Le buffonesche Ombre Lunghe [Il Superstite 300]

Arona Danilo nuovadi Danilo Arona

 
Se fosse un fumetto, questo pezzo di Danilo sarebbe uno Speciale a colori: come si faceva appunto ai tempi del bianco e nero per festeggiare un evento straordinario. E 300 articoli del Superstite un momento speciale lo sono davvero, per tutti noi. 300 volte grazie a Danilo Arona allora, e buona lettura a tutti voi. E. G.

 

Presentato sabato 22 scorso nel corso delle giornate del Premio Ferrero, il volume Essere Vincent Price – Le maschere e i volti di una leggenda del cinema, a cura di Roberto Lasagna, è un’appassionante cavalcata nella lunga carriera di uno dei più straordinari attori del cinema di genere, quel Vincent Price che ha legato la sua fortuna e la sua fama al cinema gotico e non solo. Avendomi concesso gli amici di Falsopiano l’onore di partecipare a questo volume in compagnia di Mancino, Brignoli, Morsiani, Gandini, Nicoletto, Gerosa, Zanello, Leone, Raga, Bellini, Antonini, Memola, Donghi e lo stesso Roberto Lasagna (stupefacente squadrone di critici più che competenti), vi regalo un estratto dal mio intervento che non vorrebbe limitarsi a essere soltanto un esercizio di saggistica cinematografica. Lo capirete dalle prime parole…

«Per chi crede all’astrologia o in ogni caso non ne trascura le indicazioni caratterialivincent-house-of-long-shadows-2 Vincent Price è un’Ombra Lunga. Ovvero, facente parte delle natività dell’ultima decade, a braccio, di maggio, giusto a condividere la stagione di genetliaco con attori che si chiamano Christopher Lee e Peter Cushing. “Ombre Lunghe” perché il trio infernale comparve nell’horror testamentario di Pete Walker del 1983 La casa delle ombre lunghe (The House of the Long Shadows), irrobustito dalla presenza di quell’altro grande vecchio del gotico che era John Carradine. Perché segnalarlo? Per l’ovvietà professionale: i tre amavano le tenebre, artisticamente parlando, ed esercitavano l’identico mestiere con impagabile senso dell’ironia. Da perfetti appartamenti al segno dei Gemelli, con controllata e produttiva schizofrenia. Se intendiamo andare a caccia di analogie sempre restando nell’opinabile regno degli astri, si sappia che nell’identico periodo sono nati Miles Davis, gli scrittori dark James Blish, Francesco Dimitri e Douglas Preston, e la regina del gotico filmico Helena Bonham Carter che per anni è stata al fianco di Tim Burton. Se tutto questo non basta, il sottoscritto – che ha all’attivo una ventina di libri di cifra horror e da sempre sogna di scriverne uno comico – è nato il 28 maggio. Sarà una coincidenza? Ma figuriamoci… Bene, se ritenete che l’incipit sia sufficientemente buffonesco, avete centrato il punto. Non tanto il mio, quanto quello di Vincent. Che, con l’identica – anzi, maggiore – ironia dei suoi pari, entra di prepotenza nel genere, mettendone a nudo con il semplice ammiccare di occhi e labbra o l’intonazione della voce il lato grottesco. Perché il gotico contemporaneo, quello che perlomeno al cinema non si prende tremendamente sul serio, è proprio così: il ghigno sardonico e la beffa cialtronesca sotto la superficie della drammaticità demoniaca. Non a caso, in quasi tutte le sue apparizioni, Price è un vilain per il quale si fa il tifo, travolti dalla sua simpatia e dalla sua gestione produttiva di una consapevole follia sociale capace di mettere a nudo le storture e le contraddizioni di un mondo circostante ben più orribile.»

C’è tutto il volume a vostra disposizione per chi volesse approfondire le mille maschere di Price. Qui sul Superstite (n° 300, capperi!) vorrei divagare. Perché, se non credo all’astrologia come possibilità di indovinare quel che ci accadrà il giorno dopo, ammetto che la stessa è ben più che attendibile nel delineare e descrivere le caratteristiche delle personalità dei vari segni zodiacali. Se ho avuto modo di verificarlo confrontandomi sul piano esistenziale con qualche fidanzata transitata dalle mie parti – generalizzandoci su, una donna del Cancro è la più permalosa tra i segni come quella dello Scorpione è la più erotica… – , garantisco che i Gemelli sono esattamente quali vengono descritti nella manualistica astrologica, facendo l’ovvia tara delle sfumature. In pratica, se leggete che i Gemelli sono dinamici, intelligenti, fascinosi nonché eterni bambini e comici nati, credeteci. È verissimo, com’è vero che hanno doppia personalità (nel senso più nobile del termine) e spinta alla diversificazione. Non sto a dire di me, troppo facile, ma potrei ricordare come l’efficacissimo termine alessandrino “babaciu” sia un efficace compendio delle caratteristiche gemellari. Ma vorrei tornare a Price e le altre Ombre Lunghe. E affermare che Price sullo schermo più e più volte ha incarnato uno splendido “buffone”, rivalutando così il ruolo sociale e artistico del giullare intelligente e indimenticabile in ruoli memorabili che vanno dal Dottor Phibes nei due film diretti da Robert Fuest al Waldo Trumbull de Il clan del terrore, dal Don Gallico de Il mostro delle nebbie al Paul Adams di Agente federale X3. Proprio in quest’ultimo, in un esemplare controcanto recitativo, Price impersonava in una location di alta montagna, un albergo innevato quasi presago di Shining, il tipo brillante e simpatico, un po’ troppo ciarliero e sorridente, quello che in una comitiva in vacanza non manca mai. In una parola, il buffone. Che però è il “Cattivo”, l’assassino, per il quale lo spettatore arriva paradossalmente a fare il tifo. Riprendendo in piccola parte la mia presenza nel volume di Lasagna: «…sarà per il fascino delle carogne o, meglio, per la straordinaria duttilità di Price, il nostro istinto di spettatori entra subito in conflitto: lo sappiamo bene che è lui, Adams, il gran bastardo e attendiamo soltanto il momento della scoperta dell’inghippo per dispiacercene. E se non è questa una straordinaria prova d’attore… Tutto quel travestimento facciale che sino a un secondo prima dominava la scena, tra moine, sorrisetti sghembi e accostamenti a un millimetro dal lascivo, cede il posto alla gelida faccia dell’assassino, colui che non esita un secondo a scaraventare giù per un crepaccio l’incredula vittima designata. Insomma, il buffone è il Male.»

Gran senso dell’umorismo e amore per l’arte, Price fu un Gemelli perfetto anche nella vita. Peter Cushing e Chistopher Lee non gli furono da meno. Uomini dolcissimi e divertenti e straordinari professionisti sullo schermo. Quando era il caso, facevano i buffoni. Succede pure al Superstite.