Le poltrone ginecologiche e il personale che non c’è [Centosessantacaratteri]

Sozzetti Enricodi Enrico Sozzetti
https://160caratteri.wordpress.com

 

 

Mentre il privato, attraverso la Fondazione Uspidalet, consente l’acquisto di due poltrone ginecologiche che si trasformano in letti operatori per il reparto di Ostetricia dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria (hanno sostituito quelli utilizzati negli ultimi quarant’anni), il pubblico combatte con la carenza di personale e vivendo la contraddizione di una sanità uscita dal piano di rientro finanziario e potenzialmente in grado di investire.

Un mondo ad almeno due facce, oltre a svariate sfumature di espressione, quello ospedaliero alessandrino che svolge un ruolo di hub, specializzato, per il Quadrante che comprende le province di Alessandria e Asti. Un ruolo ribadito spesso anche dagli amministratori pubblici, ma che per trovare una declinazione sul piano della operatività quotidiana si deve rivolgere a strumenti in grado di intercettare le risorse. Non quelle milionarie per attrezzature tecnologiche di avanguardia, bensì quelle che rendono normale la vita di tutti i giorni all’interno di un ospedale.

È il caso delle poltrone ginecologiche (valore di 34.854 euro) donate Le poltrone ginecologiche e il personale che non c’è [Centosessantacaratteri] CorriereAldalla Fondazione Uspidalet presieduta da Alla Palenzona grazie alla raccolta fondi alla quale hanno risposto privati, aziende, associazioni, singoli benefattori. Installate e collaudate ad aprile, fino a oggi sono state utilizzate per 644 parti su un totale di 963 dall’inizio dell’anno (in lieve incremento le nascite rispetto al 2016 con un saldo di più 29 neonati).
La solidarietà nei confronti dei progetti messi a punto dalla Fondazione Uspidalet in stretta intesa con l’Azienda Ospedaliera è stata ancora una volta trasversale: ecco la famiglia dei marchesi Cattaneo Adorno Giustiniani (radici genovesi, sono proprietari del Castello di Gabiano e dell’omonima azienda vitivinicola), l’ingegnere Paolo Perino, il Club Le Veterane (in occasione del Raduno di San Pancrazio da anni sostiene i progetti della Fondazione), gli organizzatori del secondo ‘Memorial Sergio Loi’ delle aziende Vitop Moulding e Bisio Progetti, la famiglia Onetti-Straneo per la donazione effettuata per festeggiare il matrimonio di Roberto Braghero, la Fondazione Bnl, il paese di San Cristoforo e la scuola materna Bambi che hanno voluto ricordare con la donazione Andrea Bergaglio, 33 anni, improvvisamente scomparso all’inizio del 2016.

Grazie alla Fondazione Uspidalet oggi il reparto di Ostetricia e Ginecologia diretto da Oria Trifoglio dispone di sale parto all’avanguardia.

10 a Giovanna Baraldi per il nuovo Blocco Operatorio dell'Ospedale di Alessandria, 2 alla manutenzione del Villaggio Fotovoltaico [Le pagelle di GZL] CorriereAl 2Le novità previste tra la fine del 2017 e la primavera del 2018 sono anche altre. Lo dice Giovanna Baraldi, direttore dell’Azienda Ospedaliera ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’. Lo dice con soddisfazione, anche se in modo altrettanto chiaro annuncia che “non vedrà tutte le innovazioni”.

Il mandato triennale scade a maggio del prossimo anno ed entro allora solo alcuni degli interventi previsti saranno completati. Entro la primavera aprirà la nuova terapia intensiva da quattordici posti letto a fianco del nuovo blocco operatorio realizzato sopra il Pronto Soccorso. Intanto prosegue la ristrutturazione e l’ammodernamento del vecchio blocco operatorio dove a ottobre verranno riaperte alcune sale destinate all’attività di ordinaria amministrazione, mentre altre verranno utilizzate per le sale parto e per gli interventi dei cesarei.

Infine, l’attuale sede della Terapia intensiva, una volta completato il trasferimento, verrà utilizzata per la Terapia intensiva neonatale.

Il tutto con l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo di “umanizzazione ospedaliera che vuole dire innanzitutto non separare più la mamma dal neonato” spiega Trifoglio che rispetto alla nuova dotazione precisa come sia stata pensata “per assicurare alle gestanti la massima libertà di movimento e la massima assistenza in ogni fase del travaglio e del parto”.

Ma per fare funzionare tutto quanto è necessario il personale. E qui la nota diventa Aido e Upo insieme per la formazione dei futuri infermieri CorriereAlcritica. “Mancano medici, tecnici e infermieri” dice Giovanna Baraldi. “In particolare non troviamo medici specialisti da fare venire ad Alessandria perché l’università e la formazione non preparano un numero sufficiente di persone”.

Inoltre la distribuzione del personale “non è omogenea in Piemonte e non si rispettano realtà come quella di Alessandria dove l’Azienda Ospedaliera nei primi sei mesi del 2017 ha aumentato la produzione di oltre due milioni di euro”.
Sul fatto che l’università italiana non prepari adeguatamente è d’accordo Antonio Saitta, assessore regionale alla Sanità che non manca di precisare che “presto dalle graduatorie regionali del personale infermieristico potranno attingere tutte le aziende della regione, Alessandria compresa”.

Ecco perchè l'Ospedale di Alessandria merita di diventare IRCCS CorriereAlLarga parte di queste osservazioni trovano oggettive e legittime motivazioni, ma all’interno dell’ospedale di Alessandria c’è chi continua a rimarcare la difficoltà di reperire alcuni profili professionali che però stride con il ricorso al personale dell’Amos per alcuni servizi e con le scelte per alcuni primariati giudicate “non sempre all’altezza di una struttura hub di rilevanza nazionale”. Nel mirino non le capacità di singoli, bensì il fatto che esistano forse motivazioni tali per cui alcuni esperti di rilievo nazionale alla fine hanno scelto di non venire ad Alessandria.

Azienda multiservizi sanitari e ospedalieri, sede a Cuneo, Amos è una società consortile a responsabilità limitata i cui soci sono l’azienda ospedaliera ‘S. Croce e Carle’ di Cuneo con il 34,93 per cento, l’Asl Cn1 (33,4 per cento), l’Asl di Asti (25,05 per cento), l’Asl Cn2 (4,18 per cento), l’Azienda Ospedaliera ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’ di Alessandria (2,44 per cento).

Amos “lavora per i soci azionisti che sono pubblici, però applica contratti differenti” è la contestazione più volte rivolta alla società nel Cuneese. Nei mesi scorsi, proprio all’Amos sono stati assegnati e confermati due incarichi per un valore di 320.000 euro, “Iva esente” per la società consortile. Il rinnovo, di un anno, è quello relativo ai servizi di front office al Poliambulatorio Gardella e alla segreteria e accettazione amministrativa degli ambulatori dedicati all’attività di libera professione intra-moenia all’ospedale infantile ‘Cesare Arrigo’. L’affidamento, sempre per un anno e con modalità ‘in house’, è quello relativo al servizio di gestione della camera mortuaria all’ospedale civile.