Claudio Braggio: “Da grande voglio fare il lettore professionista. E al referendum voterò…”

braggio_claudio_02Se volete conoscere l’abc di Claudio Braggio, potete leggere le “5 domande” a cui lo abbiamo sottoposto qualche anno fa. Se invece volete sapere che cosa “bolle in pentola” nella mente e nei propositi di uno degli ultimi intellettuali della nostra città (e non solo), beh, allora… buona lettura!

Claudio, il 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, uscirà una raccolta di racconti. Tra questi, figura anche il tuo “Dell’idraulico non vorrei parlare”, selezionato in occasione del concorso bandito da Annake Lab, “Il Colore delle donne”. Ho detto bene?
Perfettamente. Sono già in programma alcune pubbliche presentazioni: le prime a Torino e a Milano. Un bel progetto, che non si esaurisce unicamente nella pubblicazione di alcuni racconti.

braggio_claudioDicci qualcosina in più, allora.
Le amiche di Ananke Lab, casa editrice torinese, sono sempre attive nell’organizzazione di incontri su temi che riguardano l’universo femminile. La raccolta dei racconti, su selezione, scaturisce da un’intensa opera di confronto. Comunque la selezione è rigorosa, perché la qualità deve essere alta, come si comprende dalle precedenti edizioni. Inoltre, gli autori sono già stati messi in relazione fra loro perché proseguano i contatti, anche con iniziative e proposte, che non siano solamente le presentazioni decise dalla Casa editrice. Credo sia un buon modello di crescita culturale.

Oltre a questo progetto, di che cosa sono piene le tue giornate? Mi risulta che all’Isola Ritrovata si facciano cose, si veda gente…
L’Isola Ritrovata è un approdo culturale e di spettacolo pressoché unico, come ci dicono tutti gli artisti che vengono a trovarci. Riusciamo a organizzare eventi contando su amicizia e collaborazioni disinteressate, ma sempre da parte di professionisti. Ogni settimana c’è almeno un evento, di solito al sabato sera, dedicato in tutto o in parte alla musica, Ci piace anche creare commistioni fra generi, e così nascono serate fra poesia e musica, letteratura e teatro. Abbiamo una linea di condotta che ci porta a rendere in forma di spettacolo anche gli incontri dedicati alla storia, per esempio. L’importante è saper raccontare anche le cose più serie, divertendo. Direi che all’Isola Ritrovata le serate straordinarie sono quelle che si attendono ogni volta.

Come sta la cultura alessandrina? Tu che cosa vedi?
Nessun commento. In Alessandria preferisco fare cose e vedere gente all’Isola Ritrovata.

Claudio-Braggio-e-Omid-Maleknia-(2)Ma ci sono artisti “da Isola” ad Alessandria?
Certamente. Sul palco faccio coppia artistica con Omid Maleknia (di origine persiana, ha fatto la scuola di Zelig), ma ci sono anche Marina Elettra Maranetto, che è uscita con un libro di racconti, Massimo Brioschi, attivo in campo teatrale, Elisa Massara, cantautrice ora a Roma per frequentare una scuola di alta specializzazione musicale, Walter Zollino, che partito con la poesia ora è videomaker; Gianfranca Gastaldi e Serena Selvaggio, due giovani poetesse di valore, e una valanga di altri poeti e soprattutto musicisti, molti musicisti.

Secondo te è ancora attuale il vecchio adagio “Nemo propheta in patria“?
Nemo propheta, in Alexandriae deprimit stratos, in Mons et Ferratus elevat, caro il mio provocatore.

braggio_gallianiE dunque?
Si fa quel che è possibile, con tutte le proprie forze, poi si attende che accada quel che deve; secondo l’etica protestante, che ammonisce dal chiedere riconoscimenti, ma di accoglierli con gioia in quanto rivelazione del merito. Nel resto del mondo funziona. Da queste parti molto meno.

Qual è il problema? Siamo ancora troppo “alessandrini”?
Credo che il punto sia ancora quello di stabilire che cosa voglia dire essere alessandrini. La domanda venne posta nel 1168, ma ancora nessuno ha abbozzato una risposta.

Forse siamo solo “provinciali”? Eppure ci sono città come la nostra che se la passano meglio di noi.
Condivido.

Che cosa manca ad Alessandria?
Domanda difficile. Se chiedi che cosa manca, presupponi che ci sia un luogo ove c’è tutto. Invece in ogni dove esistono il famoso “non-so-che” e il “quasi niente”. In Alessandria c’è poco dell’uno e molto dell’altro.

La domanda che faccio a tutti gli intellettuali di un certo spessore: che cosa vuoi fare da grande?
Vorrei diventare lettore professionista. Nel senso di dedicarmi soprattutto a questa magnifica arte che ti fa immergere nei libri, quindi nei pensieri di altri che in quel momento sono vivi, pur se il corpo ha vissuto cento o più anni prima.

Ma è un mestiere che esiste veramente?
L’ho inventato ora, ma di certo è un mestiere ottimo per un intellettuale.

Non si rischia che a leggere “per dovere” passi anche il piacere?
Guarda che una componente chiamata noia è quella che ci fa scoprire quanto siano belle le cose che ci circondano, anche quando ci piacciono e le facciamo tutti i giorni. Gregory Bateson, filosofo vero, sosteneva che è bello stupirsi di quanto sia bello un fiore, anche se lo rivedi ogni giorno.

boschi-travoltaDa Bateson alla Boschi: come voterai al referendum sulla riforma costituzionale?
Naturalmente voterò No, in coerenza con quanto già affermato pubblicamente. La questione è stata posta malamente, senza un vero confronto, con analisi approfondite. La nostra non è la migliore Costituzione del mondo, ma un lavoro di revisione non va fatto in modo sbrigativo e raffazzonato.

Se è vero quel che affermi, perché altri voteranno Sì?
La propaganda, attuata tanto dai sostenitori del Sì quanto da quelli del No, confonde le idee affascinando, ovvero facendo di tutto una fascina, che ciascuno può portare con leggerezza. Anche la polemica attrae e inoltre maschera i vuoti culturali. In più, non tutti i cittadini sono dotati di capacità e conoscenza tali per poter affrontare la questione in modo approfondito. Mi spiace molto che sia così.

Andrea Antonuccio