Grigi in B: il bello comincia ora. Di Masi: “Ogni partita sarà una finale”. Chi resta, e chi potrebbe arrivare

di Pier Luigi Cavalchini

 

Ci siamo. Siamo in Serie B. Un sogno che si avvera ed una realtà che non abbiamo ancora completamente fatta nostra. Non riusciamo ancora a ragionare da Serie B e continuiamo a saltellare felici come quando eravamo sul campo di gioco a fine calci di rigore di quel mitico 17 giugno.

Ma ci siamo … e la mentalità deve essere diversa. Come ha detto Luca Di Masi durante l’incontro con le massime autorità comunali lo scorso martedì 22 giugno “Abbiamo raggiunto un traguardo importante, forse inatteso; ora ci attende una realtà completamente differente”. Finendo poi con la frase che ha più colpito: “Ogni partita della cadetteria sarà una finale”. Non timore o preoccupazione ma semplicemente la constatazione di un fatto di cui, come dicemmo a inizio articolo, non ci siamo ancora resi pienamente conto. L’incontro è avvenuto in modo informale ed ha visto la partecipazione di Sindaco, presidente del Consiglio Comunale, assessori e addetti agli assessorati.
Comunicazioni brevi, concrete, pochi salamelecchi e qualche impegno per il futuro. La calma dimostrata da Fabio Artico, dallo stesso presidente Di Masi e da altri collaboratori della dirigenza “grigia” a fronte di domande di amministratori e giornalisti, fanno ben sperare.

Così come le prime voci di mercato che, oltre a dare per scontate alcune cessioni (Cosenza, Corazza, Mora in primo luogo) fanno capire quali siano le intenzioni di Mister Longo (una vera reincarnazione di San Baudolino, per noi alessandrini) e di chi ha la responsabilità, oggi, di tener fede alle attese.

L’Alessandria è in serie B e ci vuole rimanere (verrebbe da dire “giusto il tempo di passare in serie A” ma, per il momento, ci accontentiamo).

Anche se del tutto indicativi i nomi che circolano sono questi:

Simone Edera, già conosciuto da Moreno Longo ai tempi delle giovanili del Torino, ora in serie B con la Reggina. Pare, però, alle prese con un infortunio non lieve.

Valerio Mantovani, attualmente alla Salernitana appena promossa in serie A (classe 1996). Difensore con proiezione offensiva, buona padronanza di palla ed eccellente senso della posizione. Una “prima scelta” già presa in considerazione più volte da allenatore e staff tecnico.

Felix Correia, di nazionalità portoghese, ala sinistra impiegata però anche come “incontrista”; autore di una buona annata con la Juventus U23.

Dawd Peeters 22 anni, belga: buon centrocampista, anche lui in forze alla Juventus U23. Ci diede più di un grattacapo nei confronti diretti. Veloce, preciso nei passaggi, amante del “calcio totale”.

Mattia Aramu, presentato come “trequartista, mezz’ala destra”, uomo di ragionamento e impostazione del gioco offensivo. Provenienza Venezia (appena promosso in Serie A), classe 1995. Anche lui ben conosciuto da Moreno Longo dai tempi della “Primavera” granata.

Andrea Morra, 27 anni: attaccante (anzi, secondo il suo profilo, “punta centrale”). Anche lui di scuola torinista.

Gian Luca Gaetano. trequartista di scuola Napoli, ora alla Cremonese.

E, per finire questo primo assaggio, Luca Clemenza, centrocampista ventiquattrenne di scuola Juventus. In uscita da una positiva annata svizzera al Sion.

Ovviamente di questo non hanno trattato i rappresentanti dei “Grigi” con gli amministratori, ma qualcuno dei presenti aveva ben presente il “quadro d’insieme” con nuovi sponsor in vista e, soprattutto, contratti milionari con i servizi “media”. Ma torniamo alle indiscrezioni.

Si tratta di giocatori tendenzialmente giovani, con profili non bloccati su un unico ruolo ma con predisposizione e pronti a varie soluzioni tattiche. Andranno a sostituire, progressivamente, i gladiatori che ci hanno portato nella categoria superiore e che hanno fatto uno sforzo non indifferente nel mantenere continuità di risultati, attenzione, impegno, buona condizione fisica e abitudine al ragionamento.

Resteranno titolari, almeno ce lo auguriamo, ottimi giocatori come Pisseri, Prestia, Di Gennaro, Celia, Bruccini, Di Quinzio, Parodi, Arrighini che permetteranno agli altrettanto bravi (ma non più utilizzabili per novanta minuti filati in categoria superiore) Casarini, Rubin, Gazzi, Eusepi, di sostenere parti di rilievo delle gare senza doverne sostenere il peso, fisico e mentale, completo.

Ci siamo un po’ allargati sui nomi perchè ci piacerebbe continuare con il nucleo di buoni giocatori (gladiatori, appunto) che ci ha portato fin qui ma, sappiamo, che solo le partite di fine agosto/inizio settembre ci faranno capire di che pasta saranno i Grigi della stagione 2021-2022.

Eravamo tra coloro che disperavano in una soluzione positiva dopo la debacle di Como (alla fine di un trionfale recupero che ci aveva portato da meno 14 punti di distacco ad una sola – piccola – lunghezza) considerando quella dei “play off” una mission impossible non alla portata. Ci esprimemmo allora così, augurandoci una pronta trasformazione: “Una difesa “a tre” poco attenta improvvisamente diventa una saracinesca impenetrabile, un Pisseri qualunque si trasforma in un insuperabile Yashin, Casarini, Gazzi, Celia, Parodi, Eusepi, Arrighini e co. si immedesimano in Falcao, Zico, Junior, Ronaldinho, Pele’ e Garrincha e…fanno la magia. (….) Vedremo che succederà dal 24 di maggio fino alla prima decade di giugno per capire se si tratta davvero di un “morto che parla” o di un bel 45… il “vino buono” (1).

La decade decisiva è stata poi la seconda e, soprattutto, il vino non solo si è dimostrato buono ma assolutamentre sopraffino. Il 47, altro numero della “smorfia” citato allora (insieme al n. 45) da “morto che parla” si è trasformato in un vivacissimo protagonista. Ora il futuro (sicuramente più roseo, almeno nelle premesse) è tutto nelle nostre mani. Facciamone buon uso.

(1) “Grigi, Il male dentro. Una squadra specchio di una città?” di Pier Luigi Cavalchini. Pubblicato il 10/05/2021