Coronavirus, autorizzati i farmaci per il trattamento in ospedale e a casa [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

Prima il via libera dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), poi la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Adesso in Italia è possibile somministrare una serie di farmaci ai pazienti infettati dal coronavirus. Dopo settimane in cui in molti sapevano, e sollecitavano il loro utilizzo sulla base di quanto avvenuto già in Cina, senza però riuscire a smuovere la rigida burocrazia del paese e una rigida cultura medica, nonostante lo stato di assoluta emergenza, ora le cose iniziano a cambiare. La Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa ha espresso «parere favorevole alla concessione dei farmaci clorochina e idrossiclorochina – Lopinavir/ritonavir, da soli o in combinazione a carico del Servizio sanitario nazionale per il trattamento anche in regime domiciliare». L’uso è quello definito off label, quando un farmaco è usato in condizioni doiverse da quelle per cui è stato autorizzato.

Come si legge sulla Gazzetta Ufficiale (determina del 17 marzo) si ritiene «necessario e urgente consentire la prescrizione, anche in regime domiciliare, dei medicinali clorochina, idrossiclorochina, lopinavir/ritonavir, darunavir/ cobicistat, darunavir/ritonavir, a totale carico del Servizio sanitario nazionale, per i soggetti affetti da infezione da covid-19, unicamente in considerazione dell’emergenza sanitaria sul territorio italiano legata alla pandemia covid-19, per tre mesi». Ovviamente l’impiego di questi farmaci è riferito al trattamento e non alla profilassi, perché non esiste ancora una molecola per il trattamento del coronavirus. «La clorochina o idrossiclorochina è un farmaco maneggevole e di basso costo – ha spiegato più volte Pietro Luigi Garavelli, alessandrino, infettivologo, responsabile del Reparto di Malattie Infettive dell’ospedale “Maggiore” di Novara, in precedenza ha lavorato ad Alessandria – che può essere somministrato in pazienti con evidenti sintomi alle alte vie respiratorie per stroncare sul nascere l’infezione di coronavirus prima che possa evolvere causando danni peggiori a livello delle basse vie cioè il polmone».

Le sperimentazioni cliniche e l’accesso ai nuovi farmaci aprono le porte, in modo altrettanto ufficiale, annuncia sempre l’Aifa, del Remdesvir, l’antivirale che sarà reso disponibile tramite due studi clinici randomizzati autorizzati il 9 marzo dall’Agenzia in soggetti con malattia COVID-19 moderata o severa e anche tramite «la fornitura per uso compassionevole in soggetti gravi, ricoverati in terapia intensiva». L’utilizzo avviene da diversi giorni in alcuni ospedali italiani e il primo paziente contagiato da coronavirus ufficialmente guarito è stato curato a Genova, come ha annunciato Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino.

Lo stesso vale per il Tocilizumab, un anticorpo monoclonale attualmente autorizzato per il trattamento di differenti forme di artrite reumatoride e della sindrome da rilascio di citochine. «L’accesso a questo farmaco – precisa l’Agenzia italiana del farmaco – potrà avvenire, per tutti i centri che ne fanno richiesta, tramite l’inserimento dei pazienti in un unico programma nazionale che comprende uno studio di fase 2 non randomizzato per valutare l’efficacia e la sicurezza del farmaco in pazienti con criteri ben definiti e una raccolta dati prospettica/retrospettiva di tutti i casi trattati nell’attuale emergenza covid-19».