‘Mamma con bambino’, ostetricia, ginecologia e il trasloco delle polemiche all’ospedale di Alessandria [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

Quando le delibere arrivano all’ultimo giorno di mandato, magari avendo avuto mesi per definire i contenuti, fanno sempre discutere. Se poi sono quelle dell’azienda ospedaliera di Alessandria e riguardano la struttura complessa di Ginecologia e Ostetricia, ancora di più. Cosa è successo? Che il 31 maggio, ultimo giorno del mese di proroga del mandato di Giovanna Baraldi, ex direttore generale dell’azienda ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’ di Alessandria, vengono approvati alcuni atti con cui ora si trova a che fare il nuovo direttore, Giacomo Centini.

Il progetto si chiama ‘Mamma con bambino e Tin (Terapia intensiva neonatale)’ e prevede di trasferire la terapia intensiva neonatale dal ‘Cesare Arrigo’ al settimo piano del ‘civile’, negli spazi lasciati liberi dalla terapia intensiva polivalente che è entrata in funzione a fianco del nuovo blocco operatorio realizzato sopra il Pronto Soccorso. Lo spostamento dovrebbe avvenire entro settembre. Contemporaneamente, allo scopo di eliminare la separazione fisica fra la parte ostetrica e la patologia neonatale che a volte obbliga a trasferire d’urgenza in apposite culle i neonati critici, è previsto di ricollocare l’Ostetricia all’ottavo piano del monoblocco. Ma nell’edificio non ci sono margini per interventi di una certa entità, quindi se sposti una struttura, devi in realtà spostarne due. E infatti nell’allegato della delibera viene precisato che attualmente questo spazio è occupato dalla chirurgia generale e perciò “è necessario creare prima lo spazio per detta struttura complessa”.

La soluzione individuata da Giovanna Baraldi è stata di trasferire a sua volta la chirurgia “nell’attuale sede dell’ostetricia – ginecologia”. Ed ecco i numeri. Il settore ginecologico è dotato di 17 posti letto più un paio di camere singole. L’area ostetrica attuale ha dieci posti letto con bagno. Complessiva sono a disposizione 28 posti contro gli attuali 26 della chirurgia. Inoltre sono a disposizione altri dodici posti letto con tre postazioni bagno nel corridoio, da usare per pazienti in dimissione, allettati o in day hospital. “La dotazione così configurata – si legge – è tale da poter ospitare i casi ginecologici (4 letti necessari) e la chirurgia plastica (due letti). Per quanto riguarda l’ostetricia, guadagnerebbe trenta posti letto che consentirebbero di assorbire, considerando una degenza media di quattro giorni, 317 ricoveri in più rispetto al 2017”.

Il progetto pare però portare il reparto degenza di ginecologia a quattro letti (contro i 17 attuali), con il rischio di riduzione delle sedute operatorie e di un allungamento dei tempi di attesa, visto che verrebbero “appoggiati alla struttura complessa di chirurgia”. Morale, l’ostetricia andrà all’ottavo piano, la terapia intensiva neonatale al settimo, la ginecologia al secondo. Come sarà possibile fornire e garantire un’adeguata assistenza alle pazienti visto che il personale resterà lo stesso? A meno che, di fatto, la ginecologia non sia assorbita dalla chirurgia, anche se nelle delibere approvate dalla precedente direzione non si trovano indicazioni in questo senso. L’ospedale di Alessandria, oltre a essere anche sede della Scuola italiana di chirurgia mini invasiva ginecologica, rappresenta un’eccellenza nella chirurgia robotica ginecologica.

I fondi necessari per l’operazione chiamata ‘Mamma con bambino e Tin’ ci sono. Sempre con una delibera approvata il 31 maggio, Giovanna Baraldi ha deciso di destinare l’utile di esercizio di 1.186.925 euro del Bilancio 2017 ad “accantonamento e riserva per finalità di finanziamento per investimenti aziendali, in particolare vincolandolo al progetto per Ostetricia”. Una parte della somma, non quantificata, verrà destinata ad acquistare un angiografo. La dotazione in sala angiografica risale al 1999.

La nuova direzione come si comporterà? Ecco il commento che arriva da Giacomo Centini: “In riferimento ai progetti realizzati dalla precedente direzione generale la nostra intenzione è quella di costruire su quanto di positivo è stato avviato. Nello sviluppo dei progetti miriamo a un costante confronto con i professionisti e con tutte le parti per raggiungere la migliore soluzione, e siamo naturalmente aperti al dialogo e al confronto allo scopo di offrire il miglior servizio ai nostri pazienti. Nel merito specifico dell’assistenza alle donne in ginecologia, proprio per garantire la migliore assistenza in provincia di Alessandria, insieme al dottor Strobelt abbiamo concordato di aumentare l’offerta dei servizi erogati aumentando il numero di interventi con particolare attenzione per i casi oncologici. Sul progetto strutturale, ulteriori valutazioni di merito saranno effettuate con i professionisti coinvolti, naturalmente d’intesa con l’Asl, per poter ottemperare agli obiettivi regionali e costruire anche nell’offerta dell’assistenza della ginecologia la rete dei servizi sanitari della provincia di Alessandria”. Un passaggio che lascia trasparire come le due aziende abbiano intenzione di agire come se, di fatto, fossero una azienda unica.

Nicola Strobelt è il nuovo primario della struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia che è stato scelto da Giovanna Baraldi al termine di un concorso che è stato, ed è ancora, al centro di vivaci polemiche al punto che il 30 maggio è stato depositato, alla Sezione Lavoro del Tribunale di Alessandria, un ricorso contro il provvedimento di nomina da parte degli avvocati cui il primo classificato ha affidato la tutela dei propri diritti. Nicola Strobelt si è classificato al terzo posto con un punteggio di 70/100. Al primo posto la commissione esaminatrice ha invece indicato Davide Dealberti (dirigente medico di primo livello dell’azienda ospedaliera dal 2008) con 81/100 e al secondo Vittorio Aguggia con 71/100. “Perché tra due candidati con la stessa aderenza al profilo professionale ricercato dall’azienda ospedaliera ed espresso nel bando di concorso, a parità di punti conseguiti, 11 su 15 per entrambi (punti previsti per l’aderenza al profilo ricercato), la scelta è poi ricaduta sul candidato che si è qualificato nella terna con ben 11 punti in meno”? Questa è la domanda cui dovrà rispondere l’azione che verrà intrapresa dai legali di Dealberti, avvocati Gian Paolo Sartirana di Alessandria e Marco Durante dello studio Fieldfisher.

Sul verbale di deliberazione, si leggeva: “Il dirigente indicato, inoltre, risulta avere competenza nella diagnostica prenatale, esperienza indispensabile per gestire la complessità dell’azienda ospedaliera che, nella patologia prenatale, trova risposta presso le strutture del Presidio infantile specializzato nel trattamento di neonati patologici sia nella Tin (Terapia intensiva neonatale) che nella chirurgia pediatrica. Nello stesso professionista si rilevano inoltre competenze di grande rilievo nella chirurgia fetale e, anche per questa ultima chirurgia, risultano strategiche le sinergie con il Presidio infantile. Le caratteristiche descritte, infatti, hanno un indubbio valore per la necessaria crescita e il bisogno di arricchimento della nostra struttura, affinché risponda in modo sempre più adeguato e innovativo alle esigenze del territorio che ad essa fa riferimento. La scelta va anche nella direzione e nella prospettiva del necessario prossimo cambiamento rappresentato dalla unificazione del ‘percorso nascita’ e dalla aggregazione della Tin attualmente collocata all’Ospedale Infantile, in un’unica sede all’ospedale civile”. Che è il progetto al centro della delibera approvata il 31 maggio.