Referendum: ultima chiamata per salvare l’Ospedale di Tortona. Berutti: “Fondamentali le risorse umane”

ospedale-referendumdi Emanuela Carniglia

 

Dopo Acqui Terme e Casale Monferrato, anche a Tortona entra nel vivo l’azione del Comitato Salviamo gli Ospedali che ha come obiettivo la difesa della sanità piemontese e dei suoi Ospedali, alcuni dei quali, dopo le decisioni della giunta Chiamparino, hanno subìto drastici tagli e ridimensionamenti.

A promuovere l’iniziativa, mercoledì sera a Palazzo comunale, sono stati i consiglieri regionali di Forza Italia Massimo Berutti e Gian Luca Vignale. Presenti, oltre al coordinatore cittadino di Forza Italia, Pier Paolo Pareti, anche Rossana Boldi, Lega Nord, Stefano Parlati, Fratelli d’Italia, che hanno dichiarato il loro supporto all’iniziativa.

“Nel tempo non siamo stati ascoltati e questo ha creato un disservizio – ha affermato il consigliere regionale Massimo Berutti –. La Regione è troppo Torino centrica a discapito del resto del territorio. Per questo abbiamo deciso di obbligare il presidente Chiamparino e l’assessore Saitta a confrontarsi con i piemontesi in un referendum regionale abrogativo di una riforma a dir poco devastante per i territori. La partita deve essere trasversale con tutte le forze politiche che si vogliono aggregare a questa iniziativa per cercare di raggiungere un obiettivo concreto. Credo che sia l’operazione che ci può permettere di dare uno scossone a chi, in questi anni, non ci ha voluto ascoltare. Il nostro obiettivo è fermarli per questo dovrà essere una mobilitazione di massa”.

“Il Comitato – ha dichiarato il consigliere regionale Gian Luca Vignale – vuole Ospedale Tortona nuovaessere un soggetto politico ma non partitico che ha come obiettivo la difesa degli ospedali e della sanità piemontese, che porti ad indire un referendum abrogativo delle deliberazioni della giunta regionale n. 1-600 e 1-924 che hanno previsto o la chiusura di reparti o di servizi nella quasi totalità degli ospedali. Queste delibere sono state adottate dalla giunta che, essendo nel pieno della fase del piano di rientro, operava con i poteri del consiglio. Questo referendum è l’unico percorso che ci resta”.

“Da gennaio si uscirà dal piano di rientro” come hanno sottolineato sia Berutti che Vignale, per cui una nuova delibera dovrà essere, necessariamente, adottata dal consiglio regionale.

A questo punto, però quali sono i passi che il Comitato dovrà compiere per arrivare al referendum abrogativo? “La prima fase, che è pressoché conclusa, è il deposito dell’istanza di referendum che avverrà la prossima settimana – ha spiegato Vignale -. La seconda fase consisterà nella raccolta firme (n.d.r. ne serviranno sessantamila). Se arriveremo a quel risultato si è già raggiunto un enorme risultato politico”.

Raccolte le sessantamila firme gli scenari possibili sono due, come ha sottolineato il Consigliere Vignale, “viene indetto il referendum” dando, così, la possibilità a cittadini di andare a votare e abrogare le due delibere, oppure, “visto che, per il referendum si potrebbe andare a votare tra la primavera e l’autunno del 2018 , a sei mesi dall’appuntamento elettorale, la Regione potrebbe portare in Consiglio l’approvazione di una proposta che va a modificare il piano esistente”.