Palazzo Rosso: io sto con Barosini e Locci. Intanto a quando il Nobel a Carola Rackete?[Le pagelle di GZL]

Sindaco Rossa a ruota libera: bilancio di fine mandato e 'trailer' del programma elettorale CorriereAl 1di Graziella Zaccone Languzzi

 

 

1) Un 10 a pari merito all’Assessore Giovanni Barosini e al Presidente del Consiglio Comunale di Alessandria Emanuele Locci. Il massimo voto se lo guadagnano dopo queste dichiarazioni pubbliche: “Comune: Barosini e Locci, ‘crociata’ contro i dirigenti”.Sta scritto: “L’assessore ai Lavori Pubblici, Giovanni Barosini, e il presidente del consiglio comunale, Emanuele Locci, lanciano via social la ‘crociata’ contro i dirigenti di Palazzo Rosso: «È la politica che deve dare l’indirizzo, non i soliti ‘poteri forti’», spiega l’esponente della giunta.
Che rincara la dose: «Porterò avanti la proposta di uno spoil system (un ricambio totale degli staff, ndr): dovevamo farlo subito, ma non è mai troppo tardi». Già, meglio tardi che mai, ed era tempo che almeno due dei politici al governo della città per volere della maggioranza degli alessandrini, iniziassero a ribadire come stanno le cose. Il cittadino lamenta lo stato di degrado generale di città e sobborghi, e siccome non conosce le funzioni della macchina comunale, è portato ad attribuire ogni responsabilità all’organo politico. Un esempio recente: nell’ultima settimana di giugno sono stata testimone, insieme ad altre persone, di una aggressione (solo verbale, per fortuna) alla moglie di un assessore comunale da parte di un cittadino. Quest’ultimo, probabilmente anche in buona fede, accusava l’assessore di non ‘fare nulla per il decoro della città’,
pur non rientrando quel compito fra le sue deleghe. Poichè amo il rischio, mi sono ‘messa in mezzo’ per spiegare che anche un assessore trova spesso “irriverenti paletti” da parte dei burocrati. Questo per far capire a che punto siamo arrivati. Vai a spiegare ai cittadini, arrabbiati e con ragione, quali sono i ruoli nel Palazzaccio Rosso, le conseguenze della Bassanini e la supremazia in molti casi dei dirigenti sulla politica. Brevemente: la Legge Bassanini (e sue modifiche) introduceva principi sulla separazione di competenze tra organi di governo e dirigenti. Quindi la parte politica esercita le funzioni di indirizzo politico/amministrativo e il controllo sulla sua attuazione, mentre l’attuazione spetta invece ai dirigenti, che si vedono attribuita la competenza gestionale, oltre alla gestione finanziaria, tecnica ed amministrativa. A differenza dei politici, che facciamo bene o male i dirigenti comunali alessandrini sono quasi tutti super pagati (si parla di cifre sopra i centomila euro lordi l’anno) e con premio finale di risultato (???). Chi ha letto l’articolo per intero su “Il Piccolo” cartaceo di martedì 2 luglio a pag. 8, a firma Marcello Feola, avrà notato la gravità della denuncia della situazione, in una città che necessita che tutti facciano la propria parte. ossia politica e dirigenza comunale dovrebbero collaborare strettamente per la rinascita di Alessandria. Al momento in questa lotta che pare contro i “mulini a vento” sono in pista, almeno apertamente, Barosini e Locci. L’auspicio è che anche altri assessori (e assessore, al femminile) diano loro man forte. Intanto io, semplice cittadina, sono dalla loro parte, a mio rischio e pericolo.
Voto: 10

 

 

2) Al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per questa dichiarazione in un’intervista in merito al caso della Sea Watch, e al comportamento arrogante e fuorilegge della tedesca Carola Rackete: “Alcuni hanno parlato di una eroina, di disobbedienza civile. Io ci vedo un RICATTO POLITICO compiuto scientemente e deliberatamente, attraverso l’utilizzo strumentale della vita di quaranta persone. Perché stazionare per quindici giorni in prossimità delle nostre acque, quando era ormai chiara la posizione del Governo italiano, e insistere creando una situazione di grave pericolo, quando invece, guardando nell’ampio bacino del Mediterraneo, avrebbe potuto andare in tanti altri porti, è per me un ricatto politico. Si era DECISO di andare in Italia, di combattere una battaglia personale. Però se io voglio combattere una battaglia personale, se sono un eroe, combatto da solo, non coinvolgendo 40 persone innocenti”. Conte ha pronunciato questa frase in solitudine. Il premier, Salvini e Di Maio sono i soli a difendere il Paese contro tutti i poteri “stranieri”, in un’Europa che dovrebbe essere unita da fratellanza e parità. Pure a casa nostra c’è chi manovra per mettere i bastoni tra le ruote, a partire da Mattarella che tace, da Fico che rema contro al proprio Governo, dalla magistratura su cui non credo sia necessario aggiungere più nulla.
Ma penso anche ai parlamentari italiani di opposizione, impegnati esclusivamente a difendere gli interessi di altri popoli e di altri Stati, remando contro gli interessi italiani. In Germania, in Francia classe dirigente e popolo sono sempre uniti quando si tratta di difendere l’interesse nazionale, qui da noi questa gente preferisce fare il tifo per lo ‘sprezzante’ Macron, godendo e applaudendo di fronte a dichiarazioni di questo tipo: “Sea Watch, la Francia attacca Matteo Salvini: “L’Italia non è indegna, ma lui è inaccettabile”. Macron, uomo discutibile e politico mal sopportato anche da tanti francesi, ha almeno il merito di pensare sempre prima agli interessi del suo Paese. La nostra opposizione , invece…giudicatela voi. Intanto la “sbruffoncella” (titolazione più che appropriata) tedesca è libera, perché la maccheronica giustizia italiana l’ha già di fatto assolta, ed è già pronta a nuove avventure, statene certi. Anzi, non mi stupirei se qualche ‘esagitato’ cercasse di farle assegnare pure il Nobel per aver vinto sul “mostro” italiano di nome Salvini.
Voto: 10

 

3) Unione Europea: una Europa irridente che premia chi perde, come nel gioco delle tre carte, “chi perde vince e chi vince perde”. Di un’Europa che ci impone rigore fiscale e un’Europa che non scioglie il nodo migratorio possiamo pensare che sia ancora la nostra Patria comune? NO! Inizio dalla elezione di David Sassoli: da non crederci, esponente di un partito che ha subìto una débâcle elettorale in patria, gli viene assegnata la presidenza del Parlamento europeo, alla faccia dei milioni di cittadini italiani che con il voto hanno chiesto altro. Sassoli occupa il posto del forzista Antonio Tajani, tra loro un lungo abbraccio in senso di stima. I forzisti UE ci hanno raccontato di aver votato scheda bianca ma….chi ci crede? A mio modo di vedere c’è stato una specie di “patto del Nazareno” in modello europeo. Quando ho ascoltato alla TV la vittoria di Sassoli, in un un primo momento mi sono chiesta: “Sassoli chi?”. Da dieci questo signore sta in Europa su una comoda cadrega ben retribuita, ma che ha fatto per l’Italia? Parliamone: David Sassoli (PD) si candida nel 2009 alle Europee e nella legislatura 2009-2014 ha ricoperto l’incarico di capo delegazione del Pd. Nel 2014 si ricandida alle elezioni europee e il primo luglio dello stesso anno viene eletto vicepresidente del Parlamento Europeo in quota PD-PSE con delega alla Politica del mediterraneo, al Bilancio e agli immobili. Come membro della Commissione Trasporti e Turismo è inoltre relatore della riforma ferroviaria europea (IV Pacchetto Ferroviario) e del Cielo Unico europeo. Oggi l’elezione a presidente. Ri-chiedo: che ha fatto per l’Italia? NIENTE!!! In dieci anni il nostro paese è stato ridotto a ‘zimbello’ di un’ Europa nemica e ostile al popolo italiano, ostile alle sue scelte e persino ai programmi che ha votato. E del buon Antonio Tajani e di Federica Mogherini (uno dei politici più pagati in Europa con 25.845 euro al mese), ecco di loro che possiamo dire? La stessa cosa. Molto meglio Mario Draghi che ha fatto una politica monetaria espansiva che raramente si è vista nella storia. Intanto “mimì&cocò” (Merkel e Macron) ci hanno rifilato due potenti donne ai vertici dell’Unione Monetaria, campionesse di rigorismo a casa altrui. Insomma, dalla padella alla brace. Eppure se guardiamo all’inizio del percorso, con il trattato di Roma nel 1957 l’Italia fu uno dei paesi fondatori. Un vero patto di amicizia con un progetto di stessi valori, stesse regole, libera circolazione e tutti per uno, tra Italia, Francia, Germania, Lussemburgo, Belgio e Paesi Bassi, questo era l’intendimento. Vi pare che oggi quegli obiettivi siano stati raggiunti? A me proprio no.
Voto: 2