbiamo davvero far ripartire Alessandria: altrimenti tutti a casa”

Abonante Giorgio 4Di lui tutti o quasi parlano bene, alleati e avversari. Pronti a riconoscergli doti di equilibrio e serietà, e anche una certa diplomazia, che fa parte comunque del bagaglio di chi sa far politica in maniera non improvvisata. Secondo qualcuno Giorgio Abonante, già capogruppo Pd a Palazzo Rosso, e da circa tre mesi assessore alla Programmazione Finanziaria (che vuol dire il ‘cuore’ di tutto, in sostanza) starebbe già studiando da sindaco di Alessandria, mentre per altri ha accettato di prendere in mano una ‘patata’ così bollente, che rischia di scottarsi. Lo abbiamo incontrato dopo la presentazione, la settimana scorsa, degli indirizzi strategici della giunta Rossa per la seconda parte del mandato, e anche oltre. E abbiamo provato a farci spiegare numeri e scenari attorno ai quali si sta cercando di ridefinire il futuro del nostro capoluogo di provincia.

 

Assessore Abonante, si è più volte sottolineato che, con il suo ingresso in giunta, la politica ha ripreso il controllo della situazione, dopo la parentesi (locale, ma anche in parallelo nazionale) dei tecnici. E’ davvero così, o c’è della retorica?
Parliamo di casa nostra: rispetto a Pietro e Matteo (Bianchi e Ferraris, i due precedenti assessori ‘finanziari’ della giunta Rossa, ndr) a me pare di essere in assoluta continuità. Nessuna discontinuità, rottura, o rivincita della politica. Nel senso che anche loro partecipavano ad un progetto politico: perché le scelte al bilancio di un ente come il nostro sono ovviamente politiche, prima che tecniche. Non parliamo di numeri asettici, ma di scelte che stanno dietro a quei numeri, che pure devono tornare. E il contesto drammatico in cui ci siamo dovuti muovere, e ancora ci muoviamo, è noto ormai anche ai muri di questa città. La differenza, questo sì, è che io ho partecipato alle elezioni del 2012 come candidato, e sono stato votato dagli alessandrini. Ma, ripeto, la continuità è assoluta, e se oggi cominciamo a poter respirare, e a vedere la luce, è grazie all’ottimo lavoro dei primi due anni di mandato, e quindi anche di chi mi ha preceduto.

Qual è lo stato oggi dei conti del Comune di Alessandria?Comune Alessandria 4
Entro fine settembre, come previsto dalla normativa, dovremmo approvare il bilancio preventivo 2014. Con la solita anomalia, non solo alessandrina ma a mio avviso da superare, di fare una previsione di bilancio ad anno quasi concluso. Se tutto va come deve, l’anno prossimo speriamo di chiudere il bilancio preventivo a fine gennaio, massimo febbraio. Come logica vorrebbe.

Nei dati che avete presentato, emerge un bilancio di previsione tra i 97 e i 98 milioni di euro, con spese correnti intorno agli 86 milioni. Il resto sono mutui?
Sì, e purtroppo non mutui per nuovi investimenti, e quindi destinati allo sviluppo e alla crescita della città, ma oneri finanziari rivolti invece a chiudere partite pregresse, tra cui il fondo di rotazione assegnato alla nostra città all’inizio del 2013, e che va rimborsato in tre anni. Il dato credo straordinario del bilancio 2014 è appunto la riduzione drastica delle spese correnti: che, per chi avesse la memoria corta, erano arrivate addirittura a 123 milioni di euro nel 2011.

Piazzetta della LegaNei vostri progetti, la spesa corrente dovrebbe scendere ulteriormente, a 81 milioni di euro, nel 2015 e 2016. E al tempo stesso Alessandria dovrebbe ripartire, lungo alcune direttrici importanti: dal sapere all’occupazione, dall’innovazione urbanistica e tecnologica, ad una nuova dimensione dei servizi pubblici. In giro però il malcontento è palpabile, lo sa anche lei perché Alessandria la vive, e l’ha sempre vissuta.
So benissimo che questa è la fase più difficile: perché noi diciamo agli alessandrini che le cose stanno migliorando (e sul fronte dei conti dell’ente, e della sua riorganizzazione, è davvero così), ma spesso questo ancora non ricade sulla vita quotidiana delle persone. Che peraltro è complicata anche da una serie di elementi negativi generali, che il comune non può risolvere, o comunque non da solo.

Ma è possibile ipotizzare nuovi introiti, che non siano altre tasse?
Sul fronte impositivo direi che siamo davvero al massimo, e anzi bisogna trovare strade per alleggerire e aiutare le fasce di popolazione a reddito più basso, che stanno facendo i conti con una crisi spaventosa. Ma maggiori introiti (dal 5 al 7% in più nel giro di un paio d’anni, secondo nostre stime) possono arrivare da una gestione più efficiente dei tributi di vario tipo: senza aumenti, ma lavorando sull’evasione e l’elusione, che oggi sono troppo alte. Per cui i tributi minori, un tempo gestiti da Aspal, andranno presto a gara, mentre su altri fronti stiamo valutando in queste settimane se ricorrere a gare, o ad incarichi fiduciari annuali. Il tutto in stretta collaborazione con gli uffici comunali naturalmente, che possono contare su professionalità eccellenti.

Sul fronte pagamenti (parziali) dei creditori del dissesto, tramite Osl, c’è sempreCissaca_sede_centrale aperto il contenzioso con il Cissaca?
Ci stiamo lavorando, è questione delicata ed essenziale. Ci tengo però a sottolineare che, anche su quel fronte, abbiamo decisamente cambiato passo: il 2013 è stato pagato quasi per intero, e ora naturalmente ci apprestiamo a far fronte al 2014: lo so, siamo comunque in ritardo. Ma la situazione pregressa era di ben altra gravità, e purtroppo appunto non ancora risolta. Non vorrei dichiarare altro, perché siamo ad uno snodo cruciale.

Parliamo di partecipate: indubbiamente la situazione, rispetto a quella che qualche anno fa definimmo “la grande ragnatela”, si è indubbiamente snellita, anche se lasciando sul campo anche morti e feriti. Oggi qual è la direzione? La Amag Alessandriagrande Amag continua ad essere in cima ai vostri progetti?
Sì: siamo assolutamente convinti che sia necessario costituire un soggetto (aperto a partecipazioni esterne: anche perché dovrà essere adeguatamente patrimonializzato) capace di operare a tutto campo, da acqua e gas fino alla tutela ambientale e territoriale, in termini di ricerca e sviluppo. Penso alla Fraschetta, come esempio specifico: lì c’è un problema enorme legate alle bonifiche, ma quella può e deve essere anche un terreno di sfida importante: riqualificazione ambientale vera significa anche opportunità occupazionali, vuol dire lavorare per un territorio migliore, e al tempo stesso rimettere in moto circuiti economici. Per farlo servono investimenti: privati, ma anche pubblici. E ci vuole quindi un soggetto nuovo, se vogliamo chiamiamolo Multiutility, che sia fortemente capitalizzato e quindi capace di essere il perno di un progetto di ampio respiro.

Quindi nella grande Amag ci sarà spazio sia per Amiu che per Aral?Discarica
Sul fronte Amiu c’è una procedura fallimentare in corso, con cui non è opportuno interferire, vedremo. Aral invece è assolutamente un perno essenziale del progetto, e infatti stiamo lavorando sulla cessione delle quote del comune di Alessandria ad Amag: del resto pensare che Aral stia fuori dal progetto Multiutility è assurdo, perché parliamo dell’azienda che ha il controllo e la gestione degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Lì tra l’altro è scaduto il cda, e anche il contratto del direttore, e nei prossimi giorni prenderemo decisioni importanti: all’insegna delle reali competenze, perché le sfide che ci attendono lo esigono.

Scenario non solo locale: le gare del gas, e la definizione dei nuovi ambiti territoriali ottimali sul fronte rifiuti, a che punto sono?
Sul fronte gas c’è stato un posticipo della scadenza, slittata a marzo 2015. Per quanto riguarda i rifiuti, siamo in attesa che la Regione Piemonte stabilisca tempi e regole.

Atm autobusPoi c’è il trasporto pubblico locale su gomma assessore: Atm, insomma. Malato terminale, o in via di guarigione?
Due anni fa, quando siamo arrivati, Atm era davvero un malato terminale, e i nostri amministratori (Gianfranco Cermelli e Ezio Bressan, entrambi in quota Moderati, ndr) hanno fatto e stanno facendo davvero un grande lavoro. Noi peraltro non ci siamo tirati indietro, e ci crediamo al punto da aver stanziato altri 600 mila euro per il rinnovo del parco mezzi, davvero obsoleto. Dopo di che, è chiaro che qui il futuro non può che essere in una gara per il servizio, e nella ricerca di un partner industriale (torinese, milanese, spagnolo: non mi interessa, purchè sia il meglio che c’è sul mercato) che consenta ad Atm di partecipare alla gara stessa. Tenendo presente che si può e si deve guardare anche ad un mercato più vasto di quello attuale, aspirando a servire anche altri territori.

Assessore Abonante, chiudiamo ‘virando’ sul personale: sta davvero studiando daAbonante Rossa 2 sindaco come si dice in giro?
(riflette, serio, ndr) Chi fa politica con serietà e impegno, e da tempo, fa ridere se dichiara di non avere mai legittime ambizioni personali: non si è credibili. Ma davvero io credo che oggi Rossa, Abonante e tutti gli altri amministratori alessandrini siano di fronte ad impegni enormi, per i prossimi due anni e mezzo. Se dimostreremo con i fatti di aver fatto il nostro dovere (che non vuol dire fare miracoli, perché per rilanciare davvero Alessandria servono tempi più lunghi: certamente almeno il prossimo mandato quinquennale) potremo tutti giocarci le nostre carte e continuare a fare politica, mettendoci come sempre la faccia di fronte alla città e agli elettori. In caso contrario possiamo andarcene tutti a casa.

Ettore Grassano